Il successo alla 24h di Le Mans nell'edizione del centenario ha rappresentato non solo un nuovo capitolo per la Ferrari del mondo endurance, ma anche una svolta nella carriera di Antonio Giovinazzi. Il trionfo della Hypercar #51 nella corsa di durata più prestigiosa del pianeta, che ha visto il pugliese in equipaggio con Alessandro Pier Guidi e James Calado, gli ha regalato emozioni indelebili dopo anni di purgatorio.

IL SOGNO CHE SI REALIZZA

Sono state vere e proprie lacrime di felicità, dopo 24 ore estenuanti e faticose che sembravano interminabili, con la paura verso la fine di non farcela per quello stint durato troppo a lungo.

A raccontare la gioia di aver riportato il Cavallino sul tetto del mondo a distanza di oltre 50 anni dall'ultimo successo della Rossa sul tracciato de la Sarthe (era il 1965), è lo stesso pugliese: "Abbiamo guidato questa vettura per la prima volta lo scorso luglio, quindi aver raggiunto questo risultato, pole e vittoria, dopo poco meno di un anno, è senza dubbio fantastico. Non era affatto scontato che ce l’avremmo fatta, ma tutta la squadra e i miei compagni hanno fatto un ottimo lavoro, ed eccoci qui oggi. Grazie alla Ferrari, che ha reso possibile tutto questo. Siamo tornati a vincere dopo 50 anni e dobbiamo essere molto orgogliosi.

Un successo che non è arrivato certamente per caso, ma che è maturato solo grazie a duro lavoro, passione e pazienza: per il driver originario di Martina Franca non si è trattata infatti della prima 24h di Le Mans. Nel 2018 prese parte alla competizione nell'equipaggio formato da Pipo Derani e Toni Vilander, dove chiuse quinto in LM GTE Pro a bordo della Ferrari 488 #52 e primo fra le Rosse.

Tornando all'edizione 2023, si è trattata di un'emozione così grande e probabilmente anche inaspettata che avrebbe colto chiunque di sorpresa e fatto sentire al settimo cielo. Una vittoria che ha il sapore di riscatto per il driver del Cavallino, dopo anni che non sembravano rendergli giustizia a lottare nelle retrovie tra Formula 1 e Formula E.

F1: GLI ANNI DA TESTER E IL 2019 DA TITOLARE IN ALFA ROMEO

Ma facciamo un passo indietro, tornando ai tempi in cui l'attuale alfiere di AF Corse correva in GP2, nel 2016. Quell'annata consacrò il nostro portacolori grazie ad un fantastico secondo posto in classifica finale, solo dietro al compagno di scuderia (Prema PowerTeam) Pierre Gasly.

A dicembre 2016 arrivò l'annuncio relativo all'approdo di Giovinazzi nel ruolo di terzo pilota Ferrari per la stagione successiva in Formula 1. Un percorso che non diede ad Antonio molte opportunità, nonostante il (poco) tempo passato in pista e quello trascorso al simulatore tra Ferrari, Sauber, Haas ed Alfa Romeo.

E fu proprio quest'ultima squadra, nel 2019, a concedergli finalmente un'opportunità in pista da titolare, diventando il primo italiano in Formula 1 dopo ben 8 anni. Un lungo digiuno iniziato alla fine del 2011, visto che ultimi driver provenienti dallo Stivale erano stati Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi, al volante di Lotus di HRT.

BILANCIO DELLA PRIMA STAGIONE DA TITOLARE

Il verdetto della prima stagione da titolare vide Antonio in 17esima piazza finale con 14 punti, ed un sesto posto al traguardo del GP del Brasile come miglior risultato in gara (trasformatosi poi in P5 per una penalità inflitta a Lewis Hamilton).

Un risultato sicuramente figlio di una stagione "da rookie", ma che paradossalmente si sarebbe rivelato anche il più positivo in termini di punti conquistati: solo 4, infatti, furono quelli conquistati l'anno seguente, mentre il 2021 gli avrebbe riservato solo il diciottesimo posto in classifica generale con un nono posto quale miglior risultato nel GP Arabia Saudita. Il tutto risultando spesso e volentieri più veloce di Kimi Raikkonen, nonostante la scarsa competitività della vettura.

IL DIVORZIO CON ALFA E LO SBARCO IN FORMULA E

A fine stagione arrivò il colpo di grazia, tramite l'annuncio del cinese Guan Yu Zhou al suo posto per la stagione 2022 in Alfa Romeo. "F1 spietata quando a dettarne le regole è il denaro" - postò all'epoca Antonio Giovinazzi sul proprio profilo Instagram. Ad esprimere il proprio parere anche Frederic Vasseur, all'epoca team principal Alfa Romeo: "Antonio ha trascorso 3 anni in F1, è stata una lunga collaborazione e dal mio punto di vista, anche positiva. Una combinazione di fattori ha portato Guan Yu Zhou, non è colpa di Giovinazzi"

Per lui si sono quindi aperte le porte della Formula E nella stagione 2021-2022, ma con il team Dragon fu come cadere a picco in un precipizio: zero punti e ultimo posto in classifica. Un risultato deleterio per il morale di Giovinazzi. Il quale ha però saputo ancora una volta rialzarsi.

CON FERRARI HYPERCAR LA SVOLTA DELLA CARRIERA?

Il ritorno nel mondo Endurance in questo 2023 è cominciato al meglio per lui, fino al sogno diventato realtà di conquistare la corsa più desiderata: un sogno che è stato capace di riportare Giovinazzi laddove merita.

Un'iniezione di fiducia che ha reso finalmente possibile sconfiggere la temuta Toyota e che soprattutto ha reso il giusto merito ad un pilota ricco di talento ma talvolta sottovalutato, soprattutto in Patria. Anche perché i sogni non sono necessariamente destinati a rimanere tali: in fondo, come lo stesso Antonio scrisse sui social salutando la Formula 1, "è soltanto un arrivederci".

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