Addio a Felix Baumgartner, l’uomo saltato nella Storia
Un malore mentre era in volo ha stroncato il base jumper austriaco, un uomo che ha vissuto con la velocità e il rischio nel sangue

Il suo nome era balzato agli onori della cronaca il 14 ottobre 2012, quando si lanciò da un pallone aerostatico dall’altezza di quasi 39.000 metri. Felix Baumgartner e la sua tuta spaziale per diversi giorni rimasero sugli schermi di tutto il mondo, testimonianze tangibili di cosa significasse essere sempre alla ricerca della sfida più estrema. L’austriaco, legato a doppio filo con il mondo Red Bull, è purtroppo mancato ieri in Italia, proprio mentre stava facendo quello che ha sempre amato di più: volando.
Il Neil Armstrong della nostra generazione
Negli anni ’60, gli uomini delle Nasa, attraverso le missioni dei progetti Gemini e Apollo, hanno mostrato al mondo che la Luna era più vicina di quanto si potesse immaginare, e portare degli uomini a passeggiare sulla sua superficie non era certo fantascienza. Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Jim Lovell, John Young: nomi che diventarono il simbolo dei moderni esploratori e plagiarono la fantasia delle generazioni a venire. Felix Baumgartner, cresciuto proprio nel mito di questi uomini, ha fatto lo stesso con noi, nati negli anni ’90 e diventati adolescenti guardando Top Gun e Apollo 13.
L’austriaco ha iniziato a lanciarsi con il parapendio molto giovane, intorno ai 16 anni, prima di entrare nell’esercito e affinare qui le proprie doti di pilota con elicotteri e aerei acrobatici. Il suo nome iniziò a diventare sempre più conosciuto tra i base jumpers negli anni ’90, dopo alcuni spettacolari lanci dalle Petronas Towers in Malesia e dal Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Inoltre, fu il primo ad effettuare la trasvolata del Canale della Manica in caduta libera con una vela alare. Tutto ciò fino a quel 14 ottobre 2012.
Un salto nella storia
Roswell, New Mexico, è la cittadina che al mondo vanta il maggior numero di avvistamenti di UFO nella storia. Ma quel pomeriggio di 13 anni fa, quello che si librava nell’aria non era un oggetto volante alieno proveniente da chissà quale galassia, ma un pallone aerostatico preparato dal team Red Bull Stratos che doveva portare alla quota prevista proprio Felix Baumgartner, il quale, chiuso dentro la tuta spaziale degna dei suoi eroi, avrebbe tentato il salto dalla stratosfera che lo avrebbe consegnato alla storia. Arrivato a quota 38.969, il portellone si aprì e lui, dopo aver detto semplicemente “Ora vado a casa!”, si lanciò nel vuoto.
Un volo lungo 3 minuti e 48 secondi, in cui arrivò a toccare i 1100 km/h, pari a Mach 1.2, velocità record (anche a terra) mai toccata prima da un uomo in caduta libera. Insomma, Baumgartner divenne un nuovo colonnello Chuck Yeager, ma senza un X-1 attorno a lui. Per volare come un jet servono preparazione, conoscenza, coraggio e una bella dose di follia pura: Felix racchiudeva in sé tutte queste qualità. Poteva il motorsport restare fuori da una vita così? Neanche per sogno!
Endurance e rally: sfide sempre al limite e un’eredità da portare avanti

L’appartenenza alla famiglia Red Bull ha sicuramente agevolato il suo ingresso nel mondo delle corse, introducendolo agli ambienti di Motogp e Formula 1. Nel 2013, eccolo cimentarsi nella Scirocco Cup in Germania, ma fu nel 2014 che si affacciò ad un’altra sfida da record: la 24 Ore del Nurburgring. L’austriaco si avventurò nell’Inferno Verde a bordo dell’Audi R8 LMS insieme a piloti del calibro di Frank Biela, Pierre Kafer e Marko Werner. Oltre alla gara tedesca, un anno più tardi si toglierà la soddisfazione di competere in un’altra competizione iconica: la 12 Ore di Bathurst, sul fantastico Mount Panorama Circuit.
E, ovviamente, non potevano mancare i rally, con alcune uscite in Polonia a bordo della Subaru Impreza, vettura testata anche in modalità WRX. Insomma, non si è fatto mancare proprio niente Felix Baumgartner, e chissà quali altre imprese erano impresse nella sua testa, prima di quell’ultimo volo di ieri nei cieli marchigiani sopra Porto Sant’Elpidio. Un malore mentre era ai comandi del suo deltaplano a motore non gli ha lasciato scampo.
Una vera beffa del destino, per uno che ha fatto del rischio il suo mestiere. Felix Baumgartner, se ci ha insegnato qualcosa, lo ha fatto mostrando che con preparazione, tecnologia e tanto coraggio i limiti sono fatti solo per essere superati, e gli uomini, se lo vogliono, possono andare oltre ogni barriera che si costruiscono da soli. Rest in speed, Felix.
Nicola Saglia