Luca, raccontaci come è nata questa esperienza in Formula E, anche alla luce del fatto che la serie nella prossima stagione disputerà l'e-prix di Roma.

E' una categoria che seguiamo già da molto tempo. Io e il mio manager Gianpaolo Matteucci abbiamo iniziato ad osservarla da vicino, e la sua crescita è stata incredibile: tanti costruttori vi si sono affacciati, grazie al fatto che il mondo dell'elettrico stia crescendo a dismisura, sia per quanto riguarda le esigenze che hanno i centri urbani, sia per un discorso prettamente tecnologico, perciò i costruttori sono tutti interessati ed affascinati. Nel momento in cui c'è stata un'opportunità concreta, abbiamo iniziato le trattative. Sono stato contento del lavoro svolto, abbiamo fatto dei test. A me è piaciuta questa nuova avventura ed eccoci qua!

Quali sono le tue prime sensazioni dopo aver provato la vettura a Valencia? Che feeling hai trovato, non solo sul piano del sound, ma proprio a livello di guida...

La Formula E è unica: è una monoposto, però la batteria ha un ingombro e peso diverso rispetto al motore, in quanto quest'ultimo è più pesante. Le gomme sono molto particolari, perché hanno un intaglio che sembra di serie. Addirittura le gomme sono le stesse in caso di pioggia: questo perché la gomma è sviluppata nel rispetto dei consumi che sono notevolmente premiati. Questa è una gomma studiata per consumare poco, essere molto versatile in tante condizioni ed è molto particolare, perché non è una slick. Per questi motivi e per il fatto che la vettura è mono-marcia e senza rumore, è un'auto strana, ma dà delle bellissime sensazioni di guida, poichè è comunque una monoposto. Le gomme sono fenomenali ed hanno un ottimo grip. L'aerodinamica è bassa, perchè dal punto di vista energetico è una macchina "più filante", con meno resistenza è più efficiente. 

Che impressione hai ricavato sul circuito cittadino di Roma nel centro urbano? Abbiamo visto anche la presenza del sindaco Virginia Raggi, molto interessata a queste monoposto. Che curiosità ti ha chiesto?

C'è stato molto interesse da parte di tutti: dalla città, i cittadini e l'amministrazione. Nel cuore di Roma non c'è mai stato un evento di questo tipo e c'era davvero tanta curiosità e tanta voglia di fare, nel senso che in Italia, il motorsport di alto livello è sempre stato rappresentato dalla Formula 1, dal Mondiale Rally e da tutti gli altri campionati come l'Endurance e il Gran Turismo. Con la crescita della Formula E era importante anche avere una tappa italiana. Sarà una bellissima pista, perchè le strade nella zona dell'EUR sono già predisposte per un circuito cittadino. Sarà il tracciato più lungo del campionato e uno dei più veloci, con possibilità di sorpasso e molto tecnico. La sindaca era molto coinvolta, il presidente Sticchi Damiani ha fortemente voluto questa tappa, anche perchè è vicino a Todt e alla FIA. Todt crede moltissimo in questa nuova formula e i numeri gli danno ragione: ci sono 7 costruttori quest'anno e ce ne saranno nove il prossimo anno. E' stato divertente: abbiamo guidato le monoposto al Campidoglio, ai Fori Imperiali e al Colosseo. 

Che differenze ci sono in termini di potenza, rispetto alle altre vetture che hai guidato in passato? Ti sei già fatto un'idea sui favoriti della prossima stagione di Formula E?

Partendo dall'ultima domanda, il livello di team e piloti è in crescita ed è altissimo: il team di Lucas Di Grassi è diventato da Audi Sport ufficiale ad "ufficialissimo". Anche a livello ingegneristico c'è uno sviluppo dietro queste monoposto che è incredibile. Pare che Audi sia quella che ha fatto il passo più importante di tutti, ma va bene anche Renault, poi ci sono tutti gli altri abbastanza alla pari. Mi sembra che i team Andretti e Venturi siano un pochino di più in difficoltà. Come passo gara noi siamo nel gruppo. A livello di potenza, una vettura elettrica non arriva ad una vettura di Indycar o Formula 1: è già però molto buona con l'accelerazione da 0 a 100 intorno ai 3 secondi, però la grande differenza è sulla gestione del motore elettrico. Per spingere in avanti lo sviluppo energetico e l'efficienza, abbiamo volutamente poca energia a disposizione, che per la precisione è pari a 28 kW per ogni macchina. Meno si consumano questi 28 kW e più riesci a spingere. Questo rende la guida molto difficile, perchè tu non puoi spingere sempre, non arriveresti in fondo e quindi mentre guidi devi pensare molto: devi risparmiare, ma ti devi difendere da quelli dietro, devi attaccare quelli davanti, ma devi fare la strategia... quindi c'è davvero tanto da fare e non basta avere solo il piede pesante.

