L’unione avvenuta ufficialmente il 7 Giugno 1970 tra Emilia e Romagna non è mai stata metabolizzata fino in fondo. I due territori erano stati fusi in un’unica regione già nel secondo dopoguerra, ma è a partire da quel burrascoso Giugno che furono effettivamente attuate tutte le sue funzioni. Questo mezzo secolo passato tra simpatiche antipatie, litigi sul confine e facili sfottò ha vissuto però alcuni momenti di stallo, o almeno un placarsi di queste faide interne. Il motivo? I motori, e chi altri sennò. I motori sono uno dei pochi fili conduttori che possono legare con fare cordiale un bar di Modena con uno di Rimini. E’ dai tempi del “border-line” imolese Capirossi che però questo legame è andato perso. In quegli anni il Made in Italy poteva permettersi in più di una occasione di guardare il resto del mondo dal punto più alto del circuito: Emilia e Romagna erano fiere collaboratrici del sogno all’italiana.

Il tempo passa e le difficoltà finanziarie di Ducati porta il marchio a farsi acquisire dal colosso Volkswagen, ma la mentalità e le materie prime rimangono sempre tricolori: la casa tedesca gestisce sapientemente il fatturato e condivide col settore moto il famoso reparto R&D, essenziale in questo ambiente. Le prestazioni migliorano e i risultati disegnano un trend positivo, soprattutto  nell’ultimo periodo. La moto di Borgo Panigale in questo momento sta vivendo un romanticissimo finale di primavera, vincendo sia in MotoGp che in Sbk, e raccogliendo così i frutti seminati da Dall’igna, infaticabile “contadino” delle due ruote.

Queste 3 vittorie in 3 settimane, oltre a riportare in auge il mezzo, hanno avuto un enorme effetto benefico anche sui piloti. Due protagonisti educati e gentili, che con la rossa bolognese stanno vivendo un’emozionante seconda giovinezza. Sia dalle parole al miele di Dovizioso, che dai numerosi ringraziamenti di Marco, si è potuto constatare quale clima governi il box, la fabbrica, e soprattutto i loro cuori. Questi 21 giorni sono stati giusti ricompensatori di fatica e sudore, e al di là di come si svilupperà la stagione, loro hanno fatto vedere che sono pronti a ottenere quella vittoria, che adesso sembra sempre meno una remota possibilità. In MotoGP la moto proveniente dall’Emilia si è lasciata veramente guidare solo da quel genio australiano che risponde al nome di Casey Stoner, mentre in Superbike era dai tempi di Michel Fabrizio che un italiano non vinceva su moto italiana. Vuoi vedere che la rossa emiliana, dopo Loris, si sia di nuovo innamorata di un romagnolo, anzi due?! Ai bar più integralisti l’ardua sentenza...

Andrea Rocca @AndreaRoccaOff