MotoGP | GP Spagna 2024 - Commento LIVE Gara

Si sono svolti ieri a Roma i funerali di Andrea De Cesaris, tragicamente scomparso domenica 5 ottobre in un incidente stradale mentre era in sella alla sua Suzuki 600 lungo il Grande Raccordo Anulare di Roma. 208 Gp disputati in Formula 1, una pole position e cinque piazzamenti a podio, Andrea è stato uno dei protagonisti più conosciuti e amati del Circus durante la sua lunga carriera, durata ben 14 stagioni nella massima formula. Un carattere genuino, spontaneo, amante della caompagnia e delle emozioni che la vita può riservare, sia che fosse al volante di una vettura da corsa che su una tavola da surf, un'altra delle sue grandi passioni. Oggi desideriamo ricordarlo, ripercorrendo insieme le tappe che lo hanno portato a diventare uno dei piloti più esperti di sempre.

Andrea de Cesaris nasce il 31 maggio 1959 a Roma. Come tanti suoi colleghi, comincia la sua carriera nei kart nel 1972 collezionando diversi titoli, prima di passare alla Formula 3 dove ottiene diversi successi e si piazza secondo alle spalle di Chico Serra.

Dopo la Formula 3 sale in Formula 2, dove si laurea campione con il Team Project 4 gestito dal futuro boss della Mclaren Ron Dennis.

Nel 1980 il romano viene chiamato a sostituire Vittorio Brambilla per l''appuntamento in Canada, al volante dell'Alfa Romeo. A soli 21 anni, De Cesaris debutta così in Formula 1 a Montreal, siglando uno straordinario ottavo tempo in prova; in gara, però, si ritira dopo soli 8 giri per problemi al motore, non senza però aver impressionato gran parte degli addetti ai lavori. Nella seconda gara negli Stati Uniti, sul circuito di Watkins Glen, è poi protagonista di un incidente dopo due giri.

L'anno dopo Andrea passa alla McLaren, quando la squadra di Formula 2 di Ron Dennis si fonde con il team maggiore. Proprio questa stagione dà origine al suo soprannome di Andrea de Crasheris", visto che durante l'anno riesce a completare solamente 6 delle 14 gare disputate (andando a punti a Imola con il sesto posto), ottenendo il record di incidenti in una stagione: ben diciotto.

Oltre che alla Formula 1, nel mese di Luglio partecipa insieme a Pescarolo su una Lancia alla 6 Ore di Watkins Glen terminando a due giri di distacco dal vincitore.

Torna all'Alfa Romeo nel 1982, ritrovandosi come compagno di scuderia Bruno Giacomelli. De Cesaris diventa il pilota più giovane a ottenere una pole position, in occasione del Gran Premio di Long Beach (record oggi detenuto da Sebastian Vettel) . Il romano conquista anche il privilegio di diventare il secondo pilota Alfa Romeo ad ottenere una pole position dopo il ritorno delle corse del team, facente seguito al ritiro del 1952. In tale occasione, De Cesaris conduce le fasi iniziali della gara prima di ritirarsi. Dopo questa prestazione, ottiene un podio a Montecarlo con il terzo posto e un altro punto in Canada con il sesto. Termina il campionato al 17° posto con cinque punti.

Nel 1983, con la sua Alfa Romeo dotata del motore turbo ottiene due secondi posti: il primo nel Gran Premio di Germania corso sulla pista di Hockenheim nel 1983, ed il secondo nell'ultima gara dell'anno in Sud Africa a Kyalami. Ottiene punti anche nel Gran Premio di Europa con il quarto posto. Conclude la stagione ottavo con quindici punti. Inoltre, avrebbe potuto vincere il Gran Premio di Belgio a Spa-Francorchamps dove comanda la gara combattendo contro Alain Prost per il primo posto, ma prima un pit stop andato male e dopo il ritiro per un guasto lo priva della vittoria.

Dopo aver lasciato l'Alfa Romeo si trasferisce alla Ligier. Nonostante il motore turbo, la stagione si rivela un disastro: riusce a far segnare solamente tre punti, grazie al quinto posto nel Gran Premio del Sud Africa e il sesto nel Gran Premio del San Marino.

Nella sua seconda stagione alla Ligier il pilota italiano ottiene punti solamente a Montecarlo con il quarto posto. In Austria è protagonista di un pauroso incidente dal quale esce illeso dopo essersi ribaltato più volte. Dopo il Gran Premio d'Olanda, Andrea viene licenziato da Guy Ligier, il quale dichiara: "Non posso più permettermi di continuare con quest'uomo".

Nel 1986 si trasferisce alla Minardi, trovando come compagno di scuderia Alessandro Nannini. Il pilota viene spesso battuto dal suo compagno e termina la stagione senza segnare neanche un punto, ottenendo come miglior risultato l'ottavo posto in Messico.

L'anno dopo cambia nuovamente alla scuderia passando alla Brabham, gestita da Bernie Ecclestone e spinta dai motori BMW. In questa nuova realtà riesce a conquistare il podio nel Gran Premio del Belgio con un terzo posto, dopo quasi un intero anno senza andare a punti. Nonostante la velocità pura che il pilota mostra, egli viene quasi sempre costretto al ritiro per la fragilità dei motori BMW.
Dopo il ritiro della Brabham dal circus, Andrea riesce a trovare un nuovo sedile nella scuderia Rial gestita dal tedesco Gunter Schmidt (ex boss dell'ATS). Ottiene punti con il quarto posto a Detroit e rimane a secco di carburante (a causa del serbatoio piccolo) quando sta per concludere la gara a punti in Canada e Australia.

