Era il lontano 1973, quando un giovanissimo Luca Cordero di Montezemolo entrava a far parte della Scuderia Ferrari nelle vesti di Direttore Sportivo. Adesso che, a distanza di tanti anni, di questa gloriosa azienda ne è diventato il numero uno, Montezemolo ricorda con affetto colui che è stato il fondatore: Enzo Ferrari, ancora oggi un punto di riferimento assoluto, a 25 anni dalla sua scomparsa: “E’ impossibile riassumere in poche parole che cosa ha rappresentato Enzo Ferrari per me” – ha detto Montezemolo al sito ufficiale del Cavallino – “A lui, al suo coraggio, alla sua capacità di guardare sempre avanti, anche nei momenti più difficili, devo tantissimo, sia sotto il profilo personale che professionale. Ogni tanto ripenso alla fortuna che ho avuto nell’aver conosciuto e nell’aver lavorato con uomini come lui e come l’Avvocato Agnelli, persone davvero eccezionali e che hanno dato lustro al nostro Paese, in tutto il mondo. Accanto alla mia scrivania a Maranello ho una foto del Fondatore: nei momenti in cui debbo prendere una decisione importante mi capita istintivamente di guardarla e di chiedermi che cosa avrebbe fatto lui. L’esempio di Enzo Ferrari va tenuto sempre a mente” – ha proseguito – “E’ riuscito a realizzare il sogno di costruire delle automobili straordinarie grazie alla sua determinazione e alla sua passione, caratteristiche che fanno parte del DNA di tutti gli uomini e di tutte le donne che lavorano nell’azienda che porta il suo nome. A distanza di venticinque anni, egli sarebbe felice di vedere che cos’è diventata oggi la Ferrari, una realtà industriale e sportiva unica, che rappresenta un’eccellenza italiana e che continua a far innamorare di sé milioni e milioni di appassionati del Marchio in tutto il mondo”. Anche Piero Ferrari ha voluto ricordare la figura del padre: “Duro ed esigente, come padre e come capo, ma anche capace di gesti di grande generosità e di affettuosità inaspettate, aspetti questi ultimi che tendeva a nascondere” – ha detto Piero – “Coraggioso e innovatore, sempre con lo sguardo volto al futuro: basti pensare alla decisione di fondare la Scuderia nel 1929, l’anno della Grande Crisi, e al progetto di creare una fabbrica di automobili in un’Italia che era ancora piena delle macerie della Seconda Guerra Mondiale”. E’ proprio per quella sua determinazione assoluta a guardare avanti, che gli faceva dire che la Ferrari più bella era quella che doveva ancora nascere, che mio padre avrebbe amato ciò che è diventata oggi l’azienda” – ha proseguito Piero – “sempre orientata al futuro e all’innovazione, che non si lascia tentare dal mercato, come l’avrebbe voluta lui. Luca di Montezemolo ha fatto e continua a fare un grande lavoro per mantenere intatte le caratteristiche fondamentali del DNA della Ferrari: ad esempio, avrebbe condiviso pienamente la decisione di voler mantenere la produzione sotto la soglia delle settemila vetture all’anno, aumentando però i ritorni economici”.

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