Credits: FIA Formula E
Credits: FIA Formula E

La Formula E ha chiuso la sua lunga trasferta asiatica con una gara caotica e piena di colpi di scena sullo (sporco) circuito di Jakarta. Vediamo assieme quali sono i temi principali emersi dal weekend.

La prima di Ticktum

A 10 anni di distanza dall'ultima vittoria che era giunta a Mosca grazie a Nelson Piquet Jr, quando il team si chiamava NEXTEV, l'ora denominato Cupra Kiro ha conquistato un sognato successo grazie a Dan Ticktum, che negli ultimi 2 mesi è forse stato il pilota più in forma della serie. L'inglese, ex-pilota dell'Academy Red Bull, si ritrova forse per la prima volta nella sua carriera in Formula E con un pacchetto competitivo che gli sta permettendo di essere quinto a 14 punti dal quarto posto detenuto al momento da Taylor Barnard.

Le prime tre stagioni in Formula E sono state complesse, è stato difficile restare motivato. Quest'anno sta andando meglio di quanto potessi sperare, abbiamo faticato all'inizio dovendoci adattare ai nuovi sistemi e alla nuova powertrain, ma il team ha fatto un lavoro incredibile, da Miami i miglioramenti sono stati ottimi. Questo fine settimana FP1 e FP2 sono state inutili per le condizioni della pista, abbiamo dovuto cercare di azzardare con delle regolazioni e con il bilanciamento e al momento sembra che azzecchiamo tutto. Sono orgoglioso del team e apprezzo quanto hanno fatto i nuovi investitori, è speciale. 

Credits: Cupra KIRO
Credits: Cupra KIRO

L'inglese ha iniziato a racimolare risultati positivi negli ultimi due mesi, nonostante una certa costanza di rendimento con otto piazzamenti a punti in 12 gare: la svolta è giunta a Miami dove la sua competitività è cresciuta e si è convertita poi in tre top-5 consecutive tra Tokyo e Shanghai prima della vittoria odierna.

È difficile da dire senza che sembri arrogante, ma questa è la posizione dove sento di dover essere. Non riesco a dirlo senza essere arrogante, ma l'ho già dimostrato in altre categorie. Naturalmente dentro di me sento moltissime emozioni, sono molto contento. Penso che la Formula E ed il team mi abbiano dato un bellissimo spazio per essere me stesso sinora e quest'anno mi sto divertendo tanto. Spero che questo sia il posto dove crearmi una bella carriera nei prossimi anni. 

Nello specifico, sulla gara Ticktum non ha nascosto come ottenere la vittoria non sia stato semplice come si è visto nel finale, a causa del pressing di Mortara.

La gara è stata difficile, come tutti hanno visto c'era solo una linea da poter usare e superare era complesso. Edo era molto più veloce di me negli ultimi giri, ma siccome i target di energia sono saliti, non è riuscito a superarmi. Non me l'ha resa comunque facile.

Un successo sofferto anche per il team principal di Cupra Kiro Alex Hui, colto in un momento di commozione dalle telecamere dopo la bandiera a scacchi.

Il risultato ottenuto è più di una vittoria, è un momento che qualcuno di noi ha inseguito per 10 anni. A inizio anno era tutto nuovo. Abbiamo accolto dei nuovi investitori nella Forest Road Company, un nuovo Co-Title Partner in CUPRA e un nuovo partner tecnico in Porsche. Sono cambi che ci hanno dato obiettivi chiari, anche se prima di raggiungerli dovevamo ricostruire tutto. Abbiamo trovato competitività a Miami, siamo passati dalla prima top-5 al primo podio e ora al gradino più alto per la prima volta. Ci siamo guadagnati duramente questo risultato.

Mahindra festeggia a metà

Il team indiano continua nella sua fase positiva con - forse - la miglior prestazione dell'anno, al fianco di quella di Monaco di inizio maggio, nonostante il ritiro di Nyck De Vries. Il secondo posto di Edoardo Mortara - e contestualmente il suo primo podio con la Mahindra - conferma la crescita di una squadra che lo scorso anno si trovava in una situazione completamente differente, segno di come il lavoro svolto nell'ultimo periodo stia iniziando a pagare.

Dopo la gara ho detto di essere deluso per il team perché meritava di avere entrambe le vetture sul podio. La gara è stata un mix di fortune e sfortune. Prima del secondo Attack Mode ero davanti a Dan e penso che se non ci fossero state interruzioni avremmo avuto un'ottima chance di finirgli davanti ma saremmo stati fortunati perché chi c'era davanti a noi si sono fermati. Questa però è la Formula E, succede molto e quando finisci sul podio significa che la giornata è andata bene. C'era sicuramente più potenziale nella vettura in qualifica e anche dal punto di vista del ritmo mi sentivo bene e spero che sia così anche nel prossimo weekend.

Sulla crescita e i risultati, Mortara ha voluto - ancora una volta - sottolineare come tutto sia frutto del lavoro svolto negli ultimi due anni, quando dall'inizio della Season 10 la squadra gestita da Frédéric Bertrand è ripartita da zero con il progetto.

Non c'è un singolo fattore, sono due anni che lavoriamo al massimo per migliorare ogni aspetto, su hardware e software il team ha fatto un lavoro folle nello sviluppo e in ogni gara abbiamo dei miglioramenti, è un processo continuo e spero che sia possibile introdurre altri aggiornamenti negli ultimi weekend.

