Con una forma fisica ancora non perfetta, Marc Marquez è riuscito a portare la sua Honda MotoGP fino alla sesta piazza nei combinati del venerdì del GP d’Australia. Fa meglio di lui il compagno di squadra Pol Espargarò, terzo assoluto. Merito in parte del circuito, in parte di Marc e Pol e in parte della “replica” delle ali posteriori di Ducati sul codone della RCV

IL CIRCUITO: CANGURI E CURVE VELOCI

Phillip Island è uno di quei circuiti che si prende con le pinze: il GP d’Australia non darà dati utili per il resto della stagione della MotoGP né alla Honda né a Marc Marquez. Il circuito australiano è stato apertura di stagione per la SBK e si è visto ripetutamente che i “problemi” di alcune moto non erano quasi visibili sull’isola. Merito di curve veloci, poche staccate e altrettante poche ripartenze, e un layout della pista che premia molto di più l’estro del pilota rispetto al valore del mezzo. In più bisogna fare attenzione ai canguri: Aleix Espargarò ha già avuto due incontri ravvicinati…

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LA PUNTA: MARC AD UN NUOVO 100%

Marc Marquez rimarrà sempre Marc Marquez, ma in una forma diversa. Il braccio, sistemato nuovamente per essere al 100%, non sarà allo stesso massimo raggiunto prima dell’infortunio. L’operazione dà effettivamente più mobilità al braccio, ma la dà in un modo diverso e quindi non replicabile come in passato. Ciò non sembra impensierire Marquez, che poliedrico com’è sta trovando un nuovo sistema per poter andare più forte degli altri. Qui in Australia per lui è più semplice tirare fuori il suo talento, passando sopra ad una moto che sicuramente non è la migliore uscita da Tokyo. Curve veloci da fare di traverso sono il suo pane, e si vede dal tempo stampato. La sesta posizione forse non gli rende troppo merito, ma domani probabilmente lo vedremo cimentarsi in numeri assurdi (come al suo solito).

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IL CONTRALTARE: POL PRIMA DEL RIENTRO IN KTM

Un altro punto a favore della Honda è la posizione di Pol Espargarò, ancora migliore rispetto a quella di Marc. Pol ha stampato il suo 1’29”527 in FP2, 50 centesimi di secondo più lento del migliore Johann Zarco e 0.25 più veloce di Marc. Per Pol è la seconda occasione dopo il Qatar di lasciare un buon ricordo in Honda, prima del suo ritorno in KTM l’anno prossimo. La sua RCV è risultata la seconda moto meno veloce della Top10, battuta (in peggio) solo dalla Ducati di Zarco che comunque comanda la classifica dei tempi. Ora lo spagnolo necessita di una buona qualifica per giocarsi un podio la domenica. E la casa alata sta provando ad aiutarlo.

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LA HONDA: LE ALI DELLA DUCATI

Sicuramente è una frase provocatoria, ma è esattamente cosi: la Honda ha copiato le ali posteriori alla Ducati. A differenza del layout frontale della moto, dove si può spaziare sul lavoro, delle alette “plug and play” sul codone posteriore sono sicuramente più difficili da inventare. Quindi a Tokyo hanno messo da parte l’orgoglio e hanno deciso di far provare a Marc e Pol lo stesso sistema visto prima sulla Ducati Gresini di Enea Bastianini e poi sulle due ufficiali. L’orgoglio giapponese è famoso in tutto il mondo, quindi la cosa lascia ancora più stupiti. In più il terzo run di Marquez è stato fatto senza suddette ali, il che vuol dire che sono assolutamente ancora in fase di valutazione. Ma in Honda qualcosa di importante si sta muovendo. Finalmente!

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Alex Dibisceglia

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