Il matrimonio del secolo. Quello che potrebbe concretizzarsi tra la Ferrari e Lewis Hamilton risulterebbe, senza ombra di dubbio, come l'accordo più clamoroso degli ultimi decenni. Almeno dai tempi di un altro "colpo" messo a segno dal Cavallino Rampante, ovvero da quello che nell'estate del 1995 portò Michael Schumacher alla corte di Maranello. Due realtà parallele che sembravano destinate a non incrociare mai i propri destini, ma che dal 2025 potrebbero scrivere insieme una nuova pagina nella storia della Formula 1.

Gianni Agnelli allora, John Elkann oggi. Con lo zampino decisivo di Fred Vasseur. L'inebriante fascino di portare un campione del mondo ad indossare i panni della Scuderia più celebrata e prestigiosa del Circus non rappresenta certo una novità dalle parti di Maranello. Ma questa volta lo scenario che potrebbe presentarsi a partire dal 2025 risulterebbe tanto intrigante quanto, per certi versi, del tutto inaspettato. Nel corso degli anni, le voci che vedevano Lewis Hamilton e la Ferrari nel ruolo di "promessi sposi" si erano più volte rincorse, risultando il più delle volte prive di fondamento e frutto di una suggestione piuttosto che di una reale trattativa in essere. Nelle ultime ore, però, le voci emerse tra Italia e Inghilterra sembrerebbero trovare un riscontro concreto, soprattutto per la particolare situazione venutasi a creare nel mercato piloti, del tutto imprevedibile fino a poche settimane fa.

IL "NODO" SAINZ

I punti focali sono essenzialmente due. Da un lato, lo stallo nel rinnovo contrattuale di Carlos Sainz. Dall'altro, la stima reciproca che da sempre lega Hamilton e la Ferrari. Le due parti si sono più volte "annusate" nel passato, senza però mai giungere ad una trattativa concreta. Le cose però sono repentinamente cambiate in vista di un 2025 che promette di rappresentare un vero "terremoto" nel mercato piloti. Detto del rinnovo di Leclerc, in molti si sarebbero infatti attesi un contestuale annuncio che riguardasse anche il contratto di Sainz. Lo spagnolo, nel recente passato, è stato più volte accostato al nome Audi, che farà il proprio ingresso in Formula 1 a partire dal 2026 con il team Sauber.

Una destinazione che lo vedrebbe nel ruolo di prima guida, condizione di cui non ha mai potuto usufruire finora a Maranello, nonostante le ottime prestazioni messe a segno anche nel confronto con il monegasco. E l'annuncio giunto a proposito di quest'ultimo, legatosi al Cavallino con un contratto pluriennale, non fanno altro che confermare come per il proprio futuro la Rossa sia decisa a puntare proprio su Leclerc. Anche a costo di rinunciare ad un Sainz capace di mettere a segno prestazioni senza dubbio convincenti nel corso della propria esperienza sin qui a Maranello.

HAMILTON IN FERRARI: QUALI VANTAGGI?

E dunque: perché portare Lewis in rosso? Potrebbe davvero essere lui l'uomo capace di risollevare le sorti di un team che non conquista un titolo mondiale dall'ormai lontano 2007? Molto probabilmente, no. Anche perché, come più volte evidenziato, il problema della Ferrari negli ultimi anni non è stato certo rappresentato dai piloti, quanto piuttosto da una situazione di inferiorità tecnica che le ha impedito di lottare ad armi pari prima con Mercedes e attualmente contro il formidabile binomio formato da Red Bull e Max Verstappen.

Quali sarebbero dunque i vantaggi di vedere un Hamilton sposare finalmente la causa di Maranello? Innanzitutto vi sarebbe l'impatto positivo dal punto di vista commerciale e mediatico, per entrambe le parti in causa. Da un lato, uno dei brand più rinomati al mondo, nonché la Scuderia con il maggiore appeal nell'ambito della Formula 1, si assicurerebbe i servigi del pilota più vincente dell'epoca moderna, in testa per numero di Gran Premi vinti e pole position realizzate. Ma con un record ancora da battere, che se conquistato lo proietterebbe definitivamente nella Leggenda: quello dei titoli mondiali. Un primato che vede lo stesso Hamilton affiancato a quota sette centri proprio a Michael Schumacher, ma che con l'eventuale e suggestivo scenario di un trionfo in rosso finirebbe per completare al meglio una carriera già di per sé straordinaria.

