Il due volte Campione del Mondo di MotoGP Casey Stoner si è lasciato andare in una recente intervista dichiarando di come la battaglia con l’ansia abbia condizionato la sua carriera. Il pilota australiano ha infatti rivelato che non è mai stato realmente a suo agio durante i weekend di gara.

LA BATTAGLIA CON L’ANSIA

In una recente intervista rilasciata al podcast “Gipsy Tales”, Casey Stoner ha approfondito le sue reali condizioni di salute durante la carriera in MotoGP. Il due volte Campione del Mondo ha infatti dichiarato che nonostante i buoni risultati e le vittorie l’apprensione e la pressione sono stati una costante per lui, tanto da farlo soffrire e fargli desiderare di farla finita.

Soltanto recentemente Stoner ha scoperto di soffrire di ansia, quando ha effettivamente capito che si tratta di una malattia reale: “Solo di recente mi è stata diagnosticata l'ansia, che in realtà non sapevo potesse essere reale. Sinceramente pensavo fosse solo un altro modo per la gente di dire di essere stressati. Tutti si stressano. Anche la mia schiena si blocca per l'ansia. Posso sentirla arrivare quando sono in situazioni in cui non mi sento a mio agio”.

Casey Stoner prosegue dichiarando che sarebbe stato più facile per la sua carriera se l’avesse saputo prima: “Sarebbe stato più facile nella mia carriera se l'avessi saputo prima e avessi potuto gestire meglio la situazione. Per me è stato un brutto colpo essere così chiuso con le persone ed i media, perché non sono mai stato a mio agio nel farlo. Le folle non mi hanno mai messo a mio agio”.

LA SOFFERENZA NEI WEEKEND

Per Stoner non è stato facile nemmeno gestire il weekend ed il giorno della gara: “E poi il giorno della gara, prendendo in considerazione gli ultimi due anni in MotoGP, più il weekend era positivo, più volevo morire. Mi sarei voluto accasciare sul pavimento del camper, malato come un cane, con i crampi allo stomaco. Non volevo correre, e non potevo sentirmi peggio. Avevo una grande apprensione”.

Anche il fatto di essere il numero 1 ha pesato per Casey Stoner: Avvertivo la pressione della squadra e di tutti quelli che mi avevano aiutato. Hai un team che conta 70 persone, e soprattutto quando sei il pilota numero uno tutti si aspettano che tu vinca ogni fine settimana, e questo ha influito tantissimo su di me. Mi sono reso conto solo dopo aver finito la mia carriera del perché facessi così tanta fatica. Poi ho avuto il mio piccolo mantra negli ultimi due anni, che era "Puoi fare solo quello che puoi fare, non di più”.

Stoner però non ha ancora chiaro quali possano essere le cause della sua malattia, ma non rimpiange comunque di essersi ritirato: Penso che una parte del motivo per cui il mio corpo non riesce a gestire il tutto non sia chiara. Non sappiamo ancora esattamente le cause, dunque non riesco a dirvi cosa mi stia accadendo. Ma sono certo che gran parte del mio corpo ne stia risentendo. Sono stato molto bravo a capire di ritirarmi. Non importa quanto male mi sentivo, quanto nervoso e quanto pentito fossi. Sono stato molto bravo a dirmi di andare avanti per la mia strada”.

Julian D’Agata