L’esperienza con la Rial viene ricordata dal pilota con queste parole “Lo staff era formato da 8 persone compreso Gustav Brunner, la macchina era una copia esterna della Ferrari ma c’era un piccolo problema.. era troppo piccola. Brunner chiese ad Hart quale fosse la cubatura del serbatoio. 190 litri, quest'ultimo rispose, ma non era sufficiente e così a ogni gara dovevo lottare per non finire senza benzina. Alla fine Brunner venne licenziato, ma io riuscii ad arrivare quarto a Detroit. Non c’erano soldi e a Monza addirittura finii col volante in mano...".

Grazie alla sponsorizzazione Marlboro, Andrea trova un sedile nella Scuderia Italia. Il pilota italiano regala al team uno strepitoso terzo posto nel Gran Premio del Canada e sfiora il medesimo risultato a Montecarlo, prima di essere costretto al ritiro per un incidente con Nelson Piquet al Loews in fase di doppiaggio. Andrea racconta con parole sue quell'episodio: “Mi tenne due giri rudemente dietro a Monaco. Oggi sarebbe stato squalificato ed ero arrabbiato nero con lui. C’erano bandiere blu esposte in ogni curva e al Loews tentai di entrare all’interno e lui chiuse ugualmente la traiettoria, era l’unico punto buono per la Dallara che aveva poca potenza. Dopo la gara gli chiesi perché lo aveva fatto e lui rispose: mi spiace ma ero arrabbiato per la mia fottuta gara; era un ex-campione del mondo, si trovava in un periodo nero e non gli importava semplicemente di niente. Avrei preso il podio di sicuro.”

Nella seconda stagione con la Scuderia Italia non riesce a entrare nella zona punti e a causa della scarsa competitività del mezzo manca la qualificazione per il Gran Premio di Germania, in una stagione dove il terzo posto in qualifica ottenuto a Phoenix si rivela solo un'illusione.

Dopo questa travagliata stagione, Andrea cambia di nuovo scuderia, passando alla Jordan. Il proprietario del team, Eddie Jordan, aveva già avuto la possibilità di lavorare con lui ai tempi della Formula 3. Proprio su quest'ultimo ricorda “Aveva una grande stima di me, perchè quando era pilota in F3 l’avevo battuto”. Dopo le prime quattro gare abbastanza deludenti, Andrea riesce a ottiene punti in tre appuntamenti di fila (Canda e Messico in quarta posizione e il sesto posto in Francia). Dopo aver ottenuto un altro piazzamento a punti in Germania, in Belgio fa un'ottima gara dove, dopo essere partito undicesimo, il pilota italiano rimonta diverse posizioni portandosi fino al secondo posto, prima di ritirarsi per un guasto al motore. Su questo episodio Andrea ha detto: “A Spa non potevo credere che sarebbe successo. Ero 2° a pochi giri dalla fine, ma la Ford stava provando un pistone nuovo che necessitava di maggiore olio, purtroppo senza dircelo….”.

Nonostante le buone prestazioni, Jordan non conferma Andrea che decide di andare alla Tyrrell nel 1992: dopo una buona prima stagione (8 punti e nona posizione in campionato), la seconda si rivela disastrosa, non riuscendo mai ad entrare nei primi sei.

In quello che sarebbe stato il suo ultimo anno in Formula 1, viene richiamato da Eddie Jordan per correre il Gran Premio di San Marino al posto dello squalificato Eddie Irvine. In quel tragico weekend viene costretto al ritiro e nel Gran Premio di Montecarlo ottiene il quarto posto. Dopo aver saltato la gara in Spagna, viene ingaggiato dalla Sauber per sostituire l'infortunato Wendlinger: nelle nove gare che disputa riesce a vedere il traguardo solo in un'occasione, concludendo sesto in Francia. Chiude così la sua carriera in Formula 1 nel Gran Premio d'Europa, dopo ben 208 gare disputate.

Dopo l'abbandono della Formula 1 decide di ritirarsi dal motorsport e rifiuta di andare a correre nella CART in America. Nel 2005 e nel 2006 corre nel Grand Prix Masters, categoria riservata a vecchie glorie dell'automobilismo. La sua ultima apparizione pubblica era stata lo scorso 1° maggio, quando a Imola ha presenziato alla manifestazione in memoria di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger.

Se n'è andato un pilota dalla velocità pura e innata, un funambolo che ogni domenica premeva fino in fondo il pedale dell’acceleratore su ogni circuito. Un pilota e un uomo che semplicemente ci mancherà.

Chiara Zaffarano

Luogo e data di nascita - morte Roma 31/5/1959 - 5/10/2014
Debutto in F1 Gp Canada 1980
Gp disputati 208
Vittorie -
Pole Position 1
Giri veloci 1
Miglior risultato 8° (1983)
Stagioni di attività 1980 - 1994
Scuderie Alfa Romeo, McLaren, Ligier, Minardi, Brabham, Rial, Dallara, Jordan, Tyrrell, Sauber


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