Come da pronostico, Gara 1 svoltasi a Jerez ha incoronato Alvaro Bautista campione del mondo Superbike 2023, grazie al 25esimo successo stagionale in sella alla sua Ducati Aruba. Un risultato frutto di un dominio raramente messo in discussione nel corso della stagione, che ha sancito ancora una volta la netta superiorità del binomio formato dal pilota spagnolo e dalla Casa di Borgo Panigale.

Numeri da capogiro

Per Alvaro Bautista è il secondo titolo mondiale consecutivo con Ducati, segno che il suo ritorno in Emilia dopo la difficoltosa esperienza in Honda è stata la scelta migliore per entrambi. Ducati è tornata al successo due volte dopo 10 anni senza titoli, mente Alvaro è tornato a riassaporare l'ebbrezza di un titolo mondiale, dopo quello conquistato in 125cc nel 2006. Mancano ancora due gare da disputare, in cui Alvaro rimane ancora il favorito, ma i numeri fanno paura lo stesso. In 34 gare ha totalizzato 25 vittorie, 9 in più dell'anno passato, con la possibilità di raggiungere quota 31 podi, come la scorsa stagione, se riuscisse a salire sul podio in entrambe le gare di domani.

Da segnalare inoltre che per Alvaro quest'ultima è stata la 56esima vittoria in carriera in SBK. Una statistica che lo vede come il pilota più vincente di sempre nella storia di Ducati nelle derivate di serie e il terzo più vincente nella storia della categoria, ad un passo dal secondo posto detenuto da Carl Fogarty con 59 successi. Importante precisare che Bautista, oltre ad avere più round a disposizione dei piloti del passato, con l'introduzione della Superpole Race ha avuto anche una gara in più ad ogni weekend.

Quali sono i segreti del successo di Alvaro?

Si è parlato molto dei motivi che hanno portato Alvaro al successo. Sicuramente Ducati è la moto migliore del lotto, ma rimane il fatto che senza di lui non avrebbe vinto. Con il progetto V4 hanno fallito i britannici Chaz Davies e Scott Redding, oltre a Rinaldi e allo stesso Bautista nel 2019. Seppur velocissimo, Alvaro sbagliò molto quell'anno, cosa non avvenuta con la stessa frequenza in questo ultimo biennio, probabilmente grazie alla maggiore esperienza maturata nella categoria. Piloti di livello molto alto sono saliti sulla V4R, ma solo uno è riuscito a portarla alla conquista del titolo mondiale.

Qualche pilota si è lamentato del suo peso minuto che lo avrebbe favorito, portando l'organizzazione ad inserire un peso minimo moto-pilota per il prossimo anno. Decisione che andrà a svantaggiare enormemente lo spagnolo, il quale non potrà sfruttare il suo vantaggio in rettilineo. Una scelta chiaramente fatta per cercare di limitare lo strapotere di Bautista, che quest'anno è stato molto più dominante rispetto allo scorso, visto il calo di prestazione di Yamaha e Kawasaki. Di fatto, queste lamentele sul peso da parte dei suoi avversari sono uscite fuori una volta che Alvaro ha iniziato a fare il mattatore, come accadde a Daniel Pedrosa in 250cc. Quando però la bassa statura risulta un limite, a quel punto nessuno si sente più di gridare allo scandalo.

Domani Alvaro Bautista sarà chiamato, insieme al compagno di squadra Michael Ruben Rinaldi, a fare 7 punti in più dell'accoppiata Yamaha ufficiale per ottenere il titolo team: l'ultimo trofeo che manca per completare la Triple Crown. Da assegnare anche il Trofeo Indipendenti, in un derby interno a Ducati con Axel Bassani che ha un vantaggio di 28 punti su Danilo Petrucci.

Francesco Sauta

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