Il GP di Miami è finito con la quinta vittoria Red Bull su cinque gare, la quarta doppietta. Un dominio impressionante, con circa venticinque secondi sul primo degli altri, Alonso. Eppure, se da un lato la prestazione di Verstappen è stata spettacolare come ci si aspettava, lo stesso non si può dire di Perez, superato dal compagno di squadra nei giri finali.

Il duello

Certo, ci si aspettava che, nonostante la partenza dalla nona posizione di Verstappen, la gara sarebbe finita con una doppietta Red Bull. Ma probabilmente la rimonta dell'olandese ha superato anche le più rosee aspettative: mentre davanti con le gomme medie Perez era di poco più veloce di Alonso, dietro Verstappen, partito con le gomme dure, si è sbarazzato in fretta dei piloti che lo precedevano prima ancora delle soste, e a quel punto ha iniziato a mettersi a caccia del compagno di squadra, arrivandogli a meno di due secondi. Non è bastato l'undercut di Perez, rientrato al 20esimo giro: nonostante questo avesse le gomme nuove, e con la stessa mescola, Verstappen ha continuato a girare più o meno sul ritmo di Perez arrivando ad annullare la sua strategia. Rientrato ai box nel corso del 45esimo passaggio, è finito dietro il compagno di squadra anche per un pit stop non perfetto, ma già nel giro di poche tornate l'ha attaccato e superato in curva 1. Negli ultimi giri, il campione del mondo ha continuato a spingere, e ha fatto segnare un giro veloce di 1:29.708. Ben otto decimi meglio di Perez.

Esiste ancora una lotta per il titolo?

Ciò che ha però fatto specie è stata la forse troppa abulicità di Perez. Sia nel momento in cui lui aveva cambiato le gomme, quando di fatto girava quanto Verstappen, sia nel momento del sorpasso. È vero che il suo compagno di squadra aveva gomme più fresche, ma è anche vero che è sembrato che Perez abbia alzato il piede per evitare un contatto. Comportamento sicuramente prudente, ma la sensazione è che a parti inverse Verstappen sarebbe  stato più duro. Non esattamente il comportamento che ci si aspetta da un pilota in lotta per il titolo. Sempre che Perez, al di là dei proclami, sia davvero in lotta per il titolo, e non abbia invece preferito lasciare strada a quello che, di fatto, è ancora il suo capo squadra.

Dopo Baku, sembrava che Perez potesse quantomeno dare fastidio a Verstappen. O, quantomeno, ci credeva sicuramente lui. Adesso, però, è abbastanza probabile che le sue quotazioni siano scese. Certo, il mondiale è ancora lungo: ma se bisogna battere questo Verstappen...

Alfredo Cirelli