Via…ma Lewis? La partenza del Gran Premio regala una delle poche emozioni che vale la pena di esaminare. Allo spegnersi dei semafori, Hamilton si dimostra così tanto affezionato alla piazzola della pole position (e che pole position) che, pur di non mollarla, quando gli altri partono lui è ancora fermo lì. Metafore a parte, allo start il campione del mondo sbaglia tutto, mandando quasi in stallo la sua monoposto, e rimanendo quasi fermo a guardare gran parte della compagnia passargli davanti. I migliori ringraziamenti, ovviamente, arrivano dal compagno di squadra, il quale ritrovandosi in testa con Lewis nell’ingorgo, sa bene che deve solo accompagnare la vettura alla vittoria.

“UFO” Mercedes, Rosberg ci prova. Approfittando dell’errore dell’amichetto vestito come lui (che alla fine gira e rigira arriva comunque secondo), Nico domina la corsa non sbagliando assolutamente niente. Sempre in testa, mai un calo di concentrazione, solido fino al traguardo. Materiale utile per riportarsi a quota -2 in classifica, e per ricominciare a pensare di poter vincere il titolo. Certo è che osservando la pole position di re Lewis il sabato, si capisce facilmente come fra i due la “classe” sia diversa, e che l’UFO Mercedes guidata dall’extraterrestre inglese sarà difficile da mettere dietro per Nico. Piloti a parte comunque, ancora una volta gli elogi vanno al team di Stoccarda, con i meriti di aver costruito una vettura che sembra davvero un oggetto (non) volante non identificato. A loro, sarebbe giusto dedicarlo davvero un applauso di “92 minuti” come fecero i colleghi di Fantozzi a favore delle lamentele sulla “Corazzata Potëmkin”, perché per la prima volta negli ultimi decenni fanno vedere in pista una monoposto apparentemente senza punti deboli. Niente problemi di affidabilità, potenza da vendere, non bruciano le gomme, forti nelle piste veloci tanto quanto nei kartodromi lenti. Senza dimenticare una squadra corse capace di affrontare ogni situazione di possibile imbarazzo (vedi contatti fra i loro piloti nelle gare precedenti) senza battere ciglio. Insomma, gli altri hanno molto di che sperare se vogliono impensierire i blindati a tre punte….

Ferrari, il famoso bicchiere non è di certo mezzo pieno. Basta con le false speranze ai tifosi e con le forzate parole di ottimismo che ostenta patron Marchionne. E per favore, aiutiamo anche Maurizio Arrivabene che a forza di tenere i piedi a terra e la testa bassa per colmare il gap con Stoccarda, probabilmente starà iniziando a presentare i primi segni di...piegamento cervicale. A Monza, territorio Ferrari e quindi gara che a Maranello preparano già dall’inverno, il distacco dalle due Mercedes era “siderale”. Su una pista “rettilinea” di circa un minuto e venti, i blindati a tre punte rifilavano oltre un secondo al giro alle Rosse, dando anche dimostrazione di una tendenza alla passeggiata utile a ridicolizzare la concorrenza. La “Marchionne & Friends” quindi, sarebbe il caso che come Vettel ammettesse che la vettura non è all’altezza della concorrenza, e che il progetto fatto da zero su un foglio bianco non ha dato i frutti sperati. Inutile provarci quindi, tanto è evidente che il distacco è incolmabile. Sperando che il cambio di regolamento del prossimo anno porti una ventata di prestazione a Maranello, ribaltando magari anche la sindrome di depressione che sembra stia assalendo il povero Seb.

Ricciardo su Bottas, che manovra. A pochi giri dalla fine, ci pensa "sorrisone" australiano a svegliare il pubblico di appassionati. Alla frenata della prima variante, dopo il tentativo fallito di sorpassare in scia una Williams inarrivabile in rettilineo, Ricciardo tira giù una staccata che a guardarla in diretta ha fatto venire a tutti l’istinto di mettersi le mani fra i capelli aspettando il “dritto”. E invece no: Bottas, fin lì tranquillo dato che Ricciardo era solo un puntino negli specchietti abbastanza lontano alla fine del rettilineo, si è visto “assaltare” dalla Red Bull con una frenata ai limiti della fisica, rivelatasi perfetta e azzeccata per portare a termine il sorpasso. Certo, anche Valtteri ci ha messo del suo per “agevolare” la manovra, ma che bello che è stato….

Podio, che spettacolo. Come accennato nella premessa, il vero spettacolo a Monza l’ha offerto il pubblico. Un’onda rossa proveniente da tutte le direzioni, fatta di amici, famiglie, coppie e bambini. A dimostrazione di un popolo che ha la cultura di questo sport nel sangue. Certo, avrebbero tutti preferito vedere qualcuno vestito di rosso sul gradino più alto, per cantare tutti insieme l’inno di Mameli, ma diciamo che l’idea di un Nico Rosberg in versione direttore d’orchestra di intonare il “po-po-po-po” con cui l’Italia calcistica ha messo le mani sul Mondiale di qualche anno fa, è bastata per accontentare anche i più musoni. Bernie, dicevi che Monza non ha niente di più di altre piste? Ecco, beccati questa….

In conclusione, premio alla carriera honoris causa a Felipe Massa, che ha scelto Monza per annunciare il proprio ritiro dalla massima categoria automobilistica. Gli era stato offerto di salire sul podio per salutare un’Italia affezionatissima a lui, ma il brasiliano considera cosi onorevole il palcoscenico brianzolo, da sostenere che ci si debba salire solo se davvero lo si merita. Grande Felipe, ci mancherai.

Appuntamento a Singapore fra due settimane, dove è stato Vettel l’anno scorso a seminare il panico. Riuscirà a fare cose simili anche nell’edizione 2016? Difficile dirlo, specie perché a Stoccarda, quest’anno, sembrano davvero aver pensato a tutto.

Daniel Limardi