La FIA prende atto "con preoccupazione" che le condizioni di temperatura e umidità estreme durante il GP del Qatar di F1 hanno avuto un impatto sul benessere dei piloti. Nella nota che accompagna lo statement FIA si legge: "Pur essendo atleti d’élite, non ci si dovrebbe aspettare che [i piloti, ndR] competano in condizioni che potrebbero mettere a repentaglio la loro salute o sicurezza".

Il ragionamento della FIA parte da un concetto semplice: il funzionamento sicuro delle monoposto risiede nella responsabilità dei piloti. In forza di questo assunto, come per altre questioni relative alla sicurezza, la FIA adotterà tutte le misure ragionevoli per stabilire e comunicare parametri accettabili per lo svolgimento delle gare.

Analisi e azioni

La FIA ha avviato un'analisi della situazione in Qatar. La Federazione vuole fornire raccomandazioni per situazioni future analoghe. L'organo federale gioca d'anticipo nonostante nel 2024 la collocazione della gara in Qatar preveda un meteo con temperature più basse: si preferisce intraprendere azioni concrete ora per evitare il ripetersi dello scenario di Lusail.

Per questi motivi una serie di misure saranno discusse nella prossima riunione della commissione medica a Parigi. Tali misure potranno includere linee guida per i concorrenti, ottimizzare il flusso d'aria nel cockpit (come per la Indy 500 del 2020?) e raccomandazioni per la stesura di un calendario attento alle condizioni climatiche accettabili. La ricerca prenderà spunto anche da altri sport, come la corsa campestre.

Tutto sembra allinearsi verso uno scenario in cui il GP del Qatar rimarrà un ricordo del passato. Tuttavia, nonostante la tempestività e la consistenza dell'intervento, questa azione della FIA pare andare a scontrarsi contro le volontà di una Liberty Media che continua a pianificare calendari estenuanti non sostenibili dal punto di vista ambientale e, a questo punto, climatico. Trovandosi in mezzo ad una questione che tratta la salute dei piloti, questo tipo di attrito non dovrebbe nemmeno esistere nei pensieri di chi commenta.

Luca Colombo

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