Fabio Di Giannantonio non è il pilota che in Italia siamo abituati a veder correre. La prima cosa che salta subito all'occhio, anzi all'orecchio, è l'accento. In questo Paese la "terra" dei piloti è la Romagna, con quella parlata molto burlona. Fabio invece ha accento romano, come Max Biaggi. Secondariamente, al "Diggia" le moto non sono sempre piaciute...anzi: in un'intervista, raccontò infatti che era il padre il grande appassionato in famiglia. All'età di cinque anni, mentre caricava una Suzuki su di un furgone in presenza di Fabio, dando gas spaventò il figlioletto, che scoppiò in lacrime per lo spavento. Poi col tempo, e tante, tante, tante, visite alle piste di mini-moto, papà riuscì a convincere il figlio a provare a fare un giro. Come figura di riferimento non ha i soliti Valentino Rossi, Jorge Lorenzo o altri soliti nomi. No, il giovane Fabio si ispira ad un fenomeno sì, ma di un altra categoria: Troy Bayliss. L'australiano è entrato in testa al pilota della Honda Gresini quando, da bambino, il padre metteva nel videoregistratore le cassette della Superbike. Immagini che si sono impresse a fuoco nel cuore di quel bimbo che ora dà spettacolo in pista. 

Le prime soddisfazioni per il ragazzo dell'Eur arrivano nel 2009, quando si aggiudica il primo titolo della vita. È infatti in quell'anno che diviene campione europeo junior in mini-moto. Gli anni successivi proseguono nella scia dei successi. 2010: vittoria al trofeo Honda HIRP 100, mentre nel 2012 è la volta del titolo italiano PreGP, classe 250. Siamo quindi al 2015, anno in cui giunge secondo nel Campionato Italiano Velocità per la categoria Moto3, dove conquista due vittorie. Inoltre fa parte del campionato Rookies Cup, dove vince tre volte e si classifica secondo a fine stagione. Sempre nel 2015 c'è l'esordio nel Motomondiale. A Valencia infatti, Fabio disputa, in qualità di pilota sostitutivo, il GP che conclusivo del campionato.

Arriviamo poi all'annata appena trascorsa. Il 2016 è stato ricco di emozioni per Di Giannantonio. Quest'anno infatti ha completato la sua prima stagione in Moto3 da pilota ufficiale del team Gresini, lo stesso che gli diede l'opportunità di esordire ormai più di 12 mesi fa. In questa stagione Fabio ha vissuto un avvio problematico: l'adattamento alla categoria ha richiesto un po' di tempo. Le prime gare hanno visto il pilota romano chiudere fuori dai punti, con il ritiro in Catalogna e gli scarsi piazzamenti in Qatar, Argentina, Texas e Francia. Tutto cambia quando l'aria di casa ha accolto il circus. Al Mugello Fabio regala spettacolo, al termine di un duello all'ultima staccata con il futuro campione del mondo Brad Binder, "Diggia" si arrende e chiude al secondo posto per soli 38 millesimi. Il primo podio iridato della carriera apre una serie di risultati positivi che andrà avanti fino alla fine del campionato. Termina sempre tra i primi dieci in 11 delle successive 13 gare: fanno eccezione solo l'Australia, dove arriva un ritiro per una brutta caduta, e la Malesia in cui chiude quindicesimo. Riesce a ripetere per altre due volte il podio del Mugello. Arriva infatti di nuovo secondo in Olanda, ad Assen, e terzo a Brno in Repubblica Ceca. Alla fine la classifica dice 134 punti, e sesto posto finale. Un grande risultato che è destinato a migliorare, considerando il manico del ragazzo in questione.

Nel 2017 lo ritroveremo battagliare nella stessa categoria, sempre con il team Gresini. A chi gli domanda di possibilità iridate risponde timidamente. L'obiettivo al momento è crescere e migliorare il lavoro svolto in questo 2016.

Alessandro Gazzoni

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