12 mesi. 12 mesi di paure, speranze, ricordi. 12 mesi in cui, nonostante tutto, la vita è andata avanti. 12 mesi in cui la Formula 1 è andata avanti. Un lutto, quello no: ma un vuoto, una mancanza grande come una casa, quella sì, eccome. 12 mesi fa Michael Schumacher, 7 volte Campione del Mondo, l’uomo dei record, la Leggenda vivente del motorsport, incappava in un incidente che, per un uomo che ha passato buona parte della sua vita oltre i trecento orari, sembra quasi banale, ancora oggi. Una pista, non di asfalto come quelle su cui siamo sempre stati abituati a vederlo, ma di neve. Una caduta, brutta, balorda, di cui ancora sappiamo poco o niente. 12 mesi di notizie, smentite, aggiornamenti, silenzi stampa angoscianti e un’incredulità che fatica ad andarsene.

Oggi, quel poco che sappiamo non autorizza facili entusiasmi, ma nemmeno uccide la speranza di milioni di tifosi. Oggi, siamo tutti ancora attaccati al pensiero di poterlo un giorno rivedere passeggiare per il paddock di qualche gara, sorridendo, firmando autografi, posando per le foto e chiacchierando con i suoi amici, i suoi colleghi. Oggi, a un anno da quando la notizia del suo incidente rimbalzò dalle nevi di Meribel, in Francia, a tutto il resto del mondo, siamo ancora qui divisi tra la paura della realtà e l’attesa del miracolo. Del resto, è un po’ come se a crederci ci avesse autorizzato lui stesso perché, nella sua carriera, ne ha collezionati svariati, di miracoli. Oggi, travolti ancora una volta dal turbinio di dichiarazioni e smentite, non vogliamo stilare l’ennesimo bollettino approssimativo sulle condizioni del Kaiser. Meglio, probabilmente, continuare ad unirci al coro di incoraggiamento così ben rappresentato da quell’hashtag che non ha mai abbandonato il mondo del motorsport per un singolo giorno, da quel 29 Dicembre 2013.

Il vuoto, quello di cui sopra, è grande e si sente. Il vuoto lasciato dal pilota, dal Campione, dall’Uomo. Oltre le vittorie, le pole position, le imprese impossibili, i Mondiali, c’è semplicemente Michael. Michael, che il prossimo 3 Gennaio compirà 46 anni e che sta lottando per la sua vita come ha lottato per decenni sulle piste di tutto il mondo. Oltre le speculazioni, i facili gossip, gli sciacalli e i cacciatori di scoop, l’unica cosa realmente sensata da scrivere è, e rimane, soltanto #KeepFightingMichael.

Stefano Russo

{jcomments on}