UN ANNO DI TRANSIZIONE. Il nuovo regolamento, oltre a non aver aiutato in alcun modo a colmare il gap tra Jonathan Rea e il resto dello schieramento, ha avuto come unico risultato quello di spaventare i team clienti del Mondiale SBK. Più di un team, MV Agusta, Puccetti e Althea BMW in primis, ha optato per schierare una singola moto in griglia per sondare il terreno in vista della possibile introduzione della centralina unica nel 2018. In questo modo però, lo sviluppo di alcune moto potrebbe subire rallentamenti, cosa che non giova all’obbiettivo primario delle nuove regole: diminuire il distacco tra i primissimi e gli altri.

HONDA CONTROCORRENTE. Unica a fare eccezione è proprio la casa alata, che convince il team TripleM a fare il salto e passare in SBK con una terza CBR satellite e quindi semiufficiale. Il colpo grosso lo fanno rubando PJ Jacobsen alla MV Agusta e portandolo quindi nella top class, assicurandosi quindi un giovane talentuoso e una nuova fonte di dati utili per sviluppare la moto. Ne perde proprio MV, che non è riuscita a concretizzare il progetto della seconda moto, affidandosi al solo Jordi Torres.

PEDERCINI AL VAGLIO DI HERNANDEZ. Nel mentre, Lucio Pedercini prepara il colpaccio: conquistare l’ex del team Pramac sarebbe un acquisto pauroso sia per la squadra che per il mondiale stesso, portando il sudamericano nelle derivate di serie e andando a strizzare l’occhio a uno dei mercati emergenti nell’ambito motociclistico. Dorna ne sarebbe entusiasta, e difficilmente Pedercini potrebbe trovare un pilota migliore in questa parte del mercato. Tutto sta a trovare il giusto accordo economico, ed a fornire a Hernandez una moto che lo soddisfi. Ai posteri l’ardua sentenza.

Alex Dibisceglia