E' battaglia per i nuovi regolamenti, quale futuro per il WRC? Credits: FIA World Rally Championship Official FB page
E' battaglia per i nuovi regolamenti, quale futuro per il WRC? Credits: FIA World Rally Championship Official FB page

A febbraio la FIA e il Promoter del WRC avevano presentato i piani per i cambi di regolamento già a partire dalla stagione 2025. Il cammino verso il rinnovamento, però, sembra essere meno agevole di quanto si potesse credere. I team, infatti, chiedono già un dietrofront a proposito dell’eliminazione della componente ibrida dal prossimo campionato, dal momento che tutti si troverebbero in grande difficoltà ad ottemperare a tutte le disposizioni. Ora bisognerà necessariamente trovare un accordo tra le parti, nell’interesse comunque di una categoria che ha un disperato bisogno di rilancio.  

Abiteboul guida la “fronda” dei team

Il motivo del contendere è ormai ben noto a tutti gli appassionati del WRC. A partire dal 2025, la FIA ha deciso di eliminare la componente ibrida dalle vetture, per poi attuare tutta una serie di accorgimenti che porteranno ad una sensibile diminuzione dei costi di gestione delle attuali Rally1, che negli ultimi anni hanno veramente raggiunto livelli esorbitanti. Il tutto nell’ottica di poter garantire un parco partenti sempre più articolato e popolato, cosa che ultimamente è mancata in maniera cronica. 

Tutto ciò, però, non ha incontrato i favori delle tre case impegnate al momento nel Mondiale rally, che si trovano con pochissimo tempo per imbastire un programma serio in vista della stagione che scatterà a gennaio. La più colpita parrebbe essere Hyundai, che al momento è in testa alla graduatoria piloti con Thierry Neuville. Alla vigilia del Safari, Cyril Abiteboul è stato abbastanza chiaro in merito all’applicazione dei nuovi regolamenti.

Credits: WRC Official website

 

Stavamo lavorando su una nuova vettura ibrida in vista del biennio 2025-2026, ma il nostro progetto è stato azzerato dalla decisione presa dalla FIA. Ora attendiamo le decisioni ufficiali del Consiglio Mondiale, ma poi dovremo tutti allinearci anche sull’idea di avere una quarta vettura per ogni team. Ciò porterebbe sempre a dodici il numero dei partenti. Inoltre, non credo che il futuro del WRC possa essere un livellamento verso il basso, con macchine più simili alle Rally2. Non so neanche se questo porterà all’interesse di nuovi costruttori: il mercato è infatti sempre più indirizzato verso l’ibrido, mentre noi lo eliminiamo. 

Anche il campione in carica Kalle Rovanpera non si è espresso in termini entusiasti a riguardo dei cambiamenti regolamentari in ottica 2025.

È chiaro che guidare le nuove vetture ci darà meno piacere rispetto a quelle di oggi. Capisco che la FIA voglia attrarre nuovi partecipanti, ma dovrebbero concentrarsi di più sulle nuove regole a partire dal 2027 per far sì che arrivino altri costruttori. Questi programmi devono essere presentati al più presto, senza aspettare sei mesi. Ci hanno spiegato che già nei prossimi due anni i costi si ridurranno, ma io questa di transizione non la capisco veramente.

Tra i bisogni della categoria e quelli dei team

Ora, leggendo queste dichiarazioni, la Federazione appare tra l’incudine e il martello. Da sempre, il cambio di regolamenti, soprattutto se così radicale, è un’operazione delicata che va gestita nel migliore dei modi. Difficile accontentare tutte le parti in causa, anche quando l’obiettivo è effettivamente sacrosanto e potrebbe portare a benefici per entrambe le parti. In questo caso, come auspicato da Abiteboul, è necessario sedersi ad un tavolo ed effettuare un lavoro di gruppo che porti a risultati accettabili per tutte le parti in causa. 

È evidente come per i team la decisione di rivoluzionare così tanto i regolamenti del WRC sia stato un vero e proprio shock, soprattutto per le tempistiche molto ristrette di attuazione. Vero, il cambiamento pesante avverrà a partire dal 2026, ma già la prossima stagione vedrà novità importanti come l’eliminazione della componente ibrida. Ed ha ragione qui Abiteboul quando lamenta l’inutilità del tanto lavoro svolto fino ad ora per progettare una nuova vettura, cancellato in un colpo solo dalla Federazione. Da dire anche che l’apertura del campionato verso nuovi costruttori difficilmente incontra il plauso di chi già è parte integrante del campionato. 

Però, pur capendo e in parte condividendo i timori del team principal transalpino e del campione finlandese, appare evidente un dato. Qualcosa per risollevare il WRC andava fatto, in particolare in ottica di una riduzione sensibile dei costi, che andrebbe poi tutta a favore delle squadre stesse. L’annata 2025, pensata come una transizione verso il futuro, dovrebbe rappresentare un inizio della svolta verso le nuove vetture; nel caso i team si dovessero mettere di traverso, la transizione verso le nuove vetture (e quindi verso il possibile ingresso di nuovi attori), potrebbe slittare ulteriormente, con tutte le problematiche connesse per la categoria stessa. 

Insomma, i nuovi regolamenti non piacciono ai team, ma una cosa è certa: qualcosa bisogna pur fare, e in fretta. Il WRC non può più attendere, ne va della credibilità e della sussistenza del Mondiale rally. 

Nicola Saglia