Il terzo posto di Charles Leclerc nella Sprint Race al Circuit of the Americas non farà dormire sonni troppo tranquilli agli uomini di Maranello. Il monegasco, così come Carlos Sainz con le gomme morbide, ha evidenziato un calo di prestazione nella porzione finale della distanza di gara, prevista su 19 tornate. Una problematica importante, che però non coglie di sorpresa visto l’andamento stagionale.

Scelte diverse in partenza

Gli approcci dei due piloti, già dallo start della gara veloce del sabato, sono stati diametralmente opposti. Se, infatti, per Leclerc gli uomini della Ferrari hanno optato per una strategia più “classica”, con le gomme medie, con Sainz sono stati invece ben più aggressivi. Lo spagnolo, infatti, è scattato con un treno di gomme rosse soft usate. Una decisione presa repentinamente, pochi minuti prima del via, e che se non altro ha avuto il pregio di dare una idea precisa dei valori e delle differenze delle diverse mescole.

Lo start, senza dubbio, è stato più positivo per Sainz, che scattava dalla sesta posizione. Lo spagnolo, infatti, ha potuto sfruttare al meglio la maggiore aggressività delle sue gomme, guadagnando due posizioni e portandosi alle spalle del team mate, nonostante un contatto anche pesante con Piastri. L’altra Ferrari di Leclerc, invece, si è trovata la strada letteralmente sbarrata da Verstappen, ed ha subito l’infilata di un reattivo Hamilton.

Soft più lente degli altri compound

Come detto, un dato appare evidente al termine della Sprint Race: le gomme rosse non sembrano essere all’altezza della prestazione offerta dalle medie. Già dal quarto giro, come giustamente sottolineato da Sainz nel post gara, perdevano tanta prestazione rispetto ai rivali, non consentendogli di andare a prendersi le posizioni davanti.

Nel complesso, la scelta Ferrari non è stata così malvagia, dal momento che Sainz ha chiuso nella posizione da cui era scattato. La sua condotta di gara, però, è stata fortemente influenzata dalla scarsa competitività delle gomme soft, e questo sarà da valutare studiando la strategia per il GP vero e proprio, quando, tra l’altro, le Rosse avranno a disposizione un set in più di gomme bianche rispetto alle McLaren.

Ritmo gara preoccupante anche con le medie

A destare maggiore preoccupazione, probabilmente, è la condotta di Leclerc. Il monegasco, infatti, ha chiuso in terza posizione, ma in volata con Lando Norris, che negli ultimi giri ha recuperato su di lui uno svantaggio di più di sei secondi. A giocare un ruolo fondamentale, in questo caso, sono state le tornate impiegate dall’inglese nel sopravanzare Carlos Sainz, che poi gli hanno impedito di attaccare concretamente il podio.

In particolare, rispetto alla Mercedes di Hamilton, la Ferrari del monegasco ha evidenziato, da metà Sprint Race in poi, una difficoltà a tenere il passo dell’1:40 basso, mantenuto invece senza problemi dai rivali intorno a lui. Un dato preoccupante per gli uomini del muretto, che domani dovranno pensare molto probabilmente ad una strategia alternativa, altrimenti il podio rischia di essere difficile da raggiungere.

Un dato importante è certamente la pole fatta segnare da Leclerc, che dimostra come sul giro secco le Ferrari possono avere delle chances importanti. La gara, però, è un’altra cosa, e la Sprint di Austin è l’ennesima dimostrazione di un passo che manca dall’inizio della stagione.

In ogni caso, sarà un GP entusiasmante, con Max Verstappen che scatterà sesto, e Charles Leclerc che dovrà difendersi in tutti i modi dagli attacchi dei rivali alle sue spalle.

Nicola Saglia

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