La F1 chiude il trittico di gare che va a concludere l'estate con il back-to-back che da Zandvoort porta a Monza, per la gara in Italia: nella nostra analisi tecnica le novità del tracciato brianzolo, la veste aerodinamica portata dai team e la preparazione alla gara.

Monza presenta due sostanziali novità rispetto alla configurazione della passata stagione. La nuova asfaltatura nelle Varianti e la rimozione dei "salsicciotti", atti ad impedire tagli troppo decisi nelle curve, in prossimità dei cordoli. Quest'ultima novità ha incontrato il plauso dei piloti per un migliorato comfort di guida e per una questione piuttosto importante legata alla sicurezza. Ricordiamo che questa tipologia di dissuasori aveva creato grosse situazioni di disagio durante la recente 6h di Monza.

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Pirelli affronta il fine settimana monzese con le composizioni centrali della gamma. Scelta forse conservativa, ma che dovrebbe comunque garantire una certa elasticità nelle strategie. La natura ad alta velocità del tracciato, fa sì che le scuderie abbiano portato allestimenti aerodinamici a basso carico, probabilmente con i valori minimi dell'anno. La cosa risulta abbastanza evidente consultando le comunicazioni di nuove parti diramate dalla F1 stessa.

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Particolarmente interessante risulta essere l'analisi delle ali posteriori portate in pista dalle varie scuderie. Tutti presentano profili con incidenza praticamente nulla. Aston Martin porta un'ala posteriore con un'evidentissima svasatura in apertura. Mercedes, Red Bull, Williams ed Alfa Romeo presentano dei trim nella parte finale del flap da DRS. Da notare come Alfa Romeo impieghi un raccordo dell'ala posteriore con un andamento piuttosto armonioso ed arrotondato nella parte anteriore.

In ogni caso il Circus arriva in Italia con una certa decisione sull'instradamento che ha preso il Mondiale. A Spa-Francorchamps e Zandvoort la Ferrari ha perso quasi definitivamente il treno. A Monza si gioca sulla velocità di punta, trazione e scorrevolezza nelle varianti. Un migliore utilizzo del fondo, che crea deportanza con poco contributo di resistenza indotta, premierà le scuderie.

Complessivamente le monoposto dovranno viaggiare con una certa stabilità. Questo significa lavorare su un opportuno indurimento delle sospensioni. D'altro canto bisognerà fare attenzione al porpoising e non ritrovarsi nella condizione di alzare troppo la monoposto da terra.

In altre parole, pur nella sua semplicità, Monza rappresenta un banco di prova tecnico piuttosto interessante. Le scuderie avranno molto lavoro da fare nel caso ci fosse bisogno di fare compromessi per trovare la migliore prestazione.

Luca Colombo

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