La famiglia del campione del mondo MotoGP 2006 pretende l’importo massimo previsto dalle soglie minime di legge per i danni a persone provocati da incidenti stradali. Secondo la Procura, infatti, ci sarebbe un concorso di colpa tra il pilota americano e il giovane di Morciano: Nicky Hayden non rispettò lo stop per immettersi in via Tavoleto da via Ca' Raffaelli mentre l'automobilista non transitava a 50 km/h, come il codice della strada prevedeva in quel punto, ma stando alle perizie della Procura transitava a 72,8 km/h. Lo scorso 13 giugno il GIP ha quindi deciso di mandare a processo per omicidio stradale il giovane automobilista.

Stando alla Procura e alla famiglia dell'americano, Nicky si sarebbe potuto salvare se l'automobilista avesse rispettato i limiti e moderato la velocità in prossimità dell’incrocio. Di parere contrario i legali del ragazzo, Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti, secondo i quali lo scontro con Hayden sarebbe stato inevitabile. La parola ora passa ai giudici che dal prossimo 10 ottobre dovranno stabilire le responsabilità dell'automobilista. I suoi legali hanno chiesto e ottenuto per lui il rito abbreviato.

La sorella di Hayden, l’unica che si era costituita parte civile al processo, non ha accettato l’abbreviato ed è uscita dal procedimento. Ma la famiglia del pilota, qualche giorno dopo, ha deciso di avviare l’azione civile e chiedere il risarcimento milionario.

A Misano intanto ci si prepara per ricordare Kentucky Kid. Durante il weekend del Motomondiale gli verrà intitolato un giardino, adiacente all'incrocio dell'incidente dove sarà posta una stele in sua memoria.

Mathias Cantarini