La vittoria di Dovizioso in Qatar resta “sub judice” a causa del ricorso effettuato da Aprilia, Honda, KTM e Suzuki alla Corte della FIM: le Case ritengono che le appendici aerodinamiche della GP19 non rientrino nei termini del regolamento tecnico e che quindi siano irregolari. Tutte le Case, ad eccezione di Yamaha, pochi minuti dopo il termine della gara hanno presentato un reclamo ufficiale alla Direzione Gara e ogni team manager ha espresso la propria opinione su quelle che sono le novità aerodinamiche portate in pista dalla Ducati.

Aprilia, perchè a noi no? 

Stando a quanto sostiene Massimo Rivola (nuovo AD di Aprilia Racing), durante l’inverno, illuminati dalla soluzione portata a Valencia da Yamaha, i tecnici della casa di Noale hanno chiesto informazioni al Direttore Tecnico Danny Aldridge, il quale spiegava (in una mail datata 19 febbraio) che una soluzione simile sarebbe stata utilizzabile solo in caso di pioggia. Rivola, proveniente dalla Ferrari (con il ruolo di Direttore Sportivo fino al 2016), è convinto che quello di Ducati non sia un semplice cucchiaio: si tratta casomai un triplano capace di generare carico aerodinamico in un punto dove i flussi d’aria sono molto veloci.

Il 2 marzo, dopo che la Ducati aveva mostrato la soluzione durante i test in Qatar, Aldrige ha inviato una mail a tutti i team manager, elencando le dimensioni che tali appendici dovevano rispettare e, sopratutto, dichiarando il divieto di generare carico aerodinamico. Secondo Rivola questo triplano genera, attraverso i flussi d’aria nella parte bassa della della carena, un forte carico aerodinamico. Inoltre, essendo applicate ad una parte libera di muoversi come il forcellone, risultano essere ali mobili, vietate dal regolamento.

Honda fa ricorso, ma Marquez accetta la sconfitta

Alberto Puig e Takeo Yokoyama, appena Dovi e Marc hanno tagliato il traguardo, sono andati a cercare Tony Congram per annunciare la presentazione della protesta. Poco dopo è seguita la richiesta ufficiale di ricorso, quando al parco chiuso Dovizioso e Marquez si scambiavano attestati di stima. Stima e rispetto che non sono mancati nemmeno nel post gara con il pilota di Cervera che ha ammesso di aver perso contro Dovizioso, non contro un pezzo di carbonio: “Mi concentro esclusivamente sullo sport e su questo aspetto oggi c’è stato un pilota che mi ha battuto in pista. Non voglio discutere di altro.”

KTM vuole regole più certe

Non vogliamo che Dovizioso sia punito perdendo la vittoria in Qatar, ma vogliamo un regolamento più chiaro e meno incline a libere interpretazioni”: queste sono le parole di Pit Beirer a Speedweek.com. Il tedesco della KTM aveva avvistato Davide Tardozzi che, in caso avessero utilizzato questa appendice in gara, anche KTM avrebbe fatto ricorso. Il manager italiano aveva liquidato il collega con un sorriso, convinto che la soluzione sia regolamentare senza ombra di dubbio. Secondo Beirer, anche la soluzione utilizzata da Yamaha a Valencia non dovrebbe essere utilizzata in quanto non crea un reale vantaggio e che la MotoGP dovrebbe servire per decidere il miglior pilota.

Ed ora?

Ora si attende la risposta della Corte della FIM, che ha quattro settimane per dare una risposta. Qualora anche in questo grado di giudizio la decisione della FIM fosse a favore di Ducati, le Case potranno fare ricorso al TAS di Losanna, ultimo grado di giudizio sportivo. Ducati ha dalla sua la decisione dei tecnici di Dorna, i quali hanno omologato la soluzione durante le verifiche tecniche: se la FIM dovesse ribaltare la decisione si creerebbe uno scontro politico, tra Dorna e FIM, di difficile risoluzione. Di contro, se dovesse continuare ad usare le appendici anche in Argentina e la Corte della FIM dovesse renderle “fuorilegge”, Dovizioso rischierebbe di trovarsi dopo due gare a zero punti in classifica, mettendo così la sua corsa iridata sulla strada di una difficile realizzazione.

Mathias Cantarini