Due giorni fa, il motorsport ha pianto la scomparsa di Robin Miller, un mito legato alla Indycar Series e anche alla Nascar. Un giornalista innamorato delle corse, che nel corso della sua carriera è arrivato addirittura ad uno scontro frontale con A.J. Foyt, durante il quale ha anche ricevuto un pugno dal pilota.

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Una vita in pista

Robin Miller è nato a Southport il 27 ottobre 1949. A otto anni, vede la sua prima gara all’Indianapolis Motor Speedway nel 1957 e, due stagioni più tardi, assiste dal vivo alla Indy 500.

Innamorato delle corse, a 18 anni entra a far parte del team del suo idolo Jim Hurtubise, dove esegue alcuni lavoretti gratuiti insieme alla pit crew. Alla fine del primo mese di lavoro, però, Miller è licenziato perché ha rovinato la verniciatura della monoposto del driver americano.

Durante questo periodo diventa amico del capo meccanico Bill Finley e del pilota Art Pollard. Nel 1968, Miller è assunto all'Indianapolis Star e il suo compito principale è quello di rispondere ai telefoni del dipartimento sportivo.

Robin lavorerà per 33 anni nella redazione dello Star, diventando qui uno dei più autorevoli e conosciuti reporter del mondo Indycar. Molto famose sono alcune delle polemiche  lanciate dalla sua penna; tra queste, particolare quella del 1981 in cui ha accusato AJ Foyt di aggirare i regolamenti tecnici. Il pilota non ci ha pensato sopra due volte, da vero yankee, prendendolo a pugni; il giorno successivo il giornale è stato costretto a ritirare le accuse.

Oltre alle monoposto, Miller si è occupato in maniera occasionale anche del mondo Nascar. Nel 1996, è molto critico riguardo alcune posizioni prese dal presidente della Indy Racing League, Tony George. Grazie a ciò, riesce a guadagnarsi un notevole seguito da parte dei sostenitori della CART, da cui la serie basata sulla Indy 500 si era staccata quella stessa stagione.

La fine dell'era Star, arriva la televisione

Nel 2001, Miller viene licenziato dallo Star per violazioni delle politiche riguardanti posta elettronica e etica professionale. Il giornalista ha inviato diverse e-mail offensive, inviato materiale pornografico ai colleghi ed e-mail diffamatorie su i leader locali. Robin ha poi presentato reclamo contro il licenziamento, ma è stato respinto.

Dal 2001 al 2004, Miller ha lavorato con ESPN, per poi spostarsi a Speed, come come scrittore e "insider" di Indycar. E' rimasto a lavorare fino al 2013, quando Speed è diventata Fox Sports .

A partire dal 2011 , Miller ha lavorato come analista per la copertura della Indycar su Versus/NBC Sports Network . I suoi compiti includevano interviste pre-gara, commenti e vari report dalla pit lane e dalla zona dei box. All'Iowa Corn 250 del 2011, ha contribuito ad avviare la popolare funzione "grid walk".

In seguito ha prestato servizio per NBC per la 500 miglia di Indianapolis, dopo che quest'ultima ha acquisito i diritti per la gara nel 2019. Nel luglio del 2021, Miller ha annunciato di avere una leucemia terminale, che lo ha accompagnato fino alla sua scomparsa. Dodici anni prima della sua morte, è stato inserito nella Motorsports Hall of Fame per i suoi meriti giornalistici.

Un uomo che, a modo suo, ha fatto la storia della Indycar; la sua voce resterà per sempre nel cuore e nelle orecchie degli appassionati d'oltreoceano. So long, Robin Miller!

Chiara Zaffarano