Credits: KTM Media
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Le pagelle di fine stagione della MotoGP 2024 prevedono una bocciatura per KTM Factory. La casa austriaca partiva quest’anno con l’obiettivo di battere la Ducati. Invece, ha faticato a tenere a bada Aprilia per il ruolo di comprimaria di un’annata dominata dalla casa bolognese. Inoltre, le recenti difficoltà finanziarie dell’azienda preoccupano non poco, facendo temere per l’immediato futuro.

Team KTM Factory in eterna metamorfosi: voto 4

Se una squadra MotoGP fosse un romanzo, la KTM sarebbe La Metamorfosi di Franz Kafka. Con una sola differenza: l’autore di Praga ha scritto solo tre capitoli, la casa di Mattinghofen una marea. La RC16 è stata oggetto di modifiche continue, senza mai trovare una direzione precisa. Ma la confusione maggiore è nell’ambito della gestione, dove si registrano defezioni importanti. Francesco Guidotti ha lasciato la direzione del team ad Aki Ajo, mentre Fabiano Sterlacchini non è più membro del reparto tecnico (passato in Aprilia, ndr). Parliamo di due personalità soffiate alla rivale Ducati, allo scopo di carpirne il segreto. Dopo un periodo di campagne acquisti dalle case rivali, KTM sta puntando maggiormente sulle risorse interne, complice anche le vicende societarie.

Brad Binder, capitano per un soffio: voto 5

Per Brad Binder il 2024 non può essere positivo. Paragonando le sue performance a quelle della passata stagione, si nota subito che il sudafricano abbia fatto un passo indietro: da quarto a sesto nel mondiale. Nel 2023 il #33 aveva mostrato maggiore costanza, con solo tre ritiri e due vittorie nelle Sprint, di cui era diventato uno specialista. Numeri che adesso sono peggiorati nettamente: i ritiri sono raddoppiati da tre a sei, con accanto diversi zeri per piazzamento. Il podio è arrivato solamente in due occasioni, entrambe nell'inaugurale Gran Premio del Qatar. Per quasi tutta la stagione è stato surclassato dal rookie delle meraviglie Pedro Acosta, abile nello sfruttare al massimo la RC16 gestita da Tech3 Racing. Binder lo ha battuto per soli due punti, complice la flessione dello spagnolo nella parte centrale del campionato. Cosa succede ora che i due saranno compagni di squadra? Nei test di Barcellona Pedro ha assunto l’onere (e l’onore) dello sviluppo della moto, segnale preoccupante per il sudafricano.

Brad Binder KTM Barcellona
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Jack Miller, un'altra avventura incompiuta: voto 3

Unendosi alla KTM, Jack Miller sperava di completare quello che aveva lasciato in sospeso con Ducati, ma la realtà è stata ben diversa. Le sue prestazioni nel corso dell’anno sono state negative: ha stentato nel classificarsi in top ten. Numerosi sono gli zeri nel suo casellario, sia per piazzamento sia per cadute, una costante per tutta la stagione. Non ha mai avuto lo scatto fulmineo alla Binder e non ha dato il contributo necessario al bene della squadra. Pedro Acosta lo ha oscurato totalmente, con il risultato che l’australiano ha dovuto poi cedergli il posto. Ora lo aspetta il quarto cambio di marca della sua carriera, in direzione Yamaha. Sarà ubicato in Pramac Racing, la stessa struttura che ha vinto il mondiale piloti con Jorge Martin.

Jack Miller KTM Barcellona
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Il 2025 è all'insegna dell'incertezza

Archiviato il 2024 ora si pensa al 2025, ma le premesse non sono affatto buone. La crisi del Pierer Mobility Group, società che possiede KTM, non può non preoccupare l’intero ambiente della classe regina. Pochi giorni fa l’azienda è entrata in amministrazione controllata, con lo scopo di rinegoziare l’altissimo debito accumulato finora. La produzione di serie si fermerà per due mesi, saranno tagliati migliaia di posti di lavoro. Al momento, il programma MotoGP è confermato, ma il dubbio sulla solidità del progetto rimane. I pochi sviluppi portati a Barcellona negli ultimi test sono un indizio forte in tal senso. Si prevedono tempi duri per la KTM, non soltanto in MotoGP.

Riccardo Trullo

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