A Valencia l’Attack Charge è finito sotto l’occhio degli addetti ai lavori. Le mancate prove nel corso dei test ne mettono in dubbio l’effettiva adozione nella Season 10. Intanto la FIA ha comunicato ufficialmente cosa è successo martedì.

L’Attack Charge resta in sospeso dopo i test di Valencia. La sessione pre-stagionale di prove avrebbero dovuto essere la prima occasione utile per tutti i team di provare la ricarica rapida. L’incendio scatenato martedì dalla batteria della DS Penske di Robert Shwartzman ha rovinato i piani della Formula E. Per motivi di sicurezza, giovedì e venerdì la FIA ha fatto girare le vetture con la sola modalità da 300 kW.

L’ESITO DELLE INDAGINI FIA SULL’INCENDIO

Secondo quanto comunicato dalla FIA, la vettura di Shwartzman si è fermata in pista martedì (alle 11, ndr) a causa dell’attivazione del sistema di sicurezza e la conseguente accensione della luce rossa, come da protocollo. Portata ai box, la batteria è stata poi rimossa e data alla WAE: “Durante l'ispezione manuale da parte del team del fornitore unico di batterie, si è verificato un lampo e alcune scintille che hanno provocato un incendio localizzato", recita il comunicato della FIA. La Federazione ha poi confermato che i risultati delle indagini confermavano la possibilità di tornare in pista – cosa che è poi successa giovedì pomeriggio alle 14 – e ha aggiunto: "Il fornitore unico di batterie per le vetture di Formula E ha valutato i dati disponibili per tutte le batterie e ha confermato che nessuna delle batterie presenta lo stesso tipo di sintomi dell'unità che si è guastata. Le batterie hanno le stesse specifiche utilizzate in tutte le ventidue vetture e nelle sedici gare della scorsa stagione".

CHE COS’È L’ATTACK CHARGE

Solo McLaren, per quanto abbiamo avuto modo di vedere venerdì pomeriggio, ha avuto modo di provare l’Attack Charge. L’articolo 7.5 del regolamento tecnico prevede che il flusso massimo di energia verso il RESS (Rechargeable Energy Storage System, in italiano il sistema di accumulo dell’energia). Flusso che ammonta a 600 kW massimi, di cui 350 kW diretti al powertrain posteriore e 250 kW massimi diretti al powertrain anteriore. L’energia aggiunta tramite ricarica rapida è di 3,85 kWh.

CHE COSA RIPORTA IL REGOLAMENTO SPORTIVO IN MERITO

Secondo il Regolamento Sportivo valido per la Season 10 di Formula E, l’Attack Charge sarà utilizzato solo in alcune gare selezionate, con ufficialità comunicata 21 giorni prima (articolo 37.4). L’articolo 37.5 ne spiega il funzionamento che potete vedere nel video qui sotto riportato e pubblicato sui nostri profili social.

 
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L’Attack Charger può fornire un massimo di energia in base a quanto segnalato all’articolo 7.5 del regolamento tecnico. Non è permesso un cambio gomme durante il caricamento ed è vietato lavorare sulla vettura fino a quando la presa non viene scollegata. Solamente due persone possono lavorare sulla vettura durante l’Attack Charge ed è vietato compiere un doppio stop in contemporanea.

COSA NE PENSANO I TEAM PRINCIPAL

Dal punto di vista dei regolamenti, tutto è chiaro. Tuttavia, le mancate prove a Valencia sollevano dubbi sulla messa in pratica del progetto già dal Messico. Roger Griffiths, team principal di Andretti FE, l’ha definita “un azzardo dal punto di vista sportivo”: “Ci sono molti aspetti sui quali dobbiamo avere delle risposte”, ha detto Griffiths. "Ci sono anche delle cose, a livello di procedure, da sistemare e fare in modo che ingegneri, meccanici e piloti sappiano cosa succede. Direi che c'è tanto da fare. Arriviamo un po' in ritardo sul tema, ma diremo a FIA e Formula E qual è la cosa giusta da fare”.

Venerdì mattina, durante la simulazione gara fatta, i team hanno solo provato il pit stop, fermando i propri piloti per 33” (come si può vedere qui con Nismo): "Abbiamo simulato la sosta dell'Attack Charge nella simulazione di gara per avere una maggiore comprensione degli elementi dal punto di vista strategico, ha spiegato Griffiths. Lo stesso TP di Andretti, su una possibile introduzione a gennaio in Messico, non si è sbilanciato: Se mi chiedete ora cosa ne penso, non saprei rispondere, non lo sappiamo. Penso che il concetto sia eccitante, se dimostreremo che la ricarica rapida può avere grossa rilevanza per le vetture stradali e da corsa, allora è una cosa grandiosa. Ci sono molte cose ancora sconosciute a noi, non so se in Messico la vedremo". Parole in linea con quelle di Ian James, team principal di NEOM McLaren FE, che ha definito i pit stop “estremamente interessanti”: “Se sono fatti nel modo corretto, possono aggiungere un elemento strategico al nostro sport”. 

Ian James, team principal di NEOM McLaren FE, in conferenza stampa a Valencia. Credits: LiveGP.it

LA RILEVANZA SULLE VETTURE DI PRODUZIONE

Tuttavia, James ha aggiunto un elemento in più alla discussione: la connessione con il prodotto di serie e l’attenzione sull’introduzione di questo nuovo elemento. “Abbiamo la possibilità di rafforzare la connessione tra motorsport e produzione di serie dimostrando come sia possibile utilizzare la ricarica rapida”, ha spiegato. “Però allo stesso tempo c’è anche una questione strettamente sportiva, e qui vogliamo assicurarci, con la FIA e la Formula E, che qualsiasi cosa facciamo, qualsiasi cambio che apportiamo possa migliorare il prodotto. Per questo c’è molta attenzione per assicurarci che tutto venga integrato nel modo corretto. Stiamo facendo in modo di essere certi che quando verrà introdotta, sia fatto tutto bene ed è cruciale prenderci il tempo necessario”.

Una connessione, quella con il prodotto di serie, sottolineata anche da Florian Modlinger di Porsche: “Se vediamo, a livello tecnologico, che cosa è presente sulle vetture stradali, la ricarica più rapida sul mercato arriva a 300 kW/h”, ha concluso. “Queste vetture sono sviluppate per arrivare fino a 600 kW di ricarica. Il messaggio è chiaro: le vetture sono progettate e sviluppate per questo. Adesso dobbiamo assicurarci che l’integrazione nel prodotto sportivo vada nel modo corretto, aggiungendo un elemento in più”. Elemento in più che terrà la Formula E in attesa di notizie alla vigilia del Messico. Da lì si avrà un quadro più chiaro della situazione.

Mattia Fundarò

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