Dall'altra parte del box, nonostante una gara svolta quasi interamente nella parte alta della classifica e una penalità per un contatto con Jake Dennis in pieno rettilineo nel corso del 23° giro, per De Vries un problema tecnico ai freni è stato fatale e lo ha costretto al ritiro a pochi giri dalla fine.

Per noi è stata una bella giornata, avevamo un'ottima velocità. Abbiamo fatto tutto bene, il risultato è stato positivo per Edo, meno per me ma non penso che ciò possa rovinare quanto di positivo c'è stato. Non avevamo più freni, avevo un grosso segnale di stop sul dashboard. Volevo riportare ai box la vettura per non creare problemi o FCY ma dovevo stare attento perché non potevo frenare. L'incidente? Eravamo in un'ottima posizione, avevamo 6" di gap quando è successo, stavamo tenendo un ottimo ritmo e mancavano diversi giri. Avevamo la possibilità di ottenere un ottimo risultato.

Rowland, altro passo falso ma titolo vicino

Settimo al traguardo ma 10° in classifica per una penalità di 5" che - conferma Nissan - sarà definita ufficialmente settimana prossima. Nonostante ciò, per Oliver Rowland il weekend di Jakarta può essere considerato un ennesimo step a favore verso il titolo che - con 116 punti ancora in palio - può essere conquistato già a Berlino visti i 69 punti di vantaggio che l'inglese ha su Pascal Wehrlein, 11° e che ora deve guardarsi le spalle da un Antonio Felix da Costa il cui futuro in Porsche in questo momento è tutto tranne che certo. 

Dopo una qualifica deludente, abbiamo fatto un'ottima gara, recuperando nove posizioni prima che la penalità ci facesse finire al decimo posto. Sono riuscito ad allungare in campionato di un punto che può essere importantissimo a fine anno, ma vogliamo di più. Ci siamo avvicinati tra i Team e nei Costruttori. Dobbiamo capire cosa è andato storto e analizzare perché in qualifica non siamo andati bene, ma sono convinto che possiamo recuperare ed essere pronti a giocarcela davanti a Berlino.

Dennis e Barnard, che peccato

La pole sembrava il primo passo verso un possibile ritorno al successo, invece il pomeriggio indonesiano di Jake Dennis è crollato nella seconda parte di gara, tra il contatto subito da Nyck De Vries al 23° giro in pieno rettilineo - con l'olandese che non ha calcolato bene i tempi per spostarsi davanti e che per questo è stato penalizzato - e il problema con la FCY che non gli ha permesso di ripartire, facendogli perdere posizioni. Il problema sembra sia stato causato dal limitatore, che non si è disinstallato alla fine della FCY e che ha fatto crollare Dennis in 18^ posizione e, di conseguenza, senza punti. Un guaio che, secondo Roger Griffiths, TP di Andretti, ha fatto sfumare una vittoria che era in mano all'inglese. 

Il weekend è iniziato bene e anche la gara era partita bene, forse siamo stati al comando per il 60% della durata, ma poi ha iniziato a sfuggirci. Ovviamente quanto successo con Nyck non è stato l'ideale. Non penso sia necessario parlare con lui (De Vries, ndr), è chiaro quello che è successo, ha avuto la penalità, capita. Non ha giudicato bene la situazione, ci siamo toccati. Fortunatamente non ci ho perso molto, siamo stati fortunati. 

Credits: McLaren Media Centre
Credits: McLaren Media Centre

Chi era con lui in prima fila, e cioè Taylor Barnard, ha avuto un esito finale migliore con il sesto posto finale, ma anche per il rookie di McLaren la gara di Jakarta è stata tutto tranne che facile, con l'inglese che nella fase centrale della gara ha perso posizioni per una strategia che non si è rivelata vincente. 

All'inizio ero tranquillo e mi sentivo sotto controllo, ma a volte con la strategia capita di essere sfortunati. Con quattro vetture subito dietro di te che prendono l'Attack Mode o sei costretto a prenderlo subito o sei costretto ad aspettare. Devo riguardare bene il tutto, siamo finiti in una situazione nella quale ci siamo trovati bloccati, siamo stati sfortunati e da lì in poi è stato complesso. Quando abbiamo preso il secondo Attack Mode ci siamo trovati poi la FCY. Siamo stati sfortunati, ma abbiamo chiuso sesti e settimi. Non possiamo essere troppo delusi. 

Stellantis si lecca le ferite

DS Penske e Maserati chiudono il weekend a zero punti e si leccano le ferite per motivi diversi. Per i due piloti di DS errori di guida li hanno esclusi dalla lotta per i punti: Vergne si è ritrovato con l'ala anteriore danneggiata dopo 4 giri, mentre Gunther ha toccato il muro sul lato sinistro vedendosi costretto al ritiro. Problemi tecnici invece hanno tolto dalla contesa le due Folgore di Vandoorne e Hughes, con Maserati che puntava a giocarsi le sue carte nel finale. Hughes è andato KO per un problema alla batteria causato dalle alte temperature, mentre Vandoorne è finito a muro pesantemente a causa di un problema ai freni nella zona dell'Attack Mode.

È stato un weekend difficile chiuso con un ritiro con un brutto incidente. Non so cosa sia successo, ma avevamo un sacco di allarmi accesi sul volante e abbiamo perso i freni. Il pedale andava fino in fondo e abbiamo subito un grosso impatto frontale. Fortunatamente sto bene ed è ciò che conta. Ma è stato un weekend complesso, con condizioni difficili da gestire non avevamo ritmo e le condizioni della pista erano inaccettabili con tantissimo sporco. Abbiamo bisogno di un reset prima di tornare a Berlino.

Mattia Fundarò