Enzo Osella: una storia italiana tra Formula 1 e salita
L'ingegnere piemontese, con il suo lavoro, ha contribuito in maniera fondamentale a rendere grande il motorsport italiano

Enzo Osella si è spento ieri all’età di 86 anni, e la notizia della sua scomparsa ha scosso il mondo del motorsport italiano. La figura del piemontese rappresenta infatti una pietra miliare per tutto il movimento tricolore delle corse, e in più di quarant’anni ha dato tanto alle gare di casa nostra.
Gli inizi alla corte di Abarth
Bulloni, odore di benzina e motori da riparare: tutti “ingredienti” di ogni officina che si rispetti nell’Italia del Dopoguerra. E così è anche in quella di Volpiano, un piccolo borgo del torinese, gestita dal padre di Enzo. Ed è qui che il ragazzo inizia a formarsi, ad alimentare quella passione che poi sarà dominante nell’arco di tutta la sua vita e la sua carriera.
Le corse, in realtà, arrivarono più tardi, segnatamente nel 1957, quando un cliente gli chiese di fargli da navigatore al Rally del Sestriere. Sei anni più tardi, poi, avvenne l’incontro che cambiò per sempre la vita sportiva di Osella, quello con Karl Abarth. Quella tra i due non è certamente derubricabile ad una semplice collaborazione: dall’Uomo dello Scorpione Enzo apprese tutti i segreti per la messa a punto di telai, sospensioni e motori, vivendo da protagonista un’epoca unica. Con il passare delle stagioni il rapporto tra i due si cementò a tal punto che il piemontese divenne collaudatore e meccanico ufficiale della Squadra Corse, creando una di quelle sinergie destinate ad avere un ruolo di primo piano nella storia del motorsport.
Osella Corse: una storia italiana
La svolta destinata a portare il nome di Enzo Osella nell’Olimpo delle competizioni avvenne nel 1971, quando Abarth decise di vendere la propria azienda a Fiat. L’uomo di fiducia dell’austriaco prese in gestione il reparto corse, ribattezzandolo a proprio nome; così nacque Osella Corse, con sede a Torino a due passi dalla Mole Antonelliana. Il terreno di caccia prediletto, in quei ruggenti anni ’70, furono le gare prototipo ma soprattutto le salite, in cui il nome Osella iniziò a farsi rispettare sempre più.

Ma la pista e le vetture formula non furono mai fuori dai progetti del team piemontese. Formula Ford, Formula 3, Formula 2, fino ad arrivare nel 1980, al Circus della F1, con l’ingegner Giorgio Stirano a progettare la vettura e Eddie Cheever al volante. Dieci anni quelli in cui Osella Corse ha ballato nel mondo dorato della Formula 1; dieci anni di cui è rimasto indelebile il ricordo di quel GP di San Marino 1982, con quel quarto posto ottenuto da Jean-Pierre Jarier a regalare gli unici punti iridati alla squadra.
Ma non sono i numeri, almeno qui, a fare la storia. Perché dietro alla epopea dell’ingegnere e della realtà da lui creata con duro lavoro e tanta passione c’è ben altro. C’è un amore incondizionato per le corse, per le gare, per un mondo difficile, irto di difficoltà, ma che sa regalare tante soddisfazioni a chi non molla mai. La sfida impossibile lanciata nel Circus da Osella a colossi come Ferrari, McLaren, Williams e Renault è il simbolo di un’Italia da gara forse piccola ma agguerrita. Enzo Osella non è stato solo un costruttore, ma un vero e proprio pioniere che oggi merita il saluto del motorsport di tutto il mondo.
La redazione di Livegp.it manda un abbraccio alla famiglia e a tutti coloro che gli sono stati vicini. Buon viaggio, dunque, ingegner Enzo Osella, e, ancora una volta, grazie di tutto.
Nicola Saglia