Credits: Scuderia Ferrari Media Office
Credits: Scuderia Ferrari Media Office

Una settimana dopo il weekend di Jeddah, il mondo della Formula 1 continua a parlare di Oliver Bearman. Il giovane britannico di scuola Ferrari, che abbiamo imparato a conoscere dopo che è stato chiamato a sostituire Carlos Sainz, ha fatto una buonissima figura nel suo debutto in F1, sfiorando il Q3 e chiudendo la gara in una dignitosissima settima posizione. Tale risultato lo ha portato a raccogliere gli elogi del paddock, dal suo compagno di box Charles Leclerc al team principal Ferrari Frédéric Vasseur, passando per il connazionale britannico Lewis Hamilton: l'ultimo ad unirsi è stato Günther Steiner.

“Impressionato dalla sua calma, avrà più opportunità”

Il manager altoatesino, team principal della Haas dal 2016 fino all'anno scorso, ha parlato proprio del giovane talento nel suo primo articolo su F1.com per la rubrica da lui stesso curata. Steiner, che ha conosciuto Bearman nel 2023 tramite le due sessioni di FP1 concesse al britannico a Città del Messico ed Abu Dhabi, sapeva fin dalle prime uscite delle qualità del pilota britannico, evidenziando soprattutto la mentalità e il carattere che ha rivisto nel suo primo weekend da pilota di Formula 1.

Lo scorso anno Fred (Vasseur) mi ha chiamato per sapere se potevamo schierare Ollie (Bearman) per un paio di FP1 come previsto dal regolamento. Abbiamo detto di si, non ci sono state discussioni, anche perché Fred ha un'ottima esperienza con i giovani piloti

Parlando con Ollie per circa 10 minuti, gli ho detto di non esagerare e di non fare cose stupide per impressionarmi, e lui ha capito subito cosa doveva fare, è intelligente. Sono rimasto impressionato dalla sua calma, aveva capito che la sua carriera non dipendeva da queste FP1. 

Era in controllo. E ha fatto lo stesso lo scorso weekend in Arabia Saudita. Se ero rimasto sorpreso dai suoi risultati? No, avevo fiducia sulle sue capacità.

Oliver Bearman Gunther Steiner Haas F1 2023
Steiner era convinto delle capacità di Bearman fin dalle uscite in FP1 con la Haas l'anno scorso.
Credits: MoneyGram Haas F1 Team

Uno degli aspetti più importanti della prestazione di Bearman a Jeddah è che ciò lo metterà in buona luce per il mercato piloti 2025, soprattutto in virtù del suo collegamento con la Ferrari Driver Academy. Il britannico, che salvo sorprese o complicazioni tornerà in Formula 2 a Melbourne per il resto della stagione, era già stato inserito tra i candidati per uno dei due sedili alla Haas, team che gode di una stretta collaborazione con il Cavallino Rampante. Steiner, dal canto suo, non ha più alcun dubbio se Oliver meriti un posto o no in griglia.

Dopo quanto visto alla Haas e a Jeddah, io gli darei un sedile. Ovviamente non è garantito al 100% che farà successi, è un rischio. Tuttavia, il fatto che ha gestito bene qualifiche e gara su un circuito molto duro come quello di Jeddah, e con una sola ora di prove libere a disposizione, suggerisce che il rischio sia molto piccolo.

Da un punto di vista, la sua guida a Jeddah ha tolto molti dubbi su quello che è capace di fare. Si è messo in una buona posizione, avrà delle opportunità e penso che molti team lo osserveranno attentamente dopo la sua performance. Se io vedo in lui il potenziale, e se altra gente lo fa allo stesso modo, allora ci sono buone possibilità che otterrà un sedile per il prossimo anno.

“Sono rimasto alla Haas più del dovuto, non voglio arrivare settimo”

Il suo primo intervento per F1.com si chiude con i suoi anni alla guida della Haas. Dopo le esperienze con Ford nei rally e con Jaguar e Red Bull negli anni 2000, il manager italo-americano era stato chiamato nel 2014 da Gene Haas per dirigere il suo omonimo team che sarebbe entrato nel 2016 in Formula 1. Con Steiner al timone, la Haas ha vissuto di alti e bassi, con un quinto posto nel mondiale costruttori 2018 come miglior risultato, ma anche anni di grande difficoltà in cui le monoposto della scuderia di Kannapolis erano arrancate nelle retrovie. Alla fine della stagione 2023, chiusa all'ultimo posto con soli 12 punti, Steiner ha lasciato la guida del team ad Ayao Komatsu, ed ora si toglie qualche sassolino dalla scarpa.

La vita è andata bene da quando ho lasciato la Haas. Queste sono state le prime settimane in cui mi sono staccato dalla Formula 1 da circa un decennio. Più giorni passano, e più capisco che sono rimasto alla Haas più a lungo del dovuto.

Quando ero lì, con quello che avevamo potevamo lottare per arrivare settimi, ottavi o noni, ma non potevamo mai lottare per il podio senza le stesse armi degli altri. A lungo termine non era quello che voglio fare. Non voglio arrivare di nuovo settimo, l'ho già fatto. Voglio essere in grado di lottare là davanti.

Quando Toto Wolff ha cominciato in Mercedes, il team non era al top. Certo, avevano il vantaggio del motore, ma lui ha fatto tutto giusto per raggiungere il successo e hanno vinto 9 titoli costruttori. È lo stesso per la Red Bull: quanto ci hanno messo per arrivare al top? Ogni anno si sono migliorati: hai bisogno di programmazione e pazienza per raggiungere il top.

Se tornerò in Formula 1? Magari in futuro, ma deve essere il progetto giusto, fatto al modo giusto.

Andrea Mattavelli

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