D: Gian Carlo, nella precedente gara di Spa ha fatto molto discutere soprattutto il comportamento in pista di Max Verstappen. Tu che hai spesso avuto a che fare con piloti giovani, come valuti quanto accaduto e come avresti gestito la situazione all'interno del tuo team?

GM: Innanzitutto, secondo me il ragazzo andrebbe richiamato ed educato dal proprio team, un po' come noi eravamo abituati a fare. In questo caso stiamo parlando di un top team, noi eravamo una piccola realtà e tra i nostri compiti avevamo anche il dovere di insegnare ai nostri giovani piloti il comportamento da tenere in pista. Credo che anche la Federazione debba fare qualcosa: non è possibile che in ogni gara ci sia un gruppo di lavoro diverso a valutare quanto succede poiché il giudizio non risulta mai omogeneo. Il triumvirato dei giudici dovrebbe inoltre prestare anche maggiore attenzione a certe esclamazioni che arrivano via radio. Indubbiamente stiamo parlando di un talento naturale, che diventerà sicuramente un campione ma che per il momento va un tantino frenato.

D: Secondo te, qualche pilota più esperto farebbe bene a prendere...in disparte Max e magari fargli una bella ramanzina, un po' come fece Ayrton Senna con Michael Schumacher a Magny Cours?

GM: Guarda, la cosa più bella penso l'abbia detta Jacques Villeneuve, sottolineando che ai suoi tempi le cose sarebbero andate in maniera molto diversa...poiché sarebbe stato più facile dare qualche consiglio "paterno". Oggi i regolamenti sono molto severi nei confronti di chi commette una scorrettezza, per cui penso che innanzitutto debba essere il team a gestire in maniera efficace il proprio pilota, visto che difende gli interessi di un'azienda, ed in secondo luogo la Federazione a prendere dei provvedimenti per garantire il regolare svolgimento delle gare.

D: Parliamo anche di piloti italiani: stiamo assistendo in questa stagione ad ottime performance da parte dei nostri portacolori sia in GP2 che in GP3. Pensi che nel prossimo futuro torneremo a vedere un nostro esponente in Formula 1?

GM: L'Italia non è mai stata priva di piloti validi, dopodiché spesso sono subentrati fattori che con il talento c'entrano poco o nulla e che purtroppo hanno condizionato tante carriere. Adesso noi abbiamo un gruppo molto valido che fa anche parte dell'ACI Team Italia, ragazzi che arrivano da tantissimi anni di lavoro e stage fatti sin dai tempi del karting e che ancora oggi seguiamo per quanto riguarda il nostro lavoro in Federazione. Credo che loro abbiano dimostrato di essere all'altezza di potersi esprimere ad altissimi livelli nelle categorie propedeutiche e mi auguro che qualcuno li prenda per mano per aiutarli a far decollare le loro carriere. La Ferrari Driver Academy adesso sta lavorando in maniera molto positiva ed efficace grazie a Massimo Rivola, pertanto io sono moderatamente ottimista anche se ci vuole sempre un pizzico di fortuna.

D: La questione del rinnovo contrattuale di Monza ha tenuto banco praticamente negli ultimi due anni, ma ora sembra che finalmente ci siamo. Tu che arrivi dall'Emilia-Romagna, ovvero la terra che ospita il circuito di Imola, come hai vissuto questo dualismo purtroppo venutosi a creare negli ultimi mesi tra le due realtà per ospitare il Gran Premio d'Italia?

GM: Credo innanzitutto che il Gran Premio d'Italia debba rimanere...in Italia, dunque dobbiamo ringraziare il presidente ACI Angelo Sticchi Damiani perchè credo che abbia svolto, nonostante tutte le problematiche, un ottimo lavoro nel riuscire a completare questo obiettivo. Io sono romagnolo, la mia casa è sempre stata Imola, però occorre anche sottolineare che il Gran Premio d'Italia è sempre stato fatto a Monza salvo che in una circostanza, quindi sinceramente mi trovo un po' combattuto. Ben venga se si svolgerà a Monza, ma sono sicuro che anche Imola si sarebbe fatta trovare pronta.

Da Monza - Marco Privitera