Vi sarebbe poi l'innegabile carico di esperienza che Hamilton porterebbe con sé a Maranello, frutto del suo ruolo di figura centrale in una realtà, come quella di Mercedes, capace di fare incetta di titoli nell'era turbo ibrida. Con 332 Gran Premi disputati in carriera e diciassette stagioni alle spalle di presenza ininterrotta in Formula 1, il pilota di Stevenage si pone alle spalle soltanto di Fernando Alonso da questo punto di vista, rappresentando una garanzia in termini di affidabilità e velocità. E proprio come ha dimostrato il pilota asturiano lo scorso anno, l'età non dovrebbe rappresentare un problema: nonostante abbia da poco compiuto 39 anni, Hamilton sembra infatti ancora possedere quella "fame" indispensabile per poter competere ai massimi livelli. Una fame che potrebbe trovare nuovo vigore indossando quella tuta rossa da sempre sogno "proibito" per tanti colleghi.

QUALI RISCHI: DALL'EQUILIBRIO INTERNO AL FATTORE ANAGRAFICO

Tra gli interrogativi che, al tempo stesso, in molti legittimamente si pongono figura però anche il seguente: perché puntare su Hamilton, piuttosto che su un giovane emergente da affiancare a Leclerc? Di certo, il discorso degli equilibri interni è un aspetto da non sottovalutare. Il britannico non arriverebbe di certo a Maranello con un ruolo da seconda guida, pur sbarcando in una realtà dove il monegasco rappresenta, forte anche del recente rinnovo, il vero "padrone di casa".

Ed è altrettanto chiaro che simili dinamiche potrebbero innescare un pericoloso cortocircuito, nonché risultare assai difficili da gestire, nel momento in cui la Rossa dovesse risultare competitiva e di nuovo in grado di poter lottare per il titolo. Meglio a quel punto sacrificare il "predestinato" Leclerc per l'apoteosi del sogno-Hamilton, o tarpare le ali a quest'ultimo per non intaccare lo status del proprio figlio prediletto? A Maranello, nel tavolo di trattativa con Hamilton, avranno l'obbligo di considerare questi aspetti. Senza lasciarsi trascinare dall'emotività né da aspetti che, con l'aspetto sportivo, potrebbero c'entrare ben poco.

Inoltre, è vero che con il rinnovo di Lando Norris il mercato piloti al momento non offra grandissime opportunità per rimpiazzare Carlos Sainz, ma è altrettanto vero che a fine 2024 molti piloti saranno in scadenza di contratto e stanno da tempo iniziando a guardarsi attorno. Gente che scalpita: come i vari Gasly, Albon e Ocon, giusto per citare qualche nome "caldo". Un eventuale accordo con Hamilton inevitabilmente non finirebbe per rappresentare un investimento a lungo termine, considerando l'aspetto anagrafico. Da questo punto di vista, la sensazione è che possa trattarsi di un matrimonio che giunge...fuori tempo massimo: ovvero con qualche anno di ritardo rispetto a quanto sarebbe stato lecito attendersi, ma che per svariati motivi non ha mai portato le parti a dialogare seriamente.

UN MERCATO BOLLENTE

Sarà dunque la volta buona? Di certo, il solo fatto di accostare i nomi Hamilton e Ferrari sta monopolizzando l'attenzione dell'opinione pubblica in queste ore. Andando a rievocare, per i più romantici, un accordo mai giunto a compimento e che probabilmente rappresenta per uno dei più grossi rimpianti nella storia del Cavallino: quello del mancato accordo con Ayrton Senna. Il cerchio potrebbe chiudersi, o forse no. Di certo, la temperatura è diventata improvvisamente "bollente" in questo freddo inverno che conduce verso i test pre-stagionali. Dove coloro che sono stati avversari per una vita potrebbero iniziare a guardarsi...con occhi diversi.

Marco Privitera

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