Tra i top driver della Formula E, chi temi maggiormente?

So benissimo che non sarà facile in un campionato così tecnico e così diverso, rispetto anche da chi è qui dall'inizio. Piloti come Lucas Di Grassi o Sebastian Buemi, ma anche Sam Bird...persone che ci saremmo aspettate molto talentuose, come Daniel Abt o Nico Prost, sono cresciute moltissimo. Detto questo sono curioso di vedere cosa faranno anche Andrè Lotterer e Jean-Eric Vergne. Io ho un compagno di squadra molto forte, perchè è il collaudatore interno della McLaren: fa lo sviluppo del motore, ha fatto il Super GT in Giappone per la Honda ed è già al terzo o quarto anno di Formula E, quindi è bravo e per me è un buon riferimento. Cercherò di stare vicino a lui e magari batterlo. Non sappiamo ancora dove saremo, ma come sempre il compagno di squadra è il primo alleato, ma anche il primo avversario. 

Parliamo di Formula 1: come vedi il lavoro di Liberty Media, per avvicinare di più la categoria al pubblico? Anche alla luce dello spettacolo dato in pista durante il GP di Austin...

A me è piaciuto tantissimo il GP, mi ha tenuto lì incollato allo schermo. La cosa importante era questa. Sicuramente voi avete una conoscenza e una passione per il Motorsport al di sopra della media, però non è banale dare un volto e una voce ai protagonisti, che poi sono quelli che guidano le vetture. Così facendo, con i primi quattro che hanno avuto questo ingresso da "show man", hanno trovato il modo per i tifosi medi e per quelli nuovi per fare vedere il viso ed il carattere del pilota. Ed è anche bello vedere le differenze tra un pilota e l'altro: è uscito Valtteri Bottas impassibile, con gli occhiali da sole, alzando appena la mano, mentre Lewis Hamilton o Daniel Ricciardo gasati e spavaldi. E' anche bello contrapporre le personalità, non che una sia migliore dell'altra...Poi il pre-gara americano, che sia l'Indycar o qualcos'altro, è proprio un concetto studiato per innalzare il livello di adrenalina, di attenzione e di interesse. Tutto questo funziona, soprattutto a ridosso dell'accendersi dei motori!  

Una curiosità che ci arriva da un nostro lettore su Twitter: visto che sei stato legato a Coloni Motorsport, come ricordi la tua esperienza a Passignano?

Un posto meraviglioso: Magione è la prima pista dove abbia mai girato su una monoposto in vita mia con la Ford di Henry Morrogh, quindi sono tutte zone a cui sono particolarmente legato. Paolo Coloni è un carissimo amico che sento sempre con tanto affetto, Enzo è un marpione delle corse da un sacco di anni e mi ha insegnato tantissimo, perchè lui è un vincente di mentalità. Con Coloni c'è sempre stato un bel rapporto: sia in GP2 che in AutoGP, dove loro erano gli organizzatori. In GP2, nel 2011, quando correvo per loro, è andata alla grande, perchè abbiamo vinto un sacco di gare e siamo stati i più forti dal momento in cui ci siamo incrociati fino a fine stagione.

E' stato un bel ricordo anche quello di Monza dell'anno successivo...

Si, a Monza eravamo al termine di una stagione non andata benissimo e mi ricordo che arrivò la chiamata: all'inizio volevo rinunciare, ma poi non potevo farlo per Paolo, per Coloni e per la consapevolezza che si andava lì per vincere...e per assurdo è stata la gara più facile della mia vita!

Giulia Scalerandi (intervista andata in onda su Radio LiveGP nella puntata 191 di 'Circus!' del 2310-2017)