Adrian Newey, pronto a tornare in pista
Credits: Aston Martin F1 Official website

Il ritorno in pista del “Genio” Adrian Newey è ormai alle porte. Il Gran Premio di Monte Carlo, infatti, rivedrà l’ingegnere nei garage e nel paddock della F1; sarà strano, almeno per le prime occasioni, vederlo con la divisa Aston Martin, ma ci faremo l’abitudine. Intanto, in un’intervista rilasciata a Motorsport.com, ha delineato quelli che potrebbero gli scenari della prossima stagione. 

Una nuova occasione da cogliere al volo

Da quando ha varcato la soglia dei cancelli dell’azienda a Silverstone, l’attenzione di Newey è stata quasi interamente focalizzata sul 2026, anno che segnerà un cambiamento molto importante dal punto di vista tecnico. Per quanto possa sembrare lontano, ragionando in termini di motorsport in generale e di F1 in particolare, la prossima stagione è già dietro l’angolo, e molto presto si inizierà a mettere insieme quelle che saranno le monoposto figlie di un nuovo regolamento tecnico che, ad oggi, appare ancora nebuloso, almeno per chi non è un tecnico puro. Cosa che, però, al momento sembra non spaventare l’uomo che forse più di tutti negli ultimi anni è stato in grado di cogliere al volo lo spirito dei cambi regolamentari per creare delle invincibili macchine da guerra. 

È stato così nel 2009, quando con lui e Ross Brawn furono gli unici a intuire la possibilità di implementare il famoso doppio diffusore sulle monoposto, intuizione che fece da preludio al poker iridato di Sebastian Vettel. Successe di nuovo quattro anni fa, quando si trattò di progettare la nuova Red Bull a effetto suolo, che per tre stagioni consecutive non ha avuto praticamente avversari. La rivoluzione prevista per il 2026 potrebbe essere l’ennesima occasione per mettere al lavoro ancora il suo genio e il suo talento, risollevando così le sorti di un team che oggi pare essere in enorme difficoltà. 

I miei pensieri sono simili a quelli che avevo in merito al grande cambiamento affrontato nel 2022. Inizialmente pensavo che il nuovo ciclo tecnico fosse molto prescrittivo, che non ci fosse molto da fare per un progettista se non seguire le linee guida. Poi ho iniziato ad approfondire i dettagli rendendomi conto che c’era parecchia flessibilità, sia l'innovazione che per differenti approcci. Credo che ci siano buone probabilità di vedere nel '26 qualcosa di simile al '22; c'è abbastanza flessibilità nei regolamenti, e sono sicuro che si troveranno soluzioni diverse tra loro. Poi alcune di queste verranno abbandonate dopo i primi due o tre anni, man mano che le squadre inizieranno a convergere. Per la prima volta ci troviamo davanti ad un cambio drastico di power unit insieme ad una grossa rivoluzione sul fronte telai. Nel complesso è molto interessante, ma allo stesso tempo anche un po' inquietante, perché i nuovi regolamenti nel loro complesso offrono diverse opportunità. Stiamo percorrendo diverse strade, ce ne sono alcune che non siamo ancora in grado di dire se funzioneranno o meno, ma questo fa parte del fascino della Formula 1, soprattutto quando si è davanti a grandi cambiamenti regolamentari.

Leggendo queste parole, verrebbe da dire che il genio si sia già da tempo messo all’opera, e che abbia già in mente qualcosa di interessante, almeno secondo i suoi calcoli. Non una buona notizia per i rivali, visti i precedenti storici. Certo, Newey oggi si troverà ad operare in un team la cui situazione pare essere tutt’altro che rosea.

Aston Martin, la sfida più complicata

Credits: Aston Martin Official FB page

Oggi, la squadra di Lawrence Stroll si trova ad essere tra le ultime del gruppo a livello di prestazioni. Anche un campione come Fernando Alonso fatica non poco ad estrarre la prestazione, e lo spagnolo, insieme a Bortoleto e al giubilato Doohan, è l’unico ad essere fermo a quota zero punti. Dal canto suo, il tanto bistrattato Lance Stroll qualcosa è riuscito a tirare fuori sfruttando più che altro occasioni favorevoli e traversie altrui, senza mai però rubare l’occhio in pista. L’arrivo di Newey è però coinciso con quello di tanti tecnici, e presto dovrebbe inserirsi in maniera stabile anche Enrico Cardile. Ciò porta sempre ad un necessario periodo di assestamento per tutta la scuderia, e il fatto che questo coincida con l’ultimo anno del ciclo tecnico attuale potrebbe non essere per forza un male. 

In termini di organico la squadra è cresciuta molto in un lasso di tempo breve. Abbiamo ottime strutture, il personale è motivato ed entusiasta, alla fine la F1 è una questione di persone: c'è molta tecnologia, ma sono le persone che fanno andare avanti le cose. Il primo obiettivo è creare una mentalità vincente, perché se si opera in team che nel corso degli anni non ha raggiunto molti successi, il non vincere diventa la norma. È importante creare la fiducia in sé stessi e nel fatto che abbiamo le capacità collettive per avere successo. Detto questo, ci tengo a dire io non sono una cheerleader, e neanche un allenatore di football americano che si alza in piedi davanti a tutti in una stanza per tenere un discorso commovente. Si tratta di lavorare e crescere insieme.

Il pensiero di Newey è chiaro: tutti gli uomini di Stroll devono remare in un’unica direzione, lavorando insieme per costruire una vettura che possa essere competitiva. Il lavoro e la crescita comune sono gli unici obiettivi da porsi in questo momento per un team che sembra ancora in cerca di una identità precisa. Ad oggi, l’unico tecnico che potrebbe fare il miracolo sportivo pare proprio essere lui, il genio di Stratford-upon-Avon. Vedremo cosa si inventerà; nel frattempo, manca poco per rivederlo all’opera nel paddock, con matita e blocco appunti d’ordinanza. 

Nicola Saglia