La sesta posizione costruttori non è il risultato che Alpine si augurava all’inizio della stagione ed i due podi conquistati sono solamente una magra consolazione. La scuderia francese ha subito una profonda rivoluzione interna a metà stagione, rimpiazzando tutti i principali vertici della squadra.

Alpine, una stagione tra (pochi) alti e tanti bassi

Le ambizioni del team Alpine sono state ridimensionate sin dalle prime gare della stagione, quando una vettura non in linea con le aspettative unita all’exploit di Aston Martin hanno messo a serio repentaglio la possibilità di replicare la quarta posizione costruttori ottenuta nel 2022. A metà estate lo scossone che ha cambiato l’intero board della scuderia: via il team principal Otmar Szafnauer, il direttore sportivo Alan Permane ed il responsabile della direzione tecnica Pat Fry a pochi giorni dalla sostituzione del CEO Laurent Rossi. È delle ultime ore anche l’addio del racing director Davide Brivio.

Alpine ha chiuso la stagione 2023 perdendo due posizioni rispetto al campionato precedente, quando le speranze vedevano la squadra transalpina confermare il risultato maturato nel campionato ’22 avvicinandosi alle prestazioni dei top team. Aston Martin prima e McLaren successivamente hanno aggravato il bilancio di una stagione che ha visto la scuderia, oltre a perdere due posizioni nella classifica finale, segnare 53 punti in meno pur riuscendo a salire per due volte sul podio, una per pilota aggiungendo una terza posizione ottenuta nella Sprint di Spa-Francorchamps. Da un costruttore come quello francese ci si deve attendere di più.

Voto: 5

I piloti

Non ci si attendeva una convivenza semplice tra i due connazionali anche se la rivalità interna, Australia a parte, non è costata un’emorragia di punti come successo nel 2022 tra Alonso e lo stesso Ocon. Il bilancio finale vede i due piloti divisi da soli quattro punti, anche se le prestazioni dei due sono state molto altalenanti, timbrate da singoli exploit che non hanno permesso di fornire un preciso quadro della situazione.

Al primo anno con la squadra transalpina, Gasly è riuscito a battere il coriaceo Ocon ma senza lo sfortunato zero di Singapore il risultato finale sarebbe stato probabilmente ribaltato. Resta una stagione corsa ad alto livello per il duo e la sensazione è che se entrambi avessero una vettura di livello potrebbero far crescere ulteriormente le loro quotazioni.

Voto: 6.5

La vettura

Un distacco rimasto pressoché invariato dalla vetta e ancora tanti, troppi problemi di affidabilità. La A523 non è stata un grande passo avanti rispetto alla sua progenitrice, limitata da un power unit, sempre di casa transalpina, non al livello della concorrenza. A nulla è valso il tentativo di introdurre un balance of performance per tentare di equilibrare la prestazione in tempo di congelamento dei motori, proposta che ha incontrato un muro da parte degli altri costruttori.

Sul lato tecnico, il team ha confermato lo schema aerodinamico 2022 introducendo una nuova sospensione posteriore, passando dallo schema pull rod a quello push rod, novità che ha permesso di migliorare l’efficienza della A523, rendendola temibile sui tracciati più veloci nonostante il deficit di potenza. Dov’è mancata la monoposto transalpina è nei tracciati con lunghi curvoni in appoggio, area dove la vettura ha mostrato le maggiori carenze.

Voto: 5

Samuele Fassino

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