A Roma abbiamo incontrato Edoardo Mortara, pilota italo-svizzero di Maserati MSG Racing. Reduce dal ritiro di Portland, ennesimo di una stagione maledetta dove ha ottenuto 17 punti in 12 round, Mortara ha parlato ai nostri microfoni dell’andamento della sua stagione, del suo team e del modo di correre “al risparmio” che stiamo vedendo nelle ultime gare in Formula E. Tutto senza svelare indizi sul suo futuro.

A differenza delle ultime due stagioni, quest’anno stai facendo molta fatica ad ottenere risultati importanti. A cosa è dovuta questa difficoltà? Quali sono i fattori sui quali siete risultati più carenti quest’anno?

“Oserei dire disastroso, possiamo dirlo. Sicuramente per noi la situazione è nuova, abbiamo tante cose nuove. A cominciare dalla gente nel team, ingegneri che sono andati via, altri che sono arrivati: non sto lavorando con le stesse persone degli anni scorsi. Abbiamo una nuova partnership con Stellantis e Maserati, anche per quello c’è voluto del tempo per capire la direzione dello sviluppo per la nuova vettura. E poi c’è proprio la nuova macchina, con nuove gomme. Tante cose nuove. E poi è stata anche una stagione sfortunata, almeno per me. Ci siamo spesso qualificati davanti, però in gara non abbiamo potuto far punti per vari problemi. A Giacarta, ad esempio, abbiamo avuto problemi tecnici con il front powertrain, che è una parte comune, non è sviluppata in-house. Ci sono stati due contatti di gara con il mio compagno di squadra (Max Gunther, ndr), che comunque mi hanno tolto dei punti a Monaco e Portland. Quando guardi il potenziale e la competitività nelle libere e in qualifica, non è così male. Forse non è così buono in termini di punti, se facciamo il paragone con gli ultimi due anni, però a livello di potenziale non siamo male ed è la cosa che dobbiamo migliorare, dobbiamo continuare a lavorare per sviluppare questa macchina. Abbiamo fatto degli step immensi in confronto all’inizio dell’anno e stiamo ancora continuando. Spero che avremo il tempo e l’opportunità di fare dei risultati per la Maserati in Formula E”.

Maserati ha preso il posto di Venturi in questa stagione di Formula E. Credits: Formula E

Come giudichi la prima stagione del team come Maserati? Avete già individuato degli aspetti dove dovete migliorare per la prossima stagione sia a livello tecnico sia a livello di procedure all’interno del team?

“A livello di team, come dicevo prima, ci sono tante persone che sono andate via e che sono state rimpiazzate o hanno cambiato lavoro. Questo ha conseguenze, ci vuole del tempo per abituarsi al loro nuovo lavoro. Abbiamo un nuovo team principal, James Rossiter, abbiamo un nuovo DT. Tante cose nuove. Le persone che abbiamo sono veramente valide, abbiamo bisogno come team di tempo per far funzionare il tutto. A livello tecnico abbiamo sicuramente delle idee, dobbiamo solo continuare a fare quello che stiamo facendo perché tutto quello che abbiamo messo già in pratica e le idee che avevamo a inizio anno più o meno hanno funzionato. Dobbiamo solo continuare su quella strada. Ci vuole tempo, esperienza, ma sono ottimista”.

Quest’anno stiamo vedendo un modo di disputare le gare che è molto “estremo”: per due terzi di gara si vede un’alta gestione dell’energia – tant’è che si nota sempre una grande differenza nei tempi sul giro tra la prima fase e quella finale – mentre nel finale andate a tutta. Già da qualche gara i tuoi colleghi fanno spesso notare questa cosa. Pensi che sia un modo di correre che possiamo effettivamente definire estremo? Sei d’accordo con quanto viene affermato dai tuoi rivali? Che cosa pensi sia necessario modificare affinché si possano vedere gare dove si spinge dall’inizio alla fine? Pensi sia solo una questione di vettura visto che lo scorso anno non si vedeva questa dinamica di corsa?

“Vediamo delle gare estreme, questo è certo. Quando guardi le gare di Berlino, Monaco, Portland, comunque non sono gare ‘normali’. Sono molto artificiali e non sono un grande fan, ma è la stessa cosa per tutti. Ciò nasce dal fatto che abbiamo una macchina – la Gen3 – che ha più drag della precedente. Quando ti trovi davanti, consumi molto di più e per i primi giri vedi che il leader cerca di fare di tutto per perdere la posizione. Ed è una cosa molto strana, sinceramente. Però ormai ci siamo abituati, abbiamo capito cosa fare. Non è facile da pilota, spesso ti ritrovi ad affrontare delle curve con 1-2 macchine al tuo fianco e non devi andare al contatto, anche perché la macchina è molto fragile, specialmente l’ala anteriore. Spero che in futuro avremo delle gare più normali, non penso che la soluzione sia di avere una gara dove spingiamo dall’inizio alla fine. Non è nel DNA del campionato e non credo che sia anche molto bello. Però ci vuole un compromesso tra le due cose. Questa è la mia opinione, alcuni la condividono, altri no. Quando hai gare estreme è troppo artificiale”.

Arriviamo da Portland che è stata una delle pochissime gare che la Formula E ha svolto su un circuito permanente. Considerando anche l’ipotetico salto che ci sarà tra la Gen3 e la Gen4 in termini di potenza, pensi che possa essere nei circuiti permanenti il futuro della Formula E?

“Non ti saprei dire, ma trovo bello che in Formula E ci sia la possibilità di avere varie tipologie di circuiti, tra cittadini, semi-permanenti e permanenti. Questa è una cosa bella, ti devi adattare a quello che trovi, devi essere competitivo su un circuito permanente, devi essere permanente anche su un circuito cittadino. Richiede set-up e settings diversi. In futuro – ma non è detto che io sia ancora in questo campionato - con la Gen4 immagino che avremo vetture che saranno più potenti e con più grip, però spero anche che andremo su circuiti che ci sono attualmente. Preferenze? Non ne ho”.

Hai un contratto per il 2024 con la squadra; stai già pensando su un futuro a lungo termine, guardando anche ad altri campionati, o pensi solo alla Formula E?

“Non è detto che io abbia un contratto per il 2024. Magari ce l’ho, magari no, questo non posso dirlo. Per me – ma anche per il team - la cosa più importante è essere competitivi. Non sono qui per non fare risultati e, a un certo punto, la stagione che stiamo avendo è un po’ deludente dal punto di vista dei risultati. Vedremo cosa succederà a Roma e Londra, vedremo se saremo insieme la prossima stagione in Formula E. La cosa più importante è riuscire a fare risultati insieme e questa sarebbe la cosa che mi farebbe più piacere, perché ci sono tante persone in Maserati che mi stanno dando il loro supporto e aiuto. Non c’è cosa più bella per me che fare risultato anche per loro. Anche da metà italiano sarebbe una figata enorme, anche per quello sto spingendo tantissimo per ribaltare questa situazione non ottimale”.

Da Roma, Mattia Fundarò