Il 2023 della Red Bull entra nella storia di questo sport al pari del 1988 della McLaren, del 2002 della Ferrari e del 2016 della Mercedes. Una stagione leggendaria, per la quale i numeri non descrivono a sufficienza il dominio del team di Milton Keynes.

Anche perché, quando vinci il 95,45% delle gare di una singola stagione, significa che sei stato a un passo dalla perfezione. Ma non aver vinto una delle 22 gare corse nel 2023 non toglie assolutamente nulla al giudizio complessivo del lavoro svolto da Red Bull e da Max Verstappen.

VERSTAPPEN INTOCCABILE

Avreste mai pensato, al via del Mondiale a marzo in Bahrain, che Max Verstappen avrebbe chiuso l’anno con 19 vittorie, 21 podi, 12 pole position, 575 punti, 1003 giri al comando e che sarebbe diventato il terzo pilota più vincente della storia della Formula 1? Chi vi scrive, no, non lo avrebbe mai immaginato. Se è vero che Verstappen arrivava da una stagione da 15 vittorie, dall’altra parte ripetersi è sempre difficile. Ma migliorarsi così, mostrando il proprio lato sportivamente spietato e cinico, era francamente impossibile immaginarselo. 19 vittorie, di cui due “stint” da 10 e 7 vittorie consecutive, non erano mai riuscite a nessuno in un anno. L’olandese ha chiuso con l’86,36% di vittorie in una stagione battendo anche il 75% di vittorie in un anno di Ascari nel 1952. E, se ci pensate bene, a Verstappen è bastato metà anno: se fosse andato in vacanza dopo il Belgio, avrebbe comunque vinto il Mondiale con margine. Nei numeri si spiega una stagione da leggenda. Nelle immagini abbiamo assistito a un dominio totale, a un binomio pilota-vettura che raramente si è visto nella storia della Formula 1. Verstappen e la Red Bull sono ormai nella stessa lega di accoppiate come Senna-McLaren, Schumacher-Ferrari, Vettel-Red Bull e Hamilton-Mercedes. Binomi che restano nella memoria dei tifosi e che sono (e saranno) il riferimento delle generazioni future. Aspettiamoci che il 2024 porti a Max altri record. VOTO – 10 E LODE

PÉREZ, IL LATO TRISTE DEL BOX RED BULL

Come sempre, se c’è una parte del box che sorride a 32 denti, ce n’è un’altra che deve ricomporre i cocci di un anno complicato. Sergio Pérez è riuscito – pur avendo quella che, numeri alla mano, è stata la vettura più vincente della storia della Formula 1 – nell’impresa di fare meno punti del 2022 (per la precisione, 20), pur essendo riuscito a regalare a Red Bull il tanto atteso 1-2 nel Mondiale Piloti. E per Pérez chiudere secondo in campionato era l’obiettivo minimo. Target che poi è diventato necessario dall’estate per respingere gli assalti di Daniel Ricciardo al suo sedile, mai stato così tanto traballante in questo triennio in Red Bull come alla fine di quest’anno. Nonostante un ottimo inizio con 2 vittorie in 4 gare, Pérez si è spento dal 48° giro del Gran Premio di Miami, quando ha subito il sorpasso da Verstappen per la vittoria a 10 giri dalla fine. Da quel momento, Pérez ha fatto tantissima fatica a trovare il feeling con la RB19. Il fatto che abbia ottenuto il 49,6% dei punti fatti da Verstappen ne è la prova. Nove mancate apparizioni dal Q3 sono tante, soprattutto per chi ha la vettura migliore del lotto tra le mani. Tanti errori (Australia, Monaco e Ungheria su tutti), tanta fatica di adattamento a una vettura facile solo nelle mani di Max. Pérez è stato mangiato dalla pressione di dover fare risultato. Soprattutto, è stato mangiato dalla pressione di essere compagno di squadra di un pilota che sta facendo la storia. E da questa esperienza, Sergio non ne sta uscendo neanche tanto bene. VOTO – 5

ALLA RED BULL NIENTE 10 NONOSTANTE TUTTO

“Una vettura veloce è una vettura che permette al proprio pilota di performare al massimo. Sotto questo punto di vista abbiamo fallito perché solo un pilota, Max in questo caso, ci è riuscito. Dall’altra parte, non abbiamo compreso al meglio di cosa avesse bisogno Checo per estrarre il potenziale della RB19”. Nelle parole che Pierre Waché, technical director di Red Bull, ha detto a margine della stagione 2023 si spiega il desiderio di perfezione di Red Bull. Dopo aver passato sette stagioni a fare da spettatrice al dominio di Mercedes, Red Bull ha creato due vetture – la RB18 prima e la RB19 ora – che hanno estremizzato il concetto di dittatura sportiva e che hanno conquistato 38 vittorie in due anni. Due monoposto che, però, sono riuscite ad essere da Mondiale solo nelle mani di Max Verstappen. “Questa vettura entrerà nei libri di storia come una vettura speciale. Aver vinto 21 gare su 22, con la sola mancanza di Singapore, lascia spazio per miglioramenti”, ha ammesso Christian Horner. A Milton Keynes non sono pronti a cedere lo scettro e anche il 2024 si prospetta ricco di possibili soddisfazioni. VOTO – 9,5

Mattia Fundarò