Già, ma con chi? Il dubbio nasce spontaneo, nel momento in cui per la prima volta Lorenzo ha sopravanzato in classifica il proprio compagno di colori, affermando il proprio ritrovato stato di grazia dopo i successi colti al Mugello e a Barcellona. Una situazione che forse nemmeno dalle parti di Borgo Panigale si sarebbero forse aspettati di dover gestire, la quale assume dei contorni paradossali se si pensa che proprio alla vigilia del round toscano era stata ufficializzata la separazione a fine anno proprio con il pilota spagnolo. Il quale proprio da quel momento in poi sembra aver ritrovato una verve sconosciuta, liberandosi forse di un peso che sino a quel momento aveva impedito che quel matrimonio milionario potesse rivelarsi vincente. E con un Marquez capace di indossare i panni del ragioniere all'occorrenza, reduce da due secondi posti consecutivi che gli hanno fruttato la bellezza di 40 punti in chiave iridata, l'imperativo risulta quello di tentare l'assalto a quella vetta al momento così lontana, forse irraggiungibile.

Settantuno punti a otto gare dalla fine sono tanti, troppi, soprattutto se là davanti a comandare la classifica c'è un certo Marc Marquez. Ma diventano davvero un ostacolo insormontabile nel momento in cui la strategia impone, per forza di cose, un attacco "a due punte". Con un Lorenzo libero da ordini di scuderia, e con un Dovizioso ormai non più leader incontrastato, la situazione in casa Ducati si fa sempre più ingarbugliata, rendendo alquanto improbabile riuscire a concretizzare il potenziale della Desmosedici che invece sembrerebbe essere all'altezza della casa rivale giapponese. Il Mondiale entra ormai nella fase calda e se in Ducati vorranno giocarsi le residue chance di rincorsa occorreranno delle scelte strategiche ben precise. Onde evitare un'ennesima stagione ricca di successi di tappa ma dove il bersaglio grosso potrebbe risultare ancora un'utopia.

Marco Privitera