Che Marquez non fosse imbattibile, nonostante le tante vittorie ottenute in questa stagione (ben 11 su 13 gare) ce ne eravamo già accorti al Mugello, Montmelò, Indy, Brno e Silverstone. Gare in cui ha faticato come una bestia, pur riuscendo a portare a casa la vittoria talvolta anche con un pizzico di fortuna (ad esempio, il largo di Pedrosa proprio a Barcellona). Ieri si è avuta la conferma che basta mettergli pressione addosso per indurlo facilmente a fare un errore. E’ "bastato" un sontuoso Valentino Rossi per mandare in crisi lo spagnolo, tanto da farlo cadere nel momento di maggior pressione sul pesarese. Il "grande bastardo" (così come è stato... definito da Marquez) ha usato la stessa tecnica vincente che ha usato contro Stoner a Laguna Seca nel 2008: ribattere colpo su colpo e stare davanti. E la tattica ha avuto successo, a tal punto da indurre Marquez ad eliminarsi da solo dalla gara cercando di recuperare su Rossi che stava andando via con il suo passo. Eliminatosi Marquez, per le Yamaha è stato un gioco da ragazzi controllare la gara in solitaria davanti alla Honda di Pedrosa che ha avuto il suo bel da fare a tener dietro uno scatenato Dovizioso, quarto con la Ducati. Un Pedrosa che non approfitta appieno dell’errore di Marquez e finisce solamente terzo, ben lontano dalle imprendibili Yamaha di Rossi e Lorenzo che hanno un rapporto speciale con Misano (6 vittorie su 8 edizioni sulla nuova configurazione del tracciato, 3 a testa per Rossi e Lorenzo). Grazie a questa vittoria, Rossi sale a 81 successi in MotoGP sulle 107 totali, abbatte il record di punti (5012 punti in carriera) e ad oggi è l’unica Yamaha ad aver interrotto l’egemonia Honda in questa stagione; inoltre, si rilancia in campionato dove è sempre terzo ma ad un solo punto da Pedrosa e -75 da Marquez a 5 gare dalla fine. Il prossimo appuntamento è ora previsto il 28 settembre in quel di Aragon, dove Marquez potrebbe centrare il titolo ma non è detto che possa ottenere la vittoria della gara.

Marco Pezzoni

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