Fondamentalmente la MCL33 di Fernando Alonso accosterà al normale schema di colori (papaya, blu elettrico e nero) tre bande colorate localizzate nella zona della carrozzeria al di sopra dell'unità propulsiva, abbinate a uno speciale logo FA che apparirà sopra e ai lati del cockpit. Sia le bande che il logo saranno caratterizzati dal blu, giallo e rosso, colori che richiamano lo schema cromatico di quasi tutti i caschi impiegati in Formula 1 dallo spagnolo (a parte il 2007, quando correva con la McLaren - Mercedes) e che omaggiano la regione spagnola di provenienza di Fernando, le Asturie.

L'utilizzo di una livrea unica (o "one-off" come dicono gli inglesi) e solo per un pilota costituisce un evento più unico che raro nella storia della Formula 1 moderna e la McLaren ha dovuto richiedere un consenso speciale alla FIA: questo dettaglio, per i nostalgici amanti dell'amarcord, ci fa andare a ripescare dal passato, anno 1999, la storia della doppia livrea sfoderata dalla scuderia debuttante, la BAR, non accettabile per regolamento e quindi convogliata in un disegno finale ai limiti dell'imbarazzo. In ogni caso, Zak Brown (CEO della McLaren) dichiara per la scuderia un senso di contentezza ed orgoglio nel poter correre ad Abu Dhabi con questa livrea, esprimendo la volontà per cui l'ultimo Gran Premio di Alonso in Formula 1 "sia speciale su più livelli". Di sicuro si tratta di un omaggio degno di nota da parte della scuderia di Woking nei confronti dello spagnolo, che però, nella sua evidenza ed estensione, sottolinea anche la mancanza ormai cronica di sponsor "pesanti" sulle carrozzerie delle vetture inglesi.

Per Fernando Alonso è dunque venuta l'ora di appendere il casco al chiodo, dopo averne annunciato l'intenzione intorno a Ferragosto: non sono ancora chiari i piani futuri dell'asturiano e nell'ambiente c'è chi intravede solo un ritiro temporaneo dalle scene della Formula 1. Non avendo la sfera di cristallo e non sapendo sul lungo termine cosa aspettarci, tenendo per buona la parola "ritiro" nel suo significato, possiamo dire che la carriera dello spagnolo è in un punto della famosa parabola dove non può trovare contemporaneamente un volante competitivo (che pare essere un requisito fondamentale per rimanere) dettando le sue condizioni: l'età gli rema contro, ma c'è anche dell'altro.

Fernando Alonso si è sempre distinto per doti fuori dal comune quanto a lettura di gara, concentrazione e continuità, abbinate all'esercizio di un peso politico non indifferente, dentro e attorno alle scuderie in cui ha corso: il gioco ha funzionato con la Renault giallo-blu-azzurra, ma si è ritorto contro negli anni con la Ferrari (nonostante una stagione, quella del 2012, da urlo, almeno nella valutazione di chi scrive) e con la disastrosa seconda esperienza in McLaren (prima con Honda, poi con Renault). In altre parole, con un’iperbole letteraria, è chiaro che le uscite infelici via team-radio, i vari "geni" o "GP2 engine", siano state la punta di un iceberg che ha contribuito ad accelerare la chiusura di determinate porte (che comunque sarebbero andate chiudendosi, vista l’età) nel mondo della Formula 1.

Per ora si tratta di un ritiro molto "colorato" che fa da contrasto con il grigiore delle ultime stagioni; per quanto riguarda il futuro, come già detto, solo il tempo darà le risposte alle nostre domande.

Luca Colombo