F1 LIVE 🔴 GP Las Vegas 2025 - Qualifiche

GP Las Vegas
Credits: Account X Scuderia Ferrari F1

Las Vegas è uno di quei posti che amplifica tutto: luci, rumori, errori. È una pista che non perdona, tantomeno quando la pioggia decide di fare capolino durante una qualifica già complicata di suo. La Ferrari ci arrivava con aspettative legittime, convinta di poter sfruttare l’asfalto umido e il potenziale mostrato nelle libere. Ne esce invece con una delle sessioni più difficili della stagione: Leclerc non va oltre il nono posto e Hamilton crolla addirittura in ventesima posizione, eliminato in Q1 in una sequenza di eventi che ha avuto del grottesco.

Leclerc salva il salvabile, ma è una prestazione che pesa

Charles Leclerc è stato il più dignitoso dei piloti Ferrari, ma definire la sua qualifica positiva sarebbe quantomeno un eufemismo. Il monegasco ha sofferto dall’inizio: la SF-25 faticava a mettere in temperatura le gomme, il retrotreno scivolava più del previsto, e il giro che avrebbe potuto proiettarlo nelle prime file si è perso in una manciata di micro-errori sparsi tra il secondo e il terzo settore.

La P9 finale racconta di un pilota che ha provato a prendersi la macchina sulle spalle, che ha cercato di forzare senza mai trovare quella pulizia che lo contraddistingue, con la pioggia che, invece di offrirgli un’opportunità, gli ha presentato il conto di una Ferrari ancora troppo sensibile ai cambi di grip.

Leclerc, nel post-qualifica, non ha nascosta la propria amarezza e frustrazione per una situazione diventata kafkiana:

Non abbiamo il passo. Con la pioggia non abbiamo proprio passo. Non so, ho provato di tutto… Sono sette anni che abbiamo questo problema. È sempre stata una delle mie più grandi forze nelle categorie minori, ma da quando sono arrivato in Formula 1 non ho più ritrovato il feeling sul bagnato. E questo continua a ripetersi: ogni volta proviamo cose diverse, ma non c’è niente da fare.

Non ho spiegazioni, però inizia a diventare un po’ frustrante, perché ogni volta che c’è un po’ di pioggia sappiamo già cosa aspettarci. Cerco di dimenticarlo, di andare in pista e dare tutto, ma anche oggi, facendo un buon giro, non c’era nulla da fare. Nell’ultimo tentativo ho provato a migliorare, ma non c’era più margine: anche con l’errore sarei comunque rimasto un decimo dietro al mio tempo precedente, quindi non avrei migliorato. E quando vedo quei distacchi è davvero difficile da capire. La differenza tra le prestazioni di ieri e quelle di oggi sta tutta lì: nelle condizioni di pioggia.

GP Las Vegas
Credits: Account X Scuderia Ferrari F1

Hamilton, una serata da dimenticare: tra mancanza di fiducia e l’episodio della bandiera a scacchi

Chi pure non può sorridere per nulla è Lewis Hamilton. La sua qualifica è durata appena venti minuti concentrando in quel breve lasso di tempo il peggio del peggio: nessun giro davvero pulito, difficoltà croniche nel portare in temperatura le gomme, una vettura che sembrava sfuggirgli sotto le mani come neve sciolta.

Il 20° posto sulla griglia non è solo un risultato amaro: è la sintesi di una sessione in cui il britannico non è mai riuscito a trasformare le sensazioni positive delle libere in qualcosa di concreto. Il paradosso, infatti, è che la Ferrari numero 44, nella FP3, era parsa una delle vetture più convincenti dell’intero lotto. Hamilton era sceso in pista con la consueta pulizia di guida, aveva trovato fiducia sul bagnato e lasciato intendere di avere il passo per puntare al Q3. Poi, però, nel momento decisivo, tutto è evaporato: il grip non c’era, la visibilità si è fatta complicata e il tempismo è stato tutt’altro che favorevole. La sessione, già appesantita dalla pioggia intermittente, è diventata un piccolo incubo strategico, in cui restare in pista nel momento giusto ha fatto la differenza tra lottare per le prime file e finire irrimediabilmente in fondo.

