Si è aperta e...chiusa nel giro di 48 ore la "guerra fredda" tra FIA e Formula 1 innescata dal presunto conflitto d'interessi dei coniugi Wolff. Almeno formalmente, visto il clamoroso dietrofront odierno della Federazione Internazionale che in un comunicato ha dichiarato già conclusa l'indagine avviata nei confronti del team principal Mercedes e della consorte, managing director della F1 Academy. Un passo indietro resosi necessario dopo la presa di posizione compatta da parte dei team nella giornata di ieri, ma che sicuramente non mancherà di lasciare ulteriori strascichi in un rapporto sempre più burrascoso.

CONFLITTO D'INTERESSI, IL "CASO" SI SGONFIA?

Il "caso" Wolff è chiuso, o almeno così sembra. Con una nonchalance invidiabile, la FIA ha infatti comunicato di aver concluso (semmai fosse effettivamente mai iniziata) la cosiddetta indagine su Toto e Susie Wolff, potenziali artefici di un conflitto d'interessi legato ai rispettivi ruoli in seno al team Mercedes e alla F1 Academy. Una situazione "esplosa" dopo la pubblicazione di un articolo a cura del mensile britannico F1 Business, nel quale si riportavano le dichiarazioni di diversi team principal (rimasti comunque ignoti) in merito al possesso di informazioni riservate o comunque a loro non note da parte del manager austriaco. Una "fuga di notizie" che avrebbe fatto storcere più di un naso, al punto tale da spingere (sempre secondo la fonte britannica) più di un responsabile delle scuderie a segnalare in modo informale la questione al presidente FIA, Mohammed Ben Sulayem.

LA PRESA DI POSIZIONE DEI TEAM

La pubblicazione dell'articolo incriminato avrebbe scombinato le carte in tavola, suscitando da un lato la replica indignata da parte di Mercedes e della stessa Susie Wolff, ma al tempo stesso anche la scomposta reazione da parte della FIA, la quale ha ufficialmente dato credito a tali illazioni confermando di aver dato incarico al proprio Compliance Department di fare luce sulla questione, pur senza mai nominare in modo esplicito i soggetti coinvolti. La situazione però, per la FIA ed il suo Presidente, si è decisamente complicata nella serata di ieri, quando i nove team (esclusa, ovviamente, la stessa Mercedes) hanno pubblicato il medesimo comunicato nel quale ribadivano il proprio appoggio a Susie Wolff negando al tempo stesso il loro coinvolgimento nella "segnalazione" del caso.

LA MARCIA INDIETRO DELLA FIA

Una presa di posizione netta e compatta, la quale ha rappresentato un vero e proprio colpo basso per Ben Sulayem ed il suo "peso" politico nei confronti della Formula 1, già compromesso dopo gli scontri emersi sin dall'inizio del suo mandato. "Dopo aver esaminato il Codice di Condotta - ha dichiarato la FIA in una nota - e la Politica sui conflitti di interesse della Formula One Management e aver confermato che sono in atto misure di protezione appropriate per mitigare qualsiasi potenziale conflitto, la FIA è convinta che il sistema di gestione della conformità della FOM sia sufficientemente solido per prevenire qualsiasi divulgazione non autorizzata di informazioni riservate".

"La FIA - si legge inoltre - può confermare che non ci sono indagini in corso su questioni di etica o disciplinari che coinvolgono alcun individuo. In quanto ente regolatore, la FIA ha il dovere di mantenere l'integrità del motorsport a livello globale. La FIA ribadisce il suo impegno per mantenere integrità e correttezza". Insomma, un caso che apparentemente si "sgonfia", ma che sicuramente è destinato a rimanere ben saldo nella memoria dei suoi protagonisti. Con Liberty Media che, anche in questo caso, sembra aver respinto una possibile e non richiesta "invasione di campo" da parte della FIA e del suo Presidente.

Marco Privitera

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