Dani Pedrosa torna in pista per la prima volta da Misano 2023.
Dani Pedrosa torna in pista per la prima volta da Misano 2023.

Jerez de la Frontera rappresenta la prima delle gare consecutive su suolo europeo dopo le trasferte in Qatar e America e l’antipasto di Portimao. Una classica del calendario della MotoGP su un circuito che la maggior parte dei piloti apprezza per le sue caratteristiche tecniche. A cominciare da Dani Pedrosa, che a sette mesi di distanza dall’ultima apparizione nel Mondiale torna in azione su una delle piste a lui più congeniali dal punto di vista dei risultati.

Pedrosa: tra le performance della moto e lo stupore su Acosta

Il pilota di Sabadell, che l’anno scorso corse anche qui a Jerez chiudendo con un sesto e un settimo posto tra le due gare del weekend, non nasconde che il suo ritorno in pista in Andalusia sia inatteso e non ha nascosto come i piani per lui siano cambiati dopo i test. Pedrosa, che non ha nascosto di essere “più aperto” e di godersi maggiormente l’atmosfera e la sua presenza nel paddock rispetto al passato, ha spiegato che sarà per lui un fine settimana utile per provare una serie di cose anche in vista del test previsto per il giorno dopo il GP, lunedì 29. Secondo lui, sarà importante partecipare al weekend visto anche l’incremento – e la differenza – di prestazioni rispetto al 2023.

“È difficile giudicare la velocità quando giri da solo nei test. Abbiamo alcune cose da provare e sono parti importanti da mettere sotto stress per capirle meglio e per capire anche se possiamo gestirle al meglio. Normalmente nei test hai tutto il giorno per fare delle correzioni e modificare la moto. Con questo nuovo format c’è più pressione e stress a cui far fronte, lo abbiamo già provato lo scorso anno. Questa è una delle motivazioni [della sua presenza, ndr]”.

Pedrosa, interpellato sul tema, ha anche commentato le prestazioni di Pedro Acosta, il rookie che KTM tiene sott’occhio in vista di un futuro nel team ufficiale e che in questo momento è anche il migliore del pacchetto di piloti che guida la RC16 grazie ai due podi ottenuti nei primi 3 round. 

“Non penso nulla di diverso rispetto a quanto state vedendo, dopo tre gare ha già conquistato due podi, non c’è molto da dire. Sicuramente il suo stile di guida e le linee che segue sono diverse dagli altri, siamo felici che stia facendo bene perché avere un rookie che sale sulla moto senza conoscere le gomme, la categoria, ecc., e che si trova subito davanti è positivo per noi, perché significa che la nostra moto aiuta i piloti a mettersi subito davanti. Ovviamente i risultati arrivano anche perché lui è estremamente motivato e nel complesso siamo molto contenti. Sta guidando molto bene, normalmente i rookies vanno aiutati a prendere ritmo ma in questo caso non è così. Se sono più sorpreso dei risultati di Pedro o delle piccole difficoltà di Jack e Brad? Sicuramente di Pedro, tutti si aspettavano fosse bravo, ma è stato eccezionale”. 

Di Giannantonio frenato dalle vibrazioni ad Austin

Reduce dal sesto posto nella gara della domenica di Austin, Fabio Di Giannantonio ha confermato come in casa VR46 il problema che lo ha limitato nella seconda parte del GP è stato individuato in alcune vibrazioni che gli hanno tolto fiducia.

“Ad Austin abbiamo avuto una buona velocità e buoni dati su cui lavorare, abbiamo avuto un piccolo problema in gara quindi sappiamo cosa dobbiamo migliorare anche per questa gara. Abbiamo avuto delle vibrazioni che ci hanno reso difficile trovare angolo in piega perché quando hai angolo ti senti al limite e queste hanno reso la moto imprevedibile da metà gara. So che ci stanno lavorando e sanno quale sia il problema, penso che qui possa risolversi e penso che possiamo ripetere la performance avuta nella prima parte di gara in America. Le vibrazioni posso nascere da mille cose diverse, ma sono sicuro che sia una cosa che si possa sistemare. È un problema che non ho mai avuto, non è stato bello scoprirlo in gara”.

Diggia ha anche commentato la differenza, in termini di prestazioni, che c’è tra la GP23 e la GP24, con la prima che sta facendo fatica a reggere il passo. 

“Su alcune cose è diversa ma io mi sono adattato subito. La differenza è che tutte le moto 2024, non solo le Ducati, hanno fatto davvero uno step enorme e se analizziamo i tempi fatti con le ’23, sono già molto più veloci rispetto allo scorso anno. La verità è che stiamo andando verso il limite di queste moto, che sono un ottimo pacchetto a livello tecnico, mentre gli altri hanno fatto un piccolo step. Secondo me è quella la cosa più grande, perché comunque a livello di performance stiamo andando fortissimo, siamo sempre molto veloci. In America ho fatto 2.01.6 con un errore, altrimenti sarei stato sul 2.01 basso che è mezzo secondo più veloce dell’anno prima. Vuol dire che stiamo spingendo tanto, ma in confronto alle nuove moto in questo momento non basta. Secondo me comunque non abbiamo ancora trovato una configurazione che può farci competere al 100% con la moto nuova. Non sono preoccupato comunque, quando ti trovi bene con la moto e con il team anche se ha qualcosa in meno puoi fare uno step in avanti. Io sono fiducioso del pacchetto che è molto buono, è la moto campione del mondo alla fine, il mio team fa paura. Sono fiducioso, se riusciamo a trovare la formula per far quadrare le cose anche io posso fare qualcosa in più e restare sempre nei primi 5”.

Bezzecchi: “Focus sulla moto, per il mercato è presto”

Due posizioni più indietro di Diggia ad Austin, anche per Marco Bezzecchi Jerez rappresenta una tappa importante per provare a crescere ulteriormente in termini di prestazioni e feeling, avendo anche la possibilità di poter sfruttare il test di lunedì per avere altro tempo in cui lavorare.

“Sicuramente [Jerez] sarà più facile di Austin, che è la pista più difficile del campionato ed è molto particolare. Penso sia singolare, unica. Questa è una pista che mi piace di più ma non so quanto sia più semplice, alla fine è sempre difficile cambiare stile di guida ed è una cosa che avviene passo dopo passo. Stiamo migliorando, stiamo facendo dei passi avanti, abbiamo fatto buoni progressi ad Austin. Il mio piano è quello di continuare così e di fare passi avanti ulteriori qui. Il test è molto importante, possiamo provare cose senza avere la pressione di dover fare un giro veloce o di non avere fretta come nelle libere. Per noi sarà importante, non so se proveremo qualcosa di nuovo da Ducati, ma alla fine il piano sarà quello di fare delle modifiche e di capire il comportamento della moto e di provare ad adattarci ancora meglio”.

Marco Bezzecchi ha allontanato il tema mercato alla vigilia di Jerez.

Interpellato sul mercato, Bezzecchi non nasconde come questa non sia una delle sue priorità al momento date anche le recenti prestazioni.

Per il 2025 non so nulla, penso a quest’anno. È ancora molto presto e nelle prime due gare ho fatto fatica. Nel mio caso è presto pensare al mercato, in MotoGP non si può perdere troppo tempo adesso, dovremo performare bene nelle prossime gare per garantirmi un futuro luminoso. Spero che considerino anche le gare dello scorso anno, ma se riuscissi a tornare a fare bene sarei più felice”.

Morbidelli: “Nel team siamo tutti gasati”

Nonostante sia uno dei due piloti ancora a quota zero, per Franco Morbidelli le ultime uscite hanno rappresentato uno step in avanti in termini di prestazioni, considerando la sua partenza ad handicap data dall’impossibilità di girare nei test invernali per l’incidente di Portimao. Il pilota romano ha infatti confermato come il potenziale a sua disposizione sia molto alto nonostante non senta come “sua” la GP24.

Al momento non ho avuto modo di costruirmi un mio setup, uso quello di Pecco. Controllo lui più degli altri perché quella è la moto che sto guidando adesso. Lui è anche il campione del mondo ed è il riferimento per Ducati. Per me ci sono tantissime cose nuove e il suo setup è una tra queste. L’unica base che ho io è la grande attitudine del team e il potenziale della moto. Siamo tutti gasati e sorpresi nel team, ci aggrappiamo a questa velocità iniziale di adattamento che sta avvenendo e cerchiamo di sviluppare da lì in poi. Non è facile dire quanto questa moto sia mia, non sono al 100% e non la sento totalmente mia. In frenata con Ducati puoi essere conservativo per sfruttare meglio l’accelerazione. Che questo sia il weekend della svolta? Prima dobbiamo correre il GP con il massimo della concentrazione e con l’obiettivo di chiudere con il miglior risultato possibile e di fare una bella gara. Lunedì sarà molto importante per me, sarà il mio primo test con la moto e potremo cercare un setting di base che ci piace”.

Marini: “Honda tutta nuova dopo tre gare”

In casa Honda, Luca Marini è concentrato sul lavoro intenso da fare sulla Honda, che con 4 piloti ha ottenuto solo 14 punti in 3 round, per il quale è consapevole di quelli che sono i passi che la HRC deve fare per crescere. 

“Il mio umore è sempre lo stesso, fino al giovedì sto da Dio, sono felicissimo, dopo quando ti vedi in fondo la mia parte competitiva inizia a dire che sarebbe meglio essere più in su ma so perfettamente che ci sono degli step da fare e sono poi sicuro che se restiamo uniti arriveremo prima dove vogliamo essere. Dobbiamo solo essere tranquilli, mi sto divertendo, andare a fare i test mi piace, ho del tempo per girare sulla moto e capirla meglio”.

“Dopo sole 3 gare abbiamo una moto nuova”, ha ammesso Luca Marini a Jerez.

In questa occasione sarà in pista anche Stefan Bradl, con l’obiettivo di provare alcune parti direttamente nel weekend di gara. Un lavoro importante anche per l’italiano, che ha spiegato come tutti i piloti siano allineati sulle cose da chiedere ad Honda e che un aspetto fondamentale è come i giapponesi recepiscono le informazioni. Nonostante tutto, Marini ha evidenziato come dopo 3 appuntamenti la RC213V sia una moto completamente diversa rispetto a quella di due mesi fa.

“Siamo tutti allineati, la cosa importante e che fa la differenza non è solo lo spiegare le proprie sensazioni, o comunque quello che fa la moto, ma lo è il cercare di andare nel dettaglio. Se ai giapponesi spieghi le cose veramente bene, il più precise possibile e più loro riescono a capire e a portarti la volta dopo qualcosa che ti aiuta e sulla quale senti la differenza. Velocità nel ricevere le modifiche? Secondo me non è questione di lentezza ma di precisione, loro hanno standard di qualità veramente molto alti e questa cosa mi piace moltissimo, quindi, devono essere sicuri al 100% che quella cosa funzioni. Il tempo di risposta è stato ottimo, dopo sole 3 gare abbiamo una moto completamente nuova per il test di lunedì. Piano piano hanno portato cose nuove durante le prime tre gare, è solo che prima vogliono essere sicuri che tutto vada a dovere, è anche una questione di sicurezza”

Da Jerez - Mattia Fundarò