F1 | Tanti auguri Mika Hakkinen: le 5 gare simbolo del “Finlandese Volante”
Da Estoril 1993 a Indianapolis 2001: il racconto dei weekend più significativi nella carriera dello storico "rivale" di Schumacher
A cavallo tra gli anni '90 e l’inizio del nuovo millennio, pochi piloti sono riusciti a spiccare in Formula 1 insieme a Michael Schumacher che, tra Benetton e Ferrari, vinse 7 titoli iridati. Tra di essi, colui che è rimasto più impresso nella memoria collettiva degli appassionati è sicuramente Mika Hakkinen, il finlandese che con la McLaren-Mercedes vinse per due volte il Mondiale Piloti nel 1998 e 1999. In occasione del suo 56° compleanno, andiamo quindi a raccontare le 5 gare simbolo della carriera del “Finlandese Volante”.
Prima di iniziare questa carrellata, abbiamo volutamente deciso di non includere il GP Australia 1995, in quanto l’incidente di Adelaide e il fatto che abbia segnato profondamente la carriera e la vita di Mika merita un discorso a parte (lo trovate in questo link).
GP Portogallo 1993
Dopo i primi due anni passati alla Lotus, Mika passò la stagione 1993 per la maggior parte ai box come terzo pilota della McLaren-Ford, finché Ron Dennis lo mise sul sedile della MP4/8 al posto di Michael Andretti per le ultime 3 tappe del Mondiale. Accanto a lui aveva come compagno di box un certo Ayrton Senna che aveva conquistato 3 Mondiali Piloti, 39 vittorie e oltre 60 pole position. Doveva essere un confronto a senso unico, ma Hakkinen si fece notare qualificandosi in terza posizione, davanti a Senna di 48 millesimi.
In gara, il finlandese si confermò lottando per le prime posizioni e non mostrando nessuna paura nei confronti di piloti esperti come Jean Alesi. La sua gara sarebbe terminata al giro 33 per un incidente mentre stava in scia al francese della Ferrari, ma si era già comunque fatto notare a tutto il mondo in quel sabato pomeriggio, soprattutto ai box quando alla domanda di Ayrton su come avesse fatto ad essere più veloce gli disse spavaldamente di “avere più palle di lui”, con tanto di sfuriata da parte del brasiliano. Un biglietto da visita niente male dopo quel weekend di gara all’Estoril.
GP Europa 1997
La sua prima vittoria poteva arrivare in quella stagione già a Monza o al Nurburgring (dove firmò la sua prima pole position), ma problemi di affidabilità alle gomme o al motore Mercedes gli impedirono sempre di tagliare la bandiera a scacchi per primo. La sua ultima occasione fu all’appuntamento finale del Mondiale 1997 a Jerez de la Frontera, dove le prime pagine erano tutte per il duello iridato tra Jacques Villeneuve della Williams-Renault e Michael Schumacher della Ferrari e per il contatto tra i due contendenti per il titolo verificatosi al giro 47.
Michael si ritirerà, mentre Jacques continuerà con la macchina danneggiata: Hakkinen vide qui la sua opportunità tanto attesa e sorpassò il suo compagno di squadra David Coulthard per inseguire e poi passare un Villeneuve che giustamente pensava solo a portare la sua monoposto a casa. Al traguardo si realizzò la prima e tanto attesa vittoria di Hakkinen in Formula 1. Vero, arrivò grazie ad un incidente tra i due protagonisti del weekend e del Mondiale di quell’anno, ma Mika fu bravo a cogliere quell’opportunità e andare a prendersi il successo. Un risultato che lo avrebbe poi messo in rampa di lancio per la stagione 1998.
GP Giappone 1999
Si dice sempre che la prima volta sia la più bella o quella che ricordi più a lungo. Per Hakkinen, invece, varrebbe il contrario se andiamo a parlare dei suoi due Mondiali conquistati entrambi a Suzuka. Vero, nel 1998 c’era il duello con Schumacher che era andato avanti tutto l’anno ed alcune delle migliori prestazioni di Mika (tra cui spiccò il dominio al GP Monaco), ma in quel finale Micheal non poté lottare ad armi pari per via del motore spento alla partenza e per la foratura al giro 31 causa detriti dell’incidente tra Tuero e Takagi. Nel GP Giappone 1999, invece, Mika stravinse il confronto con Schumacher (che rivestiva l’insolito ruolo di spalla di Eddie Irvine).
Il tedesco della Ferrari era partito dalla pole, ma il finlandese lo bruciò al semaforo e passò in testa con quella che fu, a detta sua, “la miglior partenza che abbia mai fatto”. Michael lo avrebbe tallonato praticamente per tutta la gara, ma Hakkinen non mostrò mai segni di cedimento e fu anzi vicino a doppiare il suo avversario per il titolo Irvine (che salirà sul terzo gradino del podio). Così firmò il suo secondo titolo piloti consecutivo, diventando il primo finlandese a vincere due Mondiali di Formula 1 dopo una gara e una stagione che lo consacrò definitivamente tra le leggende di questo sport.
GP Belgio 2000
Impossibile non includere la gara dove si vide uno dei sorpassi più iconici non solo della carriera di Hakkinen, ma anche della storia della Formula 1. A Spa-Francorchamps lui e Schumacher giunsero separati da 2 punti in classifica e il finlandese era partito dalla pole position, ma un testacoda alla Stavelot durante il giro 13 diede alla Ferrari del Kaiser la testa della gara e costrinse Mika ad inseguirlo. Dopo la seconda finestra delle soste ai box, Hakkinen era tornato dietro la coda di Schumacher, ma i suoi tentativi di passarlo al rettilineo del Kemmel vennero chiusi aggressivamente dal ferrarista.
Al giro 41 si ritrovarono allo stesso punto e nella stessa situazione, ma con di mezzo la B.A.R. di un Ricardo Zonta pronto a farsi doppiare. Schumacher si spostò a sinistra, Hakkinen si buttò a destra e..voilà: ecco il sorpasso della stagione per riprendersi il comando e vincere la gara. Un sorpasso leggendario, accompagnato da immagini altrettanto iconiche al parco chiuso di Mika che spiegò a Michael il sorpasso: un gesto simbolo di due piloti che allo stesso tempo erano rivali ma anche amici, che si rispettavano senza bisogno di creare polemiche.
GP USA 2001
L’ultimo hurrà di Hakkinen in Formula 1, ma non per questo meno speciale degli altri. La stagione 2001 fu molto impegnativa tra la famiglia (con il figlio Hugo nato a fine 2000) e un Mondiale molto difficile con performance deludenti e problemi d’affidabilità continui. Il finlandese riuscì comunque a mostrare sprazzi del suo talento vincendo a Silverstone: a Indianapolis si era qualificato col secondo tempo, ma sarebbe partito quarto per una penalità data per un’infrazione in pit-lane dopo il warm up.
Mika e la McLaren non erano i più veloci, ma con la strategia ad una sosta e con l’allungamento del primo stint fino al giro 47, il finlandese era riuscito a passare in testa sfruttando la pista più gommata e libera dopo le soste di coloro che erano sulle tradizionali due soste. Con la fortuna anche del ritiro di Barrichello per la rottura del motore, Hakkinen tagliò la bandiera a scacchi davanti a tutti per cogliere la sua ventesima ed ultima vittoria prima del suo famoso “anno sabbatico”. Una chiusura di carriera alla sua maniera, così come aveva iniziato: ma è proprio per questo che a Mika...gli si vuole bene.
Andrea Mattavelli