Sarebbe bello parlare di sport, del sorpasso fatto da Vettel, del controllo al limite di Alonso, della staccata micidiale di Hamilton...troppo facile, quando in uno "sport" (se ancora così vogliamo definirlo) girano miliardi di euro. Perchè in questo caso tutto passa in secondo piano, lasciando spazio alla politica e alle lotte di potere. Certo, possiamo quando e come vogliamo parlare di ali, alettoni e alettoncini: per carità, non che l'ordine di schieramento sia già deciso a tavolino e che tutto sia limitato alla "politica", ma è logico pensare (e la storia ci insegna9 che negli "sport" di questo livello a vincere e a conquistare la gloria sia principalmente chi investe tanti soldini. E così, abbiamo assistito al ciclo Ferrari, al ciclo Red Bull ed ora a quello Mercedes.

Ma il primo che ha sapientemente intuito che l'agonismo, la passione, la tecnologia, lo spettacolo, in pratica tutto ciò che per noi rappresenta la F.1, oltre ad essere un gran bel giocatolo potesse diventare una vera e propria miniera di quattrini, e' stato (in breve) Mr. Bernard Charles Ecclestone. Con le sue capacita' innate di gestore, di mediatore, di affarista ha prima mosso le pedine, poi preso il controllo del Circus, quindi lo poi ha portato in giro per il mondo ed infine gli ha dato un'identità che oggi viene valutata in miliardi di euro. Al punto che i team che spesso si "lamentano", alla fine hanno sempre accettato i "patteggiamenti" di Mr.E.

Agli inizi del nuovo secolo, però, Bernie decise di cedere parte del suo regno a tale Leo Kirch, il quale investì ingenti somme, ma alla fine, complice una grande crisi che si abbattè sul suo gruppo (e penso che Bernie avesse già capito il tutto) fu costretto a dichiarare bancarotta. Sarebbe stato un ottimo affare per zio E. (non che non lo sia stato, in fin dei conti) ma, purtroppo per lui, le banche creditrici andarono a bussare alla porta della F.1 per fare valere i propri crediti nei confronti del povero Kirch, ridimensionando l'affare di E. Dopo cause, contro-cause e appelli, Bernie ne venne fuori vincitore in tribunale, anche si è sempre parlato di un accordo extra-giudiziale (confermato dal fatto che il 2014 lo vide nuovamente chiamato in causa per il passaggio della F.1 a CVC) nel quale Bernie cedette, per una cifra stimata intorno ai 2 miliardi, a CVC la maggioranza della F.1, mantenendone però i diritti riguardanti organizzazione e pubblicità. Ora si parla di una possibile cessione di CVC ad altri nuovi ed eventuali gruppi, i quali sarebbero intenzionati ad acquisire il controllo della F.1, fermo restando che tra holding e "scatole cinesi" Bernie detiene più o meno il 13%.

In tutto questo, il ragionamEnzo mi porta a pensare a due ipotesi:
1) che queste dichiarazioni siano una semplice mossa per mettere pressione a qualcuno, visto il momento particolare che vive la F.1 tra team che minacciano di andarsene, team che seppur indirettamente si devono quotare in borsa, team che voglio garanzie regolamentari e tecniche...un'eventuale cessione potrebbe essere una mossa di Mr.E quasi a voler dire "Ok ragazzi, arrangiatevi da soli!" 
2) che Bernie (secondo una visione più semplice) il giocattolo non lo voglia mollare facilmente. Anzi, magari vorrebbe riprenderselo con gli interessi e per una sorta di "vendetta" nei confronti di coloro che gli hanno "tolto" il gioco, seppur pubblicamente abbia sempre dichiarato di avere ottimi rapporti con gli attuali "padroni". Ma se Bernie dovesse davvero spingere per una soluzione di questo tipo, credo che il suo intento possa unicamente essere quello di voler ribadire e confermare che la F.1 lui l'ha creata e solo lui puo' distruggerla! Ave o Bernie...

@EnzoMutina