Luca Filippi aveva solo nove anni, quando Ayrton Senna terminava la propria corsa sul muro del Tamburello. Eppure, al pari di tanti altri piloti dell'attuale generazione, anche per lui il grande campione brasiliano ha rappresentato e rappresenta tutt'ora un punto di riferimento. Tanto da voler essere a tutti i costi presente al "Senna Tribute", la manifestazione in memoria del tre-volte campione del mondo che si sta svolgendo in questi giorni a Imola. Partecipando alla Kart Memorial Race, con tanto di vittoria ottenuta sotto una pioggia battente, ma anche alla partita benefica disputata dalla Nazionale Piloti, i cui proventi sono stati devoluti alla Fondazione Senna. Lo abbiamo incontrato al termine del match (il quale, per la cronaca, ha visto i piloti soccombere contro una rappresentativa dei Ferrari Club) per scambiare alcune impressioni sul ricordo del pilota brasiliano, ma anche per fare il punto della situazione in merito al suo futuro agonistico, dopo l'esperienza maturata lo scorso anno nel campionato IndyCar. "Sono già passati vent'anni - esordisce l'ex-vicecampione Gp2 - eppure sembra ieri. Ricordo ancora quanto accadde nonostante fossi ancora un bambino, anche se già a quei tempi nutrivo una forte passione per il motorsport. Senna era un grande campione ma anche uno dei personaggi più influenti in questo mondo: la sua scomparsa è comunque servita perché da allora la sicurezza ha fatto passi da gigante, abbiamo uno sport più sicuro ma pur sempre spettacolare".

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