Credits: "X" Aruba Racing
Credits: "X" Aruba Racing

Alla loro prima gara nel Mondiale Superbike, Nicolò Bulega e Andrea Iannone sono riusciti a concludere rispettivamente al primo ed al terzo posto. Già nei test e nelle prove si erano dimostrati tra i più in forma, cosa confermata in Superpole e in Gara 1. Il percorso dei due è stato lungo e travagliato, fatto di cocenti delusioni prima di approdare nel massimo campionato delle derivate di serie.

Nicolò Bulega, dal titolo del CEV Moto3 al Mondiale in Supersport

Nicolò Bulega è sempre stato considerato uno degli astri nascenti del motociclismo italiano, un possibile secondo Valentino Rossi, che infatti lo scelse come uno dei piloti della sua Academy oltre che a dargli una sella nel team Sky. L'investitura definitiva arrivò a Valencia nel 2015, quando ottenne il titolo CEV Moto3, battendo piloti come Albert Arenas, Aron Canet e Joan Mir. Il passaggio al Mondiale, esclusi i podi di Jerez e Motegi, fu molto travagliato, anche a causa della sua altezza che non gli permetteva di esprimere il suo reale potenziale. Di conseguenza scelse di passare in Moto2, in cui non ottenne risultati di grande rilievo nè con il team VR46 nè con Gresini.

Dopo aver anche lasciato l'Academy e visti i risultati non esaltanti tra i prototipi, Nicolò scelse di passare alle derivate di serie, nella categoria Supersport. La moto prescelta fu Ducati Aruba, che debuttava anch'essa in categoria. Dopo un primo anno buono concluso al terzo posto pur senza vittorie, è riuscito ad ottenere il titolo mondiale con 17 vittorie e 22 podi. Risultati che hanno portato Aruba a promuoverlo direttamente in Superbike, con cui oggi ha ottenuto alla prima gara una vittoria stratosferica. L'ultimo ad ottenere un simile risultato fu Max Biaggi nel 2007 in sella alla Suzuki in Qatar, proprio nello stesso identico giorno di Nicolò sul calendario.

Il ritorno di Andrea Iannone dopo la squalifica per doping

Sicuramente, oltre a Bulega, era attesissimo Andrea Iannone, che tornava alle corse dopo 4 anni di stop a causa della squalifica per l'utilizzo di steroidi anabolizzanti. Pochi lo avrebbero pronosticato subito a podio, nonostante Phillip Island sia un circuito che gli è sempre piaciuto molto. Il caso ha voluto che nel 2019 corse proprio lì la sua ultima gara, in cui tra l'altro ottenne un ottimo sesto posto, il suo miglior risultato insieme all'Aprilia. 

Il talento di Iannone non è mai stato messo in discussione. Nonostante non abbia ottenuto alcun titolo mondiale, in 125cc ha dimostrato una grande velocità che ha fatto sì che potesse fare il salto di categoria in Moto2, in cui ha chiuso tutti e 3 gli anni in cui ci ha corso al terzo posto in classifica. Il passaggio in MotoGP è arrivato nel 2013 con Ducati Pramac, per poi passare nel 2015 nel team ufficiale, riuscendo a riportare la rossa alla vittoria a Spielberg nel 2016 dopo 6 anni di digiuno. Successivamente la scelta di andare prima in Suzuki e poi in Aprilia non ha pagato e il caso doping sembrava che potesse addirittura mettere fine alla sua carriera.

Il ritorno in Superbike è stato possibile grazie al team Ducati GoEleven, che ha accettato questa scommessa, consapevoli della possibilità di fare bene considerando il talento di Andrea, nonostante le perplessità dovute ai numerosi anni di stop. Queste però hanno iniziato a svanire giorno dopo giorno a partire dal ritorno in sella a Jerez. E la conferma la si è avuta proprio oggi, dopo una gara incredibile conclusa al terzo posto in lotta con Andrea Locatelli, Alex Lowes e Toprak Razgatlioglu, piloti che abbiamo spesso visto al vertice della categoria negli ultimi anni. 

Francesco Sauta