Il sorriso di un amico di cui puoi fidarti, così gentile, garbato, nel suo mondo quale era la monoposto. Lo sguardo verso l'alto. Questa foto è il perfetto identikit di Michele Alboreto, ultimo italiano ad aver vinto con la Ferrari, che purtroppo ci ha lasciato ventidue anni fa.

Alboreto: italiano con un sogno realizzato chiamato Ferrari

"Sono contento per lui, ma anche per tutti noi italiani: è stata riaperta una strada", dichiarò Elio De Angelis all'annuncio del milanese in Ferrari. Michele Alboreto era la faccia pulita di un movimento che egli stesso avrebbe voluto aiutare, con un programma per i giovani talenti italiani. Sapeva bene, infatti, quanto fosse complicata l'ascesa dei piloti italiani verso la F1. Una salita difficile, il cui risultato è visibile tutt'ora: dopo Giancarlo Fisichella e Jarno Trulli nessun italiano ha preso la via del podio in F1.

Alboreto riuscì ad imporsi con il solo talento, non arrivando da una ricca famiglia. Michele era speciale, diverso dagli altri, tanto che per lui il Drake aveva fatto un’eccezione alla regola che si era imposto: niente connazionali alla Rossa. Era un pilota assolutamente dedicato alla squadra e molto razionale nelle sue scelte. Come dichiarato da Piero Ferrari nel suo ricordo rilasciato a Ferrari.com: "Michele aveva dimostrato non soltanto di essere molto veloce, ma soprattutto di saperlo essere su tutte le tipologie di circuito e in condizioni molto diverse fra loro, una caratteristica che aveva attirato l’attenzione di mio padre, insieme al fatto di essere una persona che si contraddistingueva per la serietà, l’impegno e l’equilibrio: c’erano quindi tutti i requisiti giusti per diventare un pilota della Scuderia."

1985: sfiora la gloria

La strada tracciata da Alboreto non lo condurrà all'Olimpo. Il sigillo iridato per Michele non arrivò mai, non riuscendo a far rivivere la leggenda di Alberto Ascari, l'ultimo campione del mondo italiano. Nel 1985 sfiorò la gloria, arrivando secondo dietro Alain Prost. Il suo talento non fu abbastanza, di fronte ad una monoposto "difficile" e Alain Prost.

Una grande occasione mancata, che fino alla fine non ha mai spento in lui la fiamma dell'amore per le corse. Michele resta ancora oggi l’ultimo italiano ad aver vinto un GP con una Ferrari. Accadde in quel 1985, facendo scorrere un brivido sulla schiena dei tifosi della Rossa e facendo vivere una bella illusione ai tifosi a cui ha ricomposto i cuori infranti.

E poi?

Una storia di vita normale quella di Alboreto, ma una storia di vita sportiva che lo ha fatto essere pilota italiano tra i migliori di sempre; solo per rimanere alla F1, i suoi numeri raccontano di 194 Gran Premi, 5 vittorie, 9 secondi posti, 9 terzi posti.

Dopo di lui, gli italiani hanno faticato (e lo fanno tutt'ora) a trovare un posto nell'ambita griglia di F1. La categoria regina si è colorata d'azzurro recentemente grazie a Jarno TrulliGiancarlo Fisichella, Alex Zanardi e Antonio Giovinazzi. Piloti con storie diverse che però non sono riusciti a raggiungere la gloria. Qualcuno ha realizzato, seppur per breve tempo, il sogno Ferrari; qualcun altro lo sta inseguendo per altre vie. C'è chi ha visto la sua vita prendere tutt'altra piega e chi in qualche modo ha avuto il suo momento di gloria sentendo l'inno di Mameli sul podio.

Tutti ragazzi e uomini nati con un sogno: correre. In futuro potremmo trovare un nuovo Michele Alboreto?

Sguardo al passato

Spesso guardiamo ai grandi piloti e ci dimentichiamo di quanto Alboreto sia stato veloce, importante, sportivamente “onesto”, gentile, tanto da essere soprannominato “il pilota gentiluomo”. Michele Alboreto era un Grande, uno di quelli che, in silenzio, si ritagliano un posto nel mondo. Correva per vivere, viveva per correre. L'ha fatto fino alla fine, quel 25 Aprile 2001 maledetto in cui un problema imprevedibile e non controllabile l'ha portato via al Lausitzring. Perché anche quel giorno lui voleva viverlo al meglio: correndo.

Anna Botton