Nella stessa stagione il pilota partecipa anche al Campionato nazionale, alla 24 Ore di Montjuich, alla 1000 Km del Mugello e ad altre importanti gare che lo vedono grande protagonista sia in condizioni di asciutto che di bagnato.

Roberto Gallina, che gli aveva fatto provare la Laverda 1000 al Mugello nel 1975, nella stagione successiva lo convince a prendere parte al Mondiale 500 sulla Suzuki, al fianco di Armando Toracca: qui il pilota ligure mostra tutto il suo talento, grazie ad uno stile di guida veloce, spericolato che lo porta a cadere spesso ma spettacolare come pochi nella storia. Al suo primo anno nella classe regina conquista il 4° posto nel Mondiale, lottando con centauri del calibro di Berry Sheene.

Lucchinelli rimane in Suzuki per molte stagioni sempre con team satelliti, ma i guai in pista e la sfortuna con le squadre non gli permettono di raggiungere i risultati sperati; questo fino a quando, nel 1980, chiude terzo il Mondiale, vincendo la sua prima gara in Germania, sulla Nordschleife del Nurburgring. Finalmente nel 1981 porta a casa il titolo mondiale nela classe regina, dopo una stagione ricca di successi.

Dopo il trionfo decide di cambiare moto e passa alla Honda, con la quale rimane per due stagioni, ma il 2 maggio 1982 la storia del pilota cambia: infatti durante una bagarre con Franco Uncini al Salzburgring, Lucchinelli finisce sull'erba e si butta a terra a  220km/h per evitare di colpire degli spettatori. La caduta gli causa la rottura dello scafoide e una contusione al piede, ma per i giornalisti quello è il momento in cui la magia di Lucchinelli si spegne. 

Nel 1984 sale in sella alla Cagiva, senza però lottare per le posizioni che contano e nel 1986 lascia ufficialmente il motomondiale. La passione per le corse non diminuisce però con il ritiro e solo un anno dopo, a Daytona, il pilota ligure vince la Battle of the Twins con la Ducati 851, una gara storica che nessun italiano, eccetto Giacomo Agostini, era mai riuscito a portare a casa. I tifosi Ducati non possono dimenticare quello storico momento ed il pilota che lo ha reso possibile. L'avventura con la Rossa di Borgo Panigale continua in Superbike, dove Lucchinelli torna sul gradino più alto del podio per due volte, chiudendo al 5° posto il Mondiale. 

Dopo il ritiro diventa team manager, commentatore televisivo e ospite di programmi legati al motociclismo, e nonostante alcuni guai con la giustizia (viene arrestato nel 1992 per possesso di cocaina) niente intacca il suo spirito da vero appassionato di moto.

Un personaggio amato, Lucchinelli: talvolta estremo e fuori dagli schemi, come quando ammette di correre con camicia e cravatta sotto la tuta e di essersi fatto forare il casco per poter fumare prima della partenza, ma anche un pilota con un talento puro e dalla guida spericolata che non poteva non essere inserito nei "Miti del Motomondiale".

Alice Lettieri

 

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