Enzo Ferrari diceva: “Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”. E Sarah Winkhaus, la nostra ospite di mercoledì scorso a Speedy Woman, la sta certamente vivendo dentro e fuori dalla pista. L’ex inviata e presentatrice per Sky Sport F1 HD, attualmente impegnata nella registrazione di un suo nuovo format in Germania, ha trattato diverse tematiche sul motorsport, tra curiosi e divertenti aneddoti di paddock.

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UNA PASSIONE INNATA

Metà italiana e metà tedesca, Sarah Winkhaus porta con sé il contrasto di queste due culture, a tratti complementari. La costante nella sua vita personale e professionale è sempre stata la passione per le macchine, coltivata già da bambina in Versilia. Un amore viscerale per l’odore di benzina, per il rombo dei motori, manifestatosi curiosamente grazie alla serie televisiva Supercar (Knight Rider).

“La sera quando ero dai nonni si andava alle ‘macchinine’. Non volevo mai fare altro, anche se facevo danza classica e altre discipline tipiche femminili. Desideravo però fare il meccanico, addirittura chiedevo sempre a mio nonno di finanziarmi un corso da meccanico”.

“Tra l’altro la mia serie preferita in TV era “Supercar”, io la chiamavo sempre ‘macchina nera’. Tutti amavano David Hasselhoff, mentre io amavo la macchina. Io da bambina, a sei anni, volevo anche andare al suo concerto e mia mamma mi ha portato a Francoforte, ma io mi aspettavo di vedere la macchina! Ero delusissima perché c’era solo David Hasselhoff e per un’ora di tragitto, al ritorno, ho pianto tutto il tempo”.

DAI COLLEGHI AI PILOTI DI F1: LE INTERAZIONI NEL PADDOCK

Essere donne nel motorsport rappresenta sempre una difficoltà ulteriore. Tra doppi standard troppo frequenti e inaspettati atti di classe, la Winkhaus ha affrontato il tema della W Series, la nuova formula al femminile, passando per la sua esperienza diretta come professionista donna nei paddock. Oltre a un illuminante aneddoto risalente ai suoi giorni da reporter nell’ADAC GT Masters, la giornalista ha raccontato come si sia evoluto il rapporto con colleghi e team nel paddock di F1.

“Avevo già il rispetto dei team dopo un paio di gare. Facevo la track walk da sola e mi guardavo la pista, le curve, le zone che mi interessavano e dopo la seconda gara i primi team manager e anche piloti mi hanno detto “Sei l’unica giornalista che non fa jogging e fa la track walk guardandosi la pista. Allora ti interessa davvero!” Da quel momento Alonso, Vettel e anche Jules Bianchi mi hanno invitato a fare la track walk con loro qualche volta.”

“Si sono accorti che non facevo finta, che non mi interessava stare davanti alla telecamera. Il mio interesse è nel raccontare quello che sento e vedo e portare questo feeling nei salotti agli spettatori. Voglio che riescano a sentire l’odore della benzina quando sono lì seduti sul divano e che percepiscano la passione”.

IL PRIMO INCONTRO CON MARC GENÉ

All’interno del team di Sky Sport F1 HD, Sarah ha condiviso in diretta il momento in cui ha conosciuto Marc Gené. Evocato da una foto in pista a Monza, il ricordo è affiorato quasi all’improvviso, viaggiando indietro nel tempo di otto anni.

“Era febbraio, eravamo alla conferenza stampa di presentazione della stagione di Sky Sport F1 a Monza. Pioveva, grandinava e abbiamo girato in pista su una Ferrari 458. Io non conoscevo Marc, non l’avevo mai visto in vita mia. Durante i giri non avevamo ancora parlato, a parte per le foto davanti alla stampa. Io in macchina mi sono fidata pienamente, gli ho detto “Dai, fai qualche loop” e lui dopo si è girato e mi ha detto “Grazie della tua fiducia” e io “Grazie a te, mi fa molto piacere conoscerti. Avremo una bellissima stagione”. Da lì è nata una bellissima amicizia con Marc” ha rivelato la Winkhaus.

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Beatrice Zamuner