Formula E | Imprevedibilità e Pit Boost al centro del venerdì di Monaco
Nella conferenza stampa che precede il weekend del Monaco EPrix, occhi puntati su Evans, Nato e Vergne che si sono focalizzati sull’importanza di fare punti e sul Pit Boost.

A Monaco la vigilia del primo double header di sempre nel Principato si è focalizzato sulla natura del circuito e delle gare che regala da sempre e la presenza del Pit Boost, che torna per la prima volta dopo il debutto di Jeddah ed è pronto a regalare ulteriore incertezza nel gruppo.
Evans punta al bis a Monaco
Mitch Evans arriva a Monaco forte del successo ottenuto lo scorso anno in una gara tatticamente perfetta per la Jaguar, ma allo stesso tempo è reduce da un inizio di stagione disastroso nel quale alla vittoria ottenuta nel Season Opener di San Paolo sono seguiti solo risultati deludenti e senza punti ottenuti. Alla vittoria del 2024 Evans si affida per sperare di potersi ripetere anche con il sogno di poter dire di aver vinto a Monaco in più di un’occasione. Con le due gare previste nel weekend, Evans avrà quindi una doppia chance per riuscirci, tenendo però in considerazione anche che nella prima delle due gare sarà da tenere in considerazione la presenza del Pit Boost.
Monaco è la mia gara preferita dell’anno, mi è sempre piaciuto correre qui. È un posto speciale, è bello poter venire qui. Tornare qui ed essere l’ultimo ad aver vinto qui è una bella sensazione, l’anno scorso finalmente ci siamo riusciti. Quest’anno abbiamo due tentativi, speriamo di riuscire a ribaltare lo strano inizio di questa stagione e di portarci a casa dei punti. Vorrei che il mio nome sia su quel trofeo più di una volta sola. Penso che questa gara sia semplicemente diversa, avremo il pit stop, il Pit Boost e abbiamo due gare questa volta. La seconda gara sarà simile a quanto abbiamo visto in passato, con il Pit Boost cambierà un po’ la dinamica. Abbiamo tutta una serie di dati dallo storico, abbiamo il nuovo Attack Mode e con questo la strategia cambierà abbastanza. Ci sono cose alle quali possiamo fare riferimento, ma mi sembra che ci possa essere un piccolo reset. Non vedo l’ora di correre. Penso che la gara sarà tirata, ci saranno sicuramente dei contatti ma spero solamente di poter dare una svolta alle mie prestazioni e tornare davanti.
Oltre allo storico dei risultati ottenuti nel Principato, Evans spera che l’imprevedibilità che caratterizza la serie possa aiutarlo a recuperare terreno in campionato, dove in questo momento è molto lontano per poter avere ambizioni da titolo.
Penso che la ragione sia proprio questa, sai che è imprevedibile e sai che ci sono delle possibilità di ribaltare le cose. Ci sono riuscito negli ultimi anni, a questo punto della stagione sono sempre stato indietro e ho sempre cercato di recuperare. Ovviamente non mi piace che le cose siano così, speravo di ritrovarmi in una posizione diversa dopo San Paolo ma non è andata così. Sicuramente è stato frustrante, ma è ancora abbastanza presto. Sappiamo di avere del lavoro da fare da un punto di vista della prestazione pura, ma dobbiamo per forza cercare di portare a casa dei punti pesanti.
Lavoro che secondo Evans sarà molto visto il gap che in questo momento separa la Jaguar da quei costruttori che in questo momento rappresentano il riferimento della serie come Nissan e Porsche, sinora veri mattatori della stagione.
Sinceramente penso che ci sarebbe piaciuto vedere più progressi a Miami. Là nessuna delle vetture è andata nei duelli. La gara è stata ok ma nulla rispetto a quanto siamo abituati. Abbiamo sicuramente del lavoro da fare e siamo indietro rispetto agli ultimi 2 anni e rispetto a dove dovremmo essere. Ci sono un po’ di cose per recuperare rispetto a Porsche e Nissan. Stiamo cercando di capire ancora la gomma e la nuova vettura, abbiamo sicuramente del ritmo da trovare sia sul giro singolo ma soprattutto in gara.
Nato spera nella fortuna con il rimpianto di Miami
Per Norman Nato Monaco, “gara di casa” per lui che è francese di nazionalità, rappresenta una prima occasione per rifarsi dallo smacco di Miami dove, nonostante la pole e nonostante abbia tagliato il traguardo per primo, non ha potuto festeggiare una vittoria che gli manca ormai da troppo tempo.
Da quando sono in Formula E la fortuna non è mai stata dalla mia parte, anche per una vittoria a Monaco. In passato mi era andata bene. Uno dei ricordi più belli è sul kart, nella mia ultima gara in coppa del Mondo. E poi nelle World Series by Renault, un altro bel ricordo. Qualunque sia il campionato, è come un sogno salire sul podio qui a Monaco, e poi nello stesso weekend Jules ottenne i suoi primi punti in Formula 1. Del mio percorso nelle categorie minori, è uno dei miei ricordi più belli. Qui in Formula E sinora non è andata molto bene, vedremo questo fine settimana.
In Florida il francese di Nissan era stato l’MVP del fine settimana, ma la penalità che ha tagliato le gambe a lui, Rowland e non solo gli ha impedito di poter riassaporare la gioia di un successo che sarebbe stato meritato e che gli avrebbe permesso un bel balzo in classifica, nella in questo momento si trova molto indietro rispetto al compagno di squadra.
Sono solo punti persi in classifica, ma in termini di prestazioni avevamo fatto un ottimo lavoro per tutta la giornata. Avevamo conquistato la pole e abbiamo lottato fino alla fine. Non penso che avessimo potuto fare qualcosa di diverso, è facile dire dopo la gara che forse avremmo potuto giocarcela più “safe” prendendo l’Attack Mode, ma come ha detto Mitch, adesso l’Attack Mode è molto potente e le finestre di strategia sono molto ristrette. È difficile giocarsela sul sicuro. Personalmente credo che abbiamo fatto un buon lavoro, sono sicuro di avere a disposizione un buon pacchetto anche questo fine settimana, ci riproveremo.
Vergne: “Importante partire davanti”
In conferenza stampa ha presenziato anche Jean-Eric Vergne, uno dei piloti che è riuscito a vincere a Monaco in Formula E, nello specifico nell’anno in cui ha conquistato il suo secondo titolo nella serie. Per il francese di DS Penske, Monaco rappresenta anche per lui un momento nel quale portare a casa punti importanti per coltivare ambizioni di titolo.
I punti sono importanti in ogni momento della stagione. Sicuramente, a Monaco l’obiettivo è quello di performare bene. Adesso iniziamo la seconda parte della stagione, ci sono un po’ di gare in arrivo e idealmente l’idea è quella di trovare un po’ di slancio che per il campionato sarebbe importante. Sarebbe bello riuscire a ribaltare la situazione e ad avere due buone gare.
JEV ha anche parlato della presenza del Pit Boost, che sarà disponibile per i piloti nella prima delle due gare del fine settimana. Secondo il francese è difficile immaginare quale possa essere l’effetto della sosta sulle dinamiche di gara che si svilupperanno sabato, considerando anche tutti quei fattori esterni che possono scombinare le carte.
Nessuno sa come potrebbero andare le cose, vedremo strategie diverse. Non penso che nessuno sappia come possa andare perché bisogna prendere in considerazione anche fattori esterni come la Safety Car o la bandiera rossa. Non considerandoli realmente, non sappiamo come possano essere le strategie. Alla fine, è questione di fortuna o sfortuna. Penso che andremo in gara e cercheremo di fare del nostro meglio, seguendo la strategia che avremo e considerando che tutto può succedere e che dovremo essere pronti a cambiare i piani, sperando per il meglio.
La chiave, nonostante Monaco abbia visto molti sorpassi negli ultimi anni, sarà sempre e comunque la qualifica, con Vergne che ha preso come riferimento la masterclass di Jaguar che era riuscita a portare a casa una doppietta con Evans e Cassidy.
Forse Monaco è una pista più difficile dove poter superare. Quando hai due compagni di squadra davanti che gestiscono la gara come l’anno scorso, superare è impossibile perché la griglia alla fine è bloccata. Sarà importante partire davanti per ottimizzare le possibilità di un buon risultato e di avere la possibilità di poter controllare la gara. I contatti? Ci sono dei piloti che guidano sporco, non voglio dare nomi ma ci sono piloti che devi tenere sott’occhio perché quando corrono hanno solo metà del cervello connesso.
Da Monaco – Mattia Fundarò