MotoGP | Esclusiva Acosta: “Ci aspettavamo di più, avevamo troppa fiducia”
Abbiamo parlato con Pedro Acosta nel corso del weekend del Gran Premio dell’Indonesia della MotoGP affrontando diversi temi sulla sua stagione.

Uno dei piloti più in forma delle ultime gare è Pedro Acosta, che nelle sei gare comprese tra Austria e Indonesia ha raccolto 91 punti risalendo la classifica e prendendosi a pieno titolo il quinto posto del Mondiale scavalcando le due Ducati VR46. Con lui ci siamo seduti e abbiamo parlato di questa stagione e di cosa gli ha permesso di fare uno switch nella seconda fase di campionato.
Il resoconto di Acosta sulla sua stagione
Pedro, siamo ormai nella fase finale della stagione: come valuti questo tuo primo anno nel team ufficiale?
Sicuramente tutti ci aspettavamo di più da questo anno, perché è stato un anno dove non è stato possibile lottare veramente. L’inizio dell’anno è stato veramente difficile, è vero che abbiamo iniziato a fare bene dopo la pausa estiva e stiamo facendo delle gare buone, ma penso che tutti ci aspettassimo di più perché avevamo troppa fiducia in questo anno. È vero, comunque, che il passaggio nel team ufficiale è stato un bel miglioramento.
Ti conforta questa seconda parte di stagione dove avete intrapreso un percorso di crescita? Rispetto all’inizio dell’anno tu, e non solo, sei riuscito comunque a frequentare le posizioni di testa in modo più costante portando a casa dei podi.
La situazione è migliorata, ma ancora manca qualcosa per quello che io avrei voluto fare. Come hai detto, siamo cresciuti molto, siamo più o meno sempre in top-5, è anche vero che mi piacerebbe fare di più e meglio. Stiamo però lavorando per quello, se vediamo dalla pausa estiva in poi ad oggi [l'intervista è stata svolta giovedì, ndr], dobbiamo essere comunque contenti perché siamo stati più o meno competitivi in tutte le gare che abbiamo fatto.

Che cosa è cambiato dall’estate in poi? La crescita che si è vista è solo tecnica oppure anche tu hai preso più consapevolezza delle tue capacità?
Penso che sia stato un po’ un mix di fattori, è vero che l’introduzione della carena dopo la pausa estiva ha aiutato tanto, ma anche non avere più il problema della sindrome compartimentale al braccio che ho sofferto all’inizio dell’anno. Anche la mia mentalità è cambiata, sono più positivo e cerco sempre di provarci, perché all’inizio dell’anno è stato difficile mentalmente, avevamo iniziato con un target chiaro che non era vincere il Mondiale ma era provare a giocarci qualche vittoria e farlo al meglio. Abbiamo iniziato l’anno con delle difficoltà, ma c’è stata un po’ una crescita sotto tutti i punti di vista, anche l’esperienza mi sta rendendo le cose più semplici adesso perché anche lì abbiamo fatto uno step dopo l’estate.
I suoi compagni di team e il rapporto con KTM
In KTM hai tutti piloti che sono più esperti di te nel Motomondiale e in MotoGP: che cosa stai imparando da ciascuno di loro?
Quando vedo che qualcuno guida più veloce di me provo a studiarlo e a guardare qualsiasi aspetto [di quello che fa, ndr]. Penso che la persona che mi ha aiutato di più a fare uno step sia stato Maverick, perché in passato non ho guidato con compagni di squadra più veloci di me e non è facile accettare che qualcuno possa andare più veloce con la stessa moto. Penso che lui mi abbia aiutato a fare uno step dal punto di vista mentale e a farmi dire che nessuno può andare più veloce di me con la mia moto.
Come descriveresti il rapporto con la tua squadra e in che modo ti stanno aiutando a crescere in MotoGP?
Con la squadra mi trovo benissimo, alla fine loro sono coloro che gestiscono la parte più difficile di me, stanno facendo un lavoro incredibile ed è anche vero che mi hanno aiutato a capire, quando abbiamo perso la possibilità di giocarmi qualcosa di importante, che il campionato comunque continuava e che mancavano ancora delle gare da correre. Prima della pausa estiva ci siamo fissati un “campionato virtuale” tra noi, ci siamo detti di fare tre gare al 100% per poi vedere cosa sarebbe successo. Come pilota, penso che stiamo andando molto meglio dell’anno scorso, ma penso che mentalmente siamo messi meglio e di tanto rispetto all’inizio dell’anno.

Un pensiero sulla MotoGP
Qual è la cosa che ti impressiona di più della MotoGP e qual è invece quella che ti ha messo più in difficoltà?
La cosa più bella è il feeling di guidare una MotoGP, non c’è una cosa nello specifico. È tutto l’insieme, la parte tecnica, è il sentire com’è una moto da gara. Penso che la cosa più difficile dell’essere un pilota di MotoGP oggi è essere molto preciso sull’elettronica. È la cosa più complessa ma è anche quella che ti permette di fare uno step più grande.
Qual è il tuo pensiero sul regolamento del 2027 con meno aerodinamica, la mancanza degli abbassatori e una cilindrata inferiore?
Penso che aiuterà tutti a vedere maggiormente il potenziale del pilota. Adesso sembra un po’ come la Formula 1, sono più i dettagli a fare la differenza che non il pilota. Penso che possa aiutare. Correre con un motore più piccolo non lo so, perché se togliamo i device e l’aerodinamica già rallentiamo. Se hanno deciso così mi aspetto che sia un miglioramento per il campionato.
Chi è Pedro: aspettative e personalità
Il tuo impatto nel Motomondiale è stato enorme: titolo in Moto3 al primo anno, titolo in Moto2 al secondo anno nella categoria. Come hai vissuto, e stai vivendo, quelle che sono le aspettative che ci sono attorno a te?
Da quando ho iniziato a guidare ho sempre avuto aspettative su di me. Io so qual è il potenziale che posso esprimere, so quello che posso fare sopra la moto e so perché non ci riesco. È questione di tempo che miglioriamo la KTM, che miglioro anche io qualche dettaglio dal punto di vista della guida e proveremo a fare meglio. Non manca tanto. Per il titolo nel 2026 bisognerà vedere come sarà la moto e come andranno i test e solo allora potremo pensarci, perché anche quest’anno lo pensavo e dalla prima gara siamo andati in difficoltà. Vedremo cosa succederà, non mi pongo aspettative.
Chi è Pedro Acosta fuori dal paddock? Quali sono le cose che ti piace fare di più fuori dalla pista?
Mi piace allenarmi, guidare, alla fine quando un fine settimana non è andato male prendo la moto da enduro e vado a fare un giro. Faccio questo da 5 anni, non è cambiato molto. Non ho mai fatto altro nella vita se non guidare, mi piace, mi considero un po’ hippie, non mi piacciono i social. Mi piace guidare.
Mattia Fundarò