Per l'australiano della Penske cade un tabù in una gara che gli era sfuggita per un soffio in più di una circostanza e lo colloca all'ottavo posto, assieme ad Al Unser Jr., della classifica dei vincitori di tutti i tempi. Episodio decisivo della corsa a 5 giri dal termine quando, dopo il regime di caution per l'incidente di Tony Kanaan, Power ha avuto vita facile nello scavalcare Servià, Wilson e Harvey in evidente crisi con il carburante, andando a trionfare per la 34a volta in carriera.

La cronaca. Allo start Carpenter mantiene agevolmente la posizione su Power e Pagenaud che fin da subito incominciano a darsi battaglia per la seconda posizione, mentre più indietro Kanaan risale fino al sesto posto della decima casella da cui era scattato.

I primi 25 giri filano via lisci senza particolari sussulti e con i protagonisti in pista che sembrano più gestire la situazione, penalizzati anche dai nuovi aerokit che, rispetto al passato, non permettono grossi margini di manovra in fatto di sorpassi. Al giro 29 è Danica Patrick ad inaugurare la girandola di soste ai box, imitata nei giri successivi dagli altri 32 protagonisti in pista ma senza grossi scossoni per la classifica, eccetto Tony Kanaan che grazie ad una sosta anticipata si porta in seconda posizione seguito dalle due Penske di Power e Pagenaud.

Al giro 47 arriva la prima caution di giornata: Davidson che stava procedendo lentamente, viene centrato dall'ultimo vincitore Takuma Sato che non può far nulla per impedire l'incidente. Al restart sia Carpenter che il brasiliano scavalcano immediatamente De Melo che non rientrando ai box in regime di neutralizzazione, si era portato momentaneamente in testa. La bagarre in pista dura solamente due giri, visto che alla tornata 58 è Ed Jones a finire a muro, costringendo la Pace Car a rientrare nuovamente sul tracciato.

Alla green flag Kanaan prova a forzare l'attacco sul leader della corsa mentre più indietro sono decisamente scintille tra Scott Dixon e Sebastian Bourdasi con i due che si toccano ma senza conseguenze. Dura solamente 68 giri la gara della bella Danica Patrick che in curva 2 finisce, come Jones, a muro chiudendo con un incidente la sua carriera nelle corse. Parecchi big approfittano della neutralizzazione per differenziare la strategia mentre Kanaan riesce a conquistare la vetta a scapito di Carpenter che deve guardarsi anche dal forcing di Will Power.

A poco meno di dieci giri dalla metà gara una nuova tornata di soste ai box porta Rahal e Power a scambiarsi la leadership, con Kanaan che deve effettuare una sosta supplementare per una foratura. Gli ultimi a fermarsi, intorno al giro 128, sono l'australiano e Carpenter con Munoz che diventa il nuovo leader pochi attimi prima della terza caution di giornata causata da Sebastien Bourdais finito a muro nell'ultimo tratto del tracciato.

Alla ripartenza Helio Castroneves riesce ad avere la meglio su Ryan Hunter-Reay guadagnando la quarta posizione, ma vanificando tutto dopo un solo giro finendo violentemente contro le barriere. A 50 giri dal termine la classifica vede sempre Power guidare la corsa su Carpenter, Pagenaud, Ryan Hunter-Reay e lo strepitoso Alexander Rossi, risalito dalla 32a posizione di partenza. Ed è proprio l'ex Formula 1 alla ripartenza, a dare spettacolo, andando a prendersi la quarta posizione, poco prima dell'ennesima caution causata da Sage Karam che perde la sua vettura picchiando violentemente contro le barriere in curva 4.

Al restart è sempre il vincitore dell'edizione del 2016 a tentare di guadagnare un'ulteriore posizione su Carpenter che, però, resiste conservando la terza posizione. Al giro 172 Power anticipa la sua sosta ai box con Carpenter, Hunter-Reay e Kanaan (risalito dalle retrovie) che si fermano il giro successivo mentre decidono di proseguire Dixon, Servià, Harvey e Wilson.

A 12 giri dal termine l'episodio che decide l'edizione numero 102 della 500 Miglia di Indianapolis: Kanaan finisce a muro in curva 2 richiedendo l'ingresso della Pace Car. Al restart Power si sbarazza immediatamente di Dixon, andando a caccia dei primi tre che hanno optato per la strategia di save fuel. Manovra che all'australiano riesce a tre giri dal termine e che gli permette di trionfare ad Indianapolis per la prima volta in carriera seguito da Ed Carpenter e Scott Dixon, con Alexander Rossi (4°), Ryan Hunter-Reay (5°), Simon Pagenaud (6°), Carlos Munoz (7°), Josef Newgarden (8°), Robert Wickens (9°) e Graham Rahal (10°) a chiudere la Top 10. In classifica generale Power balza in vetta con 243 punti seguito da Alexander Rossi a 241 e da Josef Newgarden a 233.

Per i protagonisti della Verizon IndyCar Series nemmeno il tempo di metabolizzare il risultato di Indianapolis dato che si tornerà in pista già dal prossimo weekend con il Chevrolet Dual Race di Detroit.

Ordine d'arrivo 500 Miglia di Indianapolis

Vincenzo Buonpane