Il buon Alex Palou per la seconda estate di fila ci regala una di quelle telenovele di mercato che fanno la felicità di analisti e addetti ai lavori. Dopo l’accordo raggiunto con McLaren in ottica 2024, infatti, ora pare più che mai sicuro che lo spagnolo abbia cambiato idea, decidendo di restare nel team di Chip Ganassi anche negli anni a venire. Una situazione difficile, che giunge esattamente a dodici mesi di distanza dalla provvisoria rottura con la squadra di Indianapolis.

Il caso si ripete un anno dopo

La passata stagione, la vicenda relativa alla decisione di Alex Palou di lasciare Ganassi per entrare nell’orbita Arrow McLaren non era passata inosservata. Anche perché, analizzandola, presentava tante similitudini con un altro caso direttamente legato alla squadra di Zak Brown, e cioè quello che aveva come protagonista Oscar Piastri, oggi titolare di Woking e strappato all’Alpine, con i francesi che non la presero per nulla bene.

In pratica, a luglio 2022 il team Ganassi aveva annunciato con somma gioia il rinnovo del contratto con lo spagnolo, salvo poi essere smentito nel giro di poche ore… dallo stesso Palou! A questo punto, era chiaro come qualcosa di grosso stesse bollendo in pentola. E infatti, a ottobre, ecco la conferma: il catalano dal 2024 sarà tra le fila del team papaya, ma nel 2023 potrà correre ancora con Ganassi, pur effettuando test F.1 con la vettura di Paragon.

Ed eccoci ai giorni nostri, con il secondo dietrofront in due anni. Alex è intenzionato a tutti i costi a rompere l’accordo raggiunto con Brown, restando dove è adesso. E non è certo un caso, considerando che è il candidato numero uno per il titolo IndyCar, che andrebbe a bissare quello ottenuto nel 2021.

MIM e Brown a dir poco delusi

Le reazioni delle parti in causa non si sono di certo fatte attendere. Monaco Increase Management, società con sede nel Principato che cura gli interessi sportivi di Palou, ha espresso in un comunicato la propria delusione. “Monaco Increase Management è amaramente delusa dalla decisione di rompere l’accordo esistente con la McLaren per il 2024 ed oltre. Insieme, avevamo costruito un rapporto che pensavamo andasse oltre ogni obbligo contrattuale, che era culminato con la vittoria del titolo Indycar 2021 e con un percorso aperto verso l’approdo in F1. La vita va avanti e auguriamo ad Alex tutto il meglio per i suoi futuri successi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il patron McLaren, Zak Brown: “Questo comportamento è incredibilmente deludente se si considera l’impegno che ha assunto nei nostri confronti e l’investimento significativo che abbiamo fatto su di lui. Sulla base di questo impegno abbiamo dedicato molto tempo, denaro e risorse per prepararci ad accogliere Alex nel nostro team perché credevamo in lui e non vedevamo l’ora di vincere in IndyCar con lui”.

No F1, no Alex

Insomma, a farla breve, Palou con ogni probabilità resterà in Ganassi, ma dovrà anche trovarsi un altro management. È evidente come le parole e l’amarezza di Brown siano comprensibili, ma forse è proprio lì che bisogna andare per trovare la radice del comportamento e della decisione del catalano, in quel “non vedevamo l’ora di vincere in IndyCar”.

Perché Alex non ha mai fatto mistero di volere un giorno andare a correre nel Circus, e, al momento dell’accordo, non c’era uno spot migliore di quello McLaren. Ma, con il passare del tempo, è risultato evidente che nel 2024, escludendo ribaltoni dell’ultima ora, per lui non ci sarebbe stato nessun posto da titolare, considerando le ottime prestazioni messe in pista da Piastri.

Quindi, dovendo restare in IndyCar almeno un altro anno, logico che a lui convenga farlo nel team migliore, che anche in questo 2023 gli sta consentendo di lottare per il titolo. Cosa che, come si evidenzia ormai da diverse gare, la squadra con le vetture nero-arancio al momento non è in grado di fare. E allora, facendo due conti, meglio aspettare e disputare un 2024 al top, cercando di sfruttare ogni minima occasione per fare il grande salto.

La pista McLaren per Palou ormai pare essere bruciata, ma chissà, con i cambiamenti che si profilano all’orizzonte, che l’estate 2024 non ci riservi il terzo atto di questa storia intrigante.

Nicola Saglia

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