Con dodici punti, per la maggior parte conquistati nella fase iniziale del 2023, Haas finisce il campionato di F1 in una desolante ultima posizione: il nome della scuderia di Kannapolis risuona di più fuori pista rispetto ai risultati sportivi raccolti, a causa di un'evidente (e spesso "sonora") opposizione all'ingresso del team Andretti.

La scuderia: più bassi che alti

Haas raccoglie undici dei dodici punti nelle prime tre gare dell'anno, poi più nulla. La stagione della scuderia di Kannapolis vede il punto più alto nell'avvio al fulmicotone, suggellato dal quarto posto in qualifica a Miami. Il resto è noia. Ad Austin la scuderia introduce un aggiornamento tecnico più orientato allo "studio" in ottica 2024 e una livrea one-off condita da una astiosa stilettata nei confronti del possibile ingresso di Andretti Global. Possiamo condividere il concetto finanziario alla base della presa di posizione, ma non il resto. La scuderia ha un modello di business che la porta ad essere un'entità che aggiunge poco valore alla massima Formula. La crociata sul valore aggiunto, dunque, diventa una protezione del proprio status quo e di una visione che, implicitamente, lascia Haas nelle retrovie.

Voto: 4,5.

Piloti (voto di gruppo)

Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg non rappresentano una coppia di piloti particolarmente interessante. I due assolvono egregiamente alle richieste e alla visione della scuderia, senza aggiungere o togliere qualcosa. Il settimo posto a Melbourne di Hulkenberg fa bene sperare sulle potenzialità della monoposto e la quarta casella in griglia di Magnussen a Miami mette la lancetta dell'ottimismo alle stelle. Per quanto il quadro complessivamente rimanga stagnante, nella ormai decennale presenza della scuderia americana in pista, il duo attuale rappresenta la coppia meno discutibile. Da questo punto di vista Haas ha un capitale umano meglio e più spendibile con i media. Va notato come la scelta dei piloti per il 2023 e il 2024 non risponda più nemmeno ad una logica di scambio con la FDA, visto che nessuno dei titolari ha legami con la scuderia di Maranello.

Voto (per entrambi): 6.

Vettura

La monoposto costituisce un netto cambio di direzione per quanto riguarda la livrea, visto l'ingresso di un nuovo title-sponsor nella scuderia. Notare il cambio di livrea rispetto al discorso tecnico implicitamente segnala tante cose. Rispetto alla VF-22, la VF-23 non ha rappresentato un cambio di rotta e, come la storia Haas insegna, dobbiamo trovare tante somiglianze con la Ferrari F1-75. La "parentela" con la penultima monoposto di Maranello è anche tollerabile, considerando forniture e progetti.

Il problema maggiore rimane l'aver mutuato un concetto tecnico praticamente al capolinea dello sfruttamento legato all'evoluzione, che di fatto ha messo la scuderia all'angolo. Tutto questo spiega bene l'avvio bruciante rispetto alla concorrenza e il successivo anonimato, sorto con l'evoluzione di AlphaTauri e Williams verso soluzioni di scuola Red Bull. L'aggiornamento del COTA ricade sempre nell'eterno discorso sugli obiettivi ed ambizioni della scuderia. Il pacchetto, infatti, non aveva una valenza "prestazionale" da assolvere, ma costituiva una piattaforma aggiornata di "studio" per il 2024. Impegno troppo vago per chi ha disperatamente bisogno dei premi messi assieme dal campionato Costruttori.

Voto: 4,5.

Luca Colombo

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