Ed è proprio il sette volte Campione del Mondo a raccontarlo, con una sincerità disarmante, ai microfoni: 

Ovviamente il primo set di gomme non ha funzionato per noi, ho faticato a generare calore e le gomme erano ghiacciate ed è un peccato perché i ragazzi hanno fatto un granissimo lavoro. Sembravamo avere il passo per tutto il weekend. Non ho molto da dire, purtroppo non sono riuscito a mettere insieme il giro. Stavo per fare la curva 10 ma ho trovato la bandiera gialla e proprio alla fine c’era la bandiera rossa e ho alzato il piede, quindi non sono riuscito a completare il giro

L’episodio simbolo del suo sabato è la questione della bandiera a scacchi, che lui stesso ha voluto chiarire per evitare equivoci. Nessun errore di comunicazione col muretto: al passaggio sul traguardo ha visto la segnalazione, sostenendo che non avrebbe comunque avuto abbastanza aderenza per completare un giro competitivo. Insomma: anche senza quell’intoppo, la sostanza, secondo Hamilton, non sarebbe cambiata. Una Ferrari scivolosa nel momento chiave e una finestra di pista che si è rapidamente chiusa hanno fatto il resto.

E adesso? Il britannico guarda alla gara con lucida consapevolezza. Sa di avere tra le mani una vettura che, sull’asciutto, ha express delle buone potenzialità. Ma sa anche che Las Vegas non perdona: rettilinei interminabili, scie decisive, traffico ingestibile quando parti dall’ultima fila. 

Cercherò di fare il massimo. Penso che abbiamo una macchina davvero buona, ma sarà durissimo partire così indietro. 

È una frase che non lascia spazio a troppe interpretazioni: Hamilton ci crede, ma sa di avere una montagna davanti. A Las Vegas, però, non ci si inventa nulla: servirà una Ferrari diversa da quella vista in qualifica. Una Ferrari che dia fiducia al suo pilota e che gli permetta di sfruttare la trazione nei punti chiave. Solo così la storia potrà cambiare. Solo allora la parola “orribile” potrà lasciare spazio a qualcosa di più incoraggiante.

GP Las Vegas
Credits: Account X Scuderia Ferrari F1

Vasseur predica calma

Fred Vasseur ha provato a smorzare i toni, ma le sue parole tradiscono una certa preoccupazione: 

È stata una sessione caotica, la pista cambiava ogni minuto e non abbiamo trovato la finestra giusta. Dobbiamo analizzare tutto con calma.

Calma sì, ma anche urgenza. Perché se una volta può essere un caso, due possono essere una coincidenza, ma quando il copione si ripete, soprattutto in condizioni variabili, allora diventa un campanello d’allarme. La sensazione è che la Ferrari non sia ancora pronta a improvvisare quando la pista si fa difficile. E in Formula 1, le improvvisazioni vincenti sono la normalità. Senza quella flessibilità, si resta ai margini.

Gara compromessa? Non completamente, ma serve un miracolo tecnico

Leclerc può ancora sperare in una rimonta: la SF-25 ha un passo gara dignitoso e il circuito potrebbe offrire qualche opportunità, soprattutto se le condizioni saranno più stabili. Hamilton invece dovrà inventarsi qualcosa di straordinario, sfruttare ogni spiraglio tra safety car, strategie aggressive e gestione gomme. Ma il problema non è solo la gara: è l’immagine della Ferrari in un momento in cui serviva mostrare solidità. Las Vegas avrebbe potuto essere un manifesto di forza. È diventata invece la conferma che, quando il meteo cambia le regole del gioco, a Maranello manca ancora un pezzo del puzzle.

Vincenzo